Parliamone insieme

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Il motivo principale del rallentamento della trattativa che dovrebbe riportare Zlatan Ibrahimovic al Milan è la resistenza attiva dei Los Angeles Galaxy nel lasciar partire la propria stella. Ibra ha ancora un anno di contratto e la squadra americana starebbe spingendo addirittura per il rinnovo. Il Milan con il giocatore avrebbe già trovato un’intensa di massima ma il problema resta liberarlo dal contratto con i Galaxy. A questo proposito lo stesso Gennaro Gattuso in una recente conferenza aveva chiarito la questione Zlatan: “Non è Ibra che si è offerto al Milan, ma siamo noi che lo stiamo cercando, e lui ci sta pensando”. Dunque non è il Milan a tirarsi indietro da questa trattativa, e nemmeno l’arrivo di Gazidis può essere concepito come un freno all’operazione, ma dipende dai rapporti tra il giocatore svedese e la sua attuale società. Il club rossonero non ha abbandonato del tutto le speranze, e nei prossimi giorni quando conoscerà meglio i dettagli della sentenza Uefa, deciderà come agire con Ibra.

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Domenica è un giorno importante. Per il Milan e per gli… Zlatanisti. Per i Ragazzi di Gattuso che devono affrontare, dopo il Parma, un’altra squadra, il Torino, che cerca di avvicinare i rossoneri, in avvincente ed emozionante lotta, per mantenere il quarto posto. Intanto, il 9 dicembre però sembra essere una data chiave per le decisioni di Zlatan Ibrahmovic, che dovrebbe avere un incontro con i dirigenti dei Galaxy, fondamentale per il suo futuro.

Molti si augurano che le ultime indiscrezioni, relative a una presunta frenata delle trattative con il Milan, possano rappresentare le ultime schermaglie, prima dell’affondo finale. Qualche settimana fa, si era già sparsa la notizia che un accordo tra le due parti sarebbe stato già sottoscritto, per la volontà comune di un ritorno auspicato dalla maggioranza dei tifosi milanisti. Non fosse così, sarebbe comunque un grave errore da parte della  nuova dirigenza milanista, lo ribadisco, non cercare di convincere Ibra Supremacy a indossare di nuovo la maglia del Suo Cuore, pedina troppo importante per aiutare il Milan a tornare in Champions League.

Oggi, sul mercato nazionale e internazionale, nessun attaccante coniugherebbe l’esigenza di non contrariare l’Uefa, per quanto riguarda il FPF, e potenziare il settore offensivo, che non può reggersi solo su Higuain e il giovane ma bravissimo Cutrone. Ibrahimovic è troppo intelligente per entrare nello spogliatoio in maniera dirompente, creando disagi al gruppo. Gruppo che sarebbe, invece, caricato, stimolato e motivato dalla presenza di un Campione, orgoglioso e ambizioso. Né, del resto, penso a presunte invidie degli attuali bomber milanisti, che potrebbero essere aiutati a migliorare il loro bottino di reti, Higuain, e a crescere, sotto tutti i punti di vista, Cutrone “il Pungiglione “.    

Con Zlatan in campo, sarebbe possibile un turn over intelligente da parte di Gattuso, soprattutto in vista di un inverno che si annuncia rovente. A livello tecnico e tattico, lo svedese sembra l’ideale terminale – uomo , per chiudere in rete gli affilati, precisi e invitanti cross di Suso e Ricardo Rodriguez. La campagna abbonamenti, infine, avrebbe un riscontro incredibile, se avesse ,come testimonial proprio Ibrahimovic, più del pur promettente Paquetà o Fabregas o Cahill.

Insomma non vedo alcuna controindicazione per il ritorno del non più giovanissimo Ibra, anche perché, ripeto, anche un attaccante della nostra serie B costerebbe di più dell’ingaggio voluto da Zlatan, voglioso di tornare protagonista in Italia e in Europa. Forza Gazidis, forza Leonardo, forza Maldini! Ancora uno sforzo per potenziare l’attacco del Milan, un Milan che, con Ibra, moltiplicherebbe le possibilità di tornare a Casa Sua, in Champions League. Da protagonista!

Calciomercato.com

Ho messo due articoli estrapolati dalle news delle ultime ore e li ho scelti così, per dare il senso della conversazione che vorrei intavolare con voi. Non ce lo nascondiamo, l’argomento Ibra è quello che tira più degli altri, più di qualche centrocampista necessario come l’ossigeno, più di qualche difensore necessario come il pane. Chiaramente tutto ciò serve ai giornalisti di Casa Milan che tanto non hanno argomenti, vista la pochezza di materia cerebrale che li attanaglia o per il totale e definitivo rincoglionimento di buona parte dei dinosauri che da tempo (troppo) infestano il panorama. E si andrà avanti così per parecchio tempo, forse per tutto dicembre, vacanze comprese. Io però sono molto combattuto e ve ne spiego i motivi.

Da una parte non discuto minimamente il professionista Ibra, giocatore immenso, serio, dotato di un carattere ferreo e determinato; anzi proprio a livello di determinazione ne ha più lui di tutti gli altri smidollati che compongono la rosa (chi più e chi meno). Il giocatore non verrebbe a svernare e avrebbe solo da perdere a livello di immagine a finire qui come uno dei tanti cadaveri del passato. Tecnicamente verrebbe a dare una gran mano al nostro attacco che si compone di due giocatori e mezz, troppo pochi per una stagione che si preannuncia lunghissima e faticosa, senza contare il fatto che siamo sempre decimati dalla signora nera con la falce.

Io però, dall’altra parte, sono sempre contrario ai ritorni; non li ho mai potuti sopportare, operazioni di finto cuore e tanta ipocrisia che hanno sempre connotato il Giannino, quel sudiciume in cui si era ridotto il Milan. Ne abbiamo visti tanti, tutti che si battevano il cuore (e il portafoglio), ma non ne è riuscito uno veramente. Abbiamo sempre perso tempo e soldi appresso ad ex campioni strafiniti che sono venuti a svernare. Poi qui parliamo di uno di uno di 37 anni che viene da un crociato e da un calcio ridicolo come quello americano. Senza contare che non so fino a che punto potrebbe accettare di fare la riserva di lusso. Sono fortemente combattuto e un giorno prevale una teoria e il giorno dopo prevale l’altra. Allora quale migliore occasione di parlarne con voi?

Gianclint

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Il mio primo ricordo furono i pianti per una sconfitta in finale con il Magdeburgo.. Rivera e Chiarugi erano i miei idoli, ma ho amato anche Wilkins ed Hateley. Per il Milan di Sacchi avrei lasciato tutto e tutti. Rimane per me la pietra di paragone. Scrivo di getto come Mozart, odio i servi, i ruffiani e i leccaculo. Scrivo per il gusto di farlo e potrei dare lezione alla maggior parte dei giornalisti al seguito del Milan, incapaci di scrivere qualcosa di accattivante e vero. Detesto chi scrive e annoia e lo fa solo per ingraziarsi qualcuno. Disprezzo fanatici e cretini. Ragiono con la mia testa e del risultato me ne frego; chi gioca bene vince due volte.