Dopo 50 anni di calcio pensavo di averle viste tutte, ma con tutta evidenza mi sbagliavo.
Perché quello che è successo questa sera è talmente surreale da sfociare nella comicità, non fosse che non c’è nulla da ridere.
La direzione del sig. Marco Serra da Torino sarà ricordata a lungo come perfetto esempio di tutto quello che non deve fare un arbitro su un campo di calcio: prima capovolge la dinamica di un’azione nell’area spezzina fischiando fallo a Leao anziché un sacrosanto rigore (e qui interviene il Var a salvargli le chiappe), poi sorvola su un fallo evidente di Gyasi già ammonito evitando di espellerlo (e Gyasi segnerà il gol vittoria) ma il meglio di sé lo dà a recupero appena iniziato, fischiando all’istante un fallo su Rebic ignorando il vantaggio di Messias che segna un millisecondo dopo.
Per qualche minuto dopo il fischio finale sono rimasto immobile sul divano, incapace di proferire un gesto o una parola, poi facendo violenza a me stesso mi sono rivisto l’azione al rallenty per capirne fino in fondo lo sviluppo: ebbene Serra non è impallato da nessuno, dalla sua prospettiva può perfettamente cogliere la dinamica dell’azione, non può non vedere che la palla sta arrivando a Messias libero di battere a rete, dunque perché fischia?
Se vogliamo essere buoni e credere alla sua buona fede, siamo di fronte ad un perfetto incapace assolutamente inadatto ad arbitrare a certi livelli, ed in questo caso il designatore non può che prenderne atto e porre fine alla sua carriera, 5 partite in serie A le ha arbitrate, grazie e arrivederci a mai più.
Se invece vogliamo essere complottisti, siamo di fronte ad una di quelle classiche sliding door che vede noi milanisti restare sempre sul marciapiede della metro con il treno che ci sfila davanti, stile Muntari-Tagliavento o Kakà-Bertini, e in questo caso il sig. Serra sciacquerà i panni nella serie cadetta un mesetto per poi tornare a far danni a comando… un paio di giorni e sapremo.
Questa premessa, lunga e doverosa, chiaramente non esaurisce l’analisi di quello che è accaduto stasera, e che più in generale sta accadendo ai nostri colori in questo periodo storico.
Se vogliamo essere onesti bisogna dirlo, anche quest’anno probabilmente non vinceremo nulla perché questa squadra, questo allenatore e questa proprietà non possiedono proprio la cultura del vincere.
Per vincere bisogna essere sempre sul pezzo in maniera spietata, non sottovalutare mai nessun avversario, non peccare di presunzione e soprattutto far tesoro dei propri errori.
L’anno scorso Calabria si fece espellere prima di uno Spezia-Milan per non correre il rischio di saltare un derby, quest’anno Tonali ha messo in atto la stessa identica strategia, lasciando la nostra mediana nelle sapienti mani (piedi) della coppia Krunic-Bakayoko, risultato? Squadra spezzata in due, non un Cristo qualunque capace di prendere palla davanti alla difesa e impostare, palla lunga alla viva il parroco o affidata ai coast to coast estemporanei e velleitari di Theo Hernandez.
Ma Santa Madonna, dove sta scritto che i 3 punti contro lo Spezia valgono meno degli altri? Non fosse altro che per una questione di cabala, ci voleva tanto a capire che repetita non iuvant?
Come si può definire se non con il termine presunzione l’atteggiamento con cui la squadra è scesa in campo giovedì sera contro il Genoa? O con cui è tornata in campo questa sera dopo l’intervallo?
Stai sul pezzo con determinazione feroce, fai capire al tuo avversario che non c’è trippa per i gatti dal primo secondo in cui torni a calpestare l’erba, butta dentro qualcuna delle innumerevoli palle gol create e vedrai che alla fine l’effetto Serra non ti tange, incapace o sicario che sia.
I voti stasera metteteli voi, io non ho proprio la forza per farlo
Max
Seguiteci anche su