Il Milan che verrà

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L’ultima volta che ci siamo sentiti il Milan aveva appena ceduto Tonali al Newcastle e il mercato non era ancora neanche lontanamente decollato, anche a causa dell’allontanamento dal Milan delle figure chiave dell’area sportiva degli ultimi anni, Maldini e Massara. Ora, dopo un mesetto scarso, la situazione è molto cambiata. Nel giro di poche settimane il Milan ha piazzato 8 colpi, andando a lavorare, con Furlani e Moncada, soprattutto sul ridisegnare il reparto centrale del campo, orfano dei tre moschettieri dello Scudetto (Kessié, ceduto nel 2022, Tonali, ceduto nel 2023, e Bennacer, indisponibile fino a novembre).

Per far fronte a tali defezioni gli arrivi sono stati quelli di Ruben Loftus-Cheek dal Chelsea, Tijjani Reijnders dall’AZ Alkmaar e Yunus Musah dal Valencia. Spesa totale: 55 milioni circa, bonus esclusi. Cosa dicono questi acquisti della direzione in cui vuole andare il Milan? Principalmente l’adozione di un centrocampo a tre contrariamente a quanto visto negli ultimi anni. Insieme a Bennacer, Krunic e Pobega, il reparto mediano ha sicuramente più alternative rispetto al recentissimo passato, ma soprattutto la qualità e l’atletismo medi, seppur probabilmente non aumentati, sono meglio distribuiti, per così dire, su un numero maggiore di calciatori. Quello delle poche alternative è stato il vero problema riscontrato la scorsa stagione, specie nella fase mediana dell’anno. Un problema sicuramente esacerbato da un anno all’altro dall’addio di Kessié, ma anche e soprattutto da un dettaglio trascurato: il problema esisteva già nell’anno dello Scudetto, con la differenza che nel 2021/22 non siamo stati impegnati su tre fronti, vista l’eliminazione dalla Champions League. Una piccola provocazione: in un centrocampo a tre mi piacerebbe vedere impiegato anche Saelemaekers, che pur non essendo un calciatore dotato di colpi eccezionali, è comunque diligente, di corsa e sacrificio. Non escluderei a priori un suo adattamento da mezzala, se dovesse restare.

Il vero upgrade è a mio avviso tuttavia più avanti, laddove agiranno Christian Pulisic e Samuel Chukwueze. Il secondo lo considero il vero colpo del mercato, colui che aumenterà la pericolosità e la pressione del Milan sulle difese avversarie già anche solo con la sua presenza. Se prima la nostra manovra era zoppa (agire centralmente con Diaz – spesso evanescente – in mezzo o con Theo/Leao a sinistra), ora aggiungiamo anche il corridoio di destra come fonte di gioco. Il primo è invece un jolly che può regalare a Pioli diverse soluzioni, da possibile sostituto delle due frecce laterali (meglio a sinistra che a destra) a ulteriore fonte di gioco. Immaginiamo ad esempio una formazione ultraoffensiva con, dalla cintola in su e schierati in un 4231, Reijnders e RLC davanti alla difesa, Giroud davanti e dietro di lui Chukwueze, Pulisic e Leao: soluzione forse difficilmente sostenibile a livello di equilibrio (ma non dimentichiamo che l’equilibrio è dato dall’atteggiamento dei giocatori e dai loro movimenti con o senza palla, non dal numero di giocatori offensivi schierati), ma affascinante. Al contrario, in un 433 stuzzica l’idea del tridente con Chukwueze e Leao larghi e Okafor centrale, con a centrocampo i tre nuovi acquisti, capaci di “buttarsi dentro” sfruttando i movimenti di un 9 molto mobile che non dia punti di riferimento alla difesa avversaria.

Insomma, lì davanti abbiamo tante soluzioni e possibili idee, ma anche poco tempo per poterci lavorare su. Siamo un cantiere, e non può essere altrimenti vista la quantità di nuovi acquisti (non dimentichiamo anche Romero, che se dovesse restare potrebbe essere un Diaz capace di entrare e creare scompiglio). Essenziale lavorare sodo e avere pazienza, ma anche completare la rosa cedendo gli esuberi il prima possibile così da avere ulteriore liquidità da investire. E su chi? In difesa la provocazione è Simic: perché non promuovere lui invece di spendere soldi per Lenglet? A centrocampo, sperando che il Fenerbahce faccia sul serio per Krunic, mi piace Luka Sucic del Salisburgo. Davanti, sfumato Veliz, Beltran e Sesko le alternative. Ancora poco meno di un mese: vediamo dove andremo a parare.

Fab

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Ho questo ricordo, il primo sul Milan. Io che ad appena sette anni volevo vedere la finale di Atene, tra Milan e Barcellona… ma essendo piccolo dovevo andare a letto presto per la scuola. Allora mio padre, severo, mi permise di vedere la partita, ma solo il primo tempo. Finiti i primi 45 minuti, i miei genitori mi misero a letto, ma poco dopo sgattaiolai fuori dalle coperte e mi nascosi dietro la porta che dava sul salone. Al gol del Genio però non riuscii a trattenere la mia gioia… fortunatamente mio padre, interista, fu molto sportivo e mi lasciò concludere la visione di quella partita perfetta.