Primo post dopo la sbornia Scudetto, ormai lontana un mesetto circa. Che giornatina, quel 22 maggio. Un’emozione unica rivedere i tifosi rossoneri in festa, piazza Duomo finalmente ancora con i nostri colori e le bandiere del Milan sui balconi d’Italia. Un orgoglio risvegliato dopo anni di umiliazioni, di sconfitte, di speranze mal riposte. Un percorso tortuoso, quello che ci ha portati dopo 11 anni al titolo iridato, ma che ha subito un’evidente accelerata nelle ultime tre stagioni, dall’agosto 2018, quando Paolo Maldini è entrato a far parte della dirigenza rossonera. Tra le mani l’ex Capitano rossonero si è trovato una rosa già rimaneggiata da Fassone e Mirabelli, ma con una serie di casi umani ancora lungo un chilometro. Rinfreschiamoci pure la memoria.
Il 20 maggio 2018 il Milan giocò l’ultima partita stagionale in casa contro la Fiorentina. 5-1 il risultato finale, questa la formazione rossonera:
Donnarumma; Calabria, Bonucci, Romagnoli, Rodriguez; Kessiè, Locatelli, Bonaventura (Torrasi); Cutrone (André Silva), Kalinic (Antonelli), Calhanoglu.
Guardando più nel dettaglio la rosa, troviamo elementi come José Mauri, Suso, Borini, Gomez, Zapata, Montolivo, Biglia, Musacchio, Sosa, Vergara, Niang.
Questa è la situazione che Maldini si è trovato nelle mani, perché se volessimo rigirare il coltello nella piaga potremmo per esempio ripescare un’altra formazione, giusto per dare nel miglior modo possibile l’idea di da dove veniamo.
Milan-Napoli 0-4, 4 ottobre 2015
Diego Lopez; De Sciglio, Zapata, Ely, Antonelli; Kucka, Montolivo, Bertolacci; Bonaventura; Luis Adriano, Bacca.
Brividi, per dirla alla Bianco e Mahmood. Ma torniamo a noi e al maggio del 2018, la base di partenza del Milan di Maldini. Prendendo quella formazione, solo due elementi sono rimasti titolari, conteggio che sale a tre se calcoliamo gli elementi ancora oggi in rosa. Il resto è tutto cambiato.
Donnarumma: svincolato e caduto in disgrazia. Un peccato non aver raccolto mezzo euro bucato dalla sua fuga, ma il braccio di ferro è stato stravinto. Sostituito da Mike Maignan, miglior portiere della A 2021/2022. Costo totale: 15 milioni.
Calabria: ancora con noi.
Bonucci: tornato a Torino nell’affare Caldara-Higuain, sostituito da Kjaer/Kalulu. Il primo è stato pagato 3,5 milioni di euro, il secondo 480mila euro.
Romagnoli: ancora con noi, ma ha perso il posto da titolare a beneficio di Tomori, arrivato in prestito nel gennaio 2021 e costato circa 30 milioni.
Rodriguez: sostituito da Theo. Lo svizzero è stato venduto al Torino per 3 milioni, il francese acquistato dal Real per 20.
Kessié: ancora con noi all’epoca dello Scudetto.
Locatelli: venduto a 12 milioni al Sassuolo e idealmente sostituito da Tonali, pagato complessivamente 22 milioni.
Bonaventura: finito a 0 alla viola, sostituito da Saelemaekers, pagato complessivamente 7 milioni.
Cutrone: venduto ai Wolves per 18 milioni più bonus. Consideriamo l’attaccante italiano come sostituito da Diaz, ancora di proprietà dal Real e in prestito oneroso per un totale di 3 milioni.
Calhanoglu: perso a 0 esattamente come Donnarumma, finito ai cugini dove ha stravinto lo Scudet-ah no! Consideriamolo come sostituito da Rafa Leao, acquistato dal Lille nel 2019 per 23 milioni di euro.
Kalinic: sostituto da Ibra/Giroud. Il primo arrivato a zero, il secondo 1 milione.
A questi aggiungiamo Bennacer e Krunic, strappati all’Empoli per circa 25 milioni di euro, Rebic, scambiato più o meno alla pari con André Silva, Florenzi, pagato 1 milione per il prestito, e Bakayoko, arrivato anche lui con la formula del prestito oneroso biennale.
In definitiva, il trio MMM ha cambiato il volto rossonero contenendo le spese e aumentando enormemente il valore della rosa. L’unico neo: non aver recuperato denari dalle partenze di Donnarumma, Calhanoglu e Kessié.
Aspettiamo solo la firma sul rinnovo per continuare l’opera di rifondazione, magari con i vari Botman, Origi, Sanchez, Lang e De Ketelaere.
Fab
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