Un Maestro di calcio come Fuffo Bernardini era solito dire che quando in squadra hai un grande portiere e un grande centravanti sei a metà dell’opera.
Stasera se ne è avuta l’ennesima riprova: alzi la mano chi alla fine del primo tempo pensava che la partita potesse finire così. Sicuramente non i bookies, che avevano alzato la già irrispettosa quota iniziale per la vittoria del Milan da 4.30 a 7.75
In effetti il primo tempo della nostra squadra è apparso a tratti imbarazzante, annichilita sul piano tattico, tecnico, fisico e caratteriale dalla formazione nerazzurra, e tenuta in vita solo dalle formidabili parate di uno strepitoso Maignan. Ed anche il primo quarto d’ora della ripresa non è che lasciasse presagire molto di diverso, con i ragazzi incapaci di creare una singola occasione da gol.
Poi è cambiato qualcosa, Pioli ha tolto un inguardabile Kessie inserendo il folletto Brahim, e nel giro di pochi minuti l’inerzia della partita si è ribaltata.
Inzaghi ha capito che i suoi avevano probabilmente giocato per oltre un’ora sopra ritmo e ha cercato di porre rimedio inserendo forze fresche ma i sostituti non si sono rivelati all’altezza dei titolari e per qualche minuto la sua squadra è andata in confusione, perdendo il bandolo di una matassa tenuta fino a quel momento saldamente nelle mani.
Sono arrivati così i tre minuti che hanno cambiato la storia di questo derby, iniziati con il primo vero gesto di reazione della nostra squadra (la spallata di Giroud a Sanchez) e conclusi con il gesto tecnico più bello della partita, la giravolta con tacco a seguire di Oliviero bomber vero.
Questa partita ci ha insegnato diverse cose.
La prima è che i bla bla di un mese intero a parlare di calciomercato lasciano spesso il tempo che trovano, a parlare poi è come sempre il campo.
La seconda è che questo gruppo probabilmente non è il più forte del torneo ma ha dentro di sé grandi valori, primo fra tutti la capacità di soffrire e di reagire alle difficoltà rimanendo attaccati alle partite con le unghie e con i denti.
La terza non dovrei dirla ma la dico lo stesso, il trittico che aspetta i cuginetti nei prossimi 10 giorni è di quelli tosti (Roma, Napoli, Liverpool), se va come deve andare ci divertiremo.
Maignan: 8 Semplicemente mostruoso, ha sciorinato in novanta minuti l’intero repertorio del portiere, dalla reattività all’istinto, dalle uscite alte a quelle basse, fino ai disimpegni di testa e di piedi fuori dall’area da libero aggiunto, tutto questo è Magic Mike, nelle valutazioni finali della stagione ricordiamoci che per un paio di mesi abbiamo dovuto farne a meno
Calabria: 6 Nel primo tempo la sua fascia è messa a ferro e fuoco da Perisic, anche perché il belga davanti a lui dà lo stesso aiuto di un Gandhi in sciopero della fame, molto meglio nella ripresa quando sale di tono fino a fornire a Giroud il filtrante per il 2-1
Kalulu: 5,5 L’errore sul gol di Perisic è grave e denota limiti difensivi su cui deve ancora lavorare, nel resto della partita galleggia senza infamia e senza lode
Romagnoli: 7 Partita da capitano vero, sopperisce con l’esperienza alle timidezze del compagno di reparto tenendo in piedi la baracca con personalità ed esperienza, se non chiedesse la luna uno così come terzo nelle rotazioni me lo terrei stretto
Theo Hernandez: 6,5 Il fallaccio finale gli toglie mezzo punto (ma parliamoci chiaro, chiunque di noi fosse stato in campo in quel preciso istante se lo sarebbe speso allo stesso modo), all’interno di una partita di grande sofferenza combattuta palmo a palmo sul piano della corsa e del fisico con Dumfries, abbiamo visto versioni migliori del Theo di governo ma anche questo Theo di lotta non è da buttare
Bennacer: 6,5 Prestazione di grande sacrificio, fatta più di lotta e di corsa che di geometrie, mi è piaciuto in due o tre ripiegamenti ai limiti della nostra area che hanno sbrogliato situazioni difficili
Krunic: SV Dieci minuti sono troppo pochi per attribuirgli un voto, ma se li fa bastare per piazzare due o tre randellate ben assestate qua e là
Tonali: 7,5 Sempre più idolo e trascinatore, gioca con la personalità del veterano lottando in ogni angolo del campo e ribaltando il fronte d’attacco ogni volta che ne ha l’occasione, forse stiamo vedendo nascere un campione
Saelemaekers: 5 La vittoria finale salva il suo voto in pagella da temperature più rigide, ma la prestazione è di quelle sconcertanti per quanto il suo apporto è impalpabile nelle due fasi
Messias: 5,5 Un pochino meglio del predecessore ma poco di più, la tecnica è discreta ma i tempi di esecuzione spesso troppo lenti
Kessie: 4,5 La mossa di metterlo in quella posizione per contenere Brozovic non dà i suoi frutti, visto che il croato finché resta in campo fa il bello e il cattivo tempo
Brahim Diaz: 7 Finalmente si rivede il folletto di inizio stagione, entra con l’argento vivo addosso mettendo in grandissima difficoltà l’intera mediana interista che non ha il passo per contenerlo e confeziona l’assist per il pareggio di Giroud
Leao: 5 Di fatto non entra mai in partita, soffrendo moltissimo la fisicità di Dumfries ed eclissandosi per lunghi tratti dal vivo del gioco, peccato perché senza i suoi strappi la nostra manovra offensiva perde molta della sua pericolosità
Giroud: 8 Per settanta minuti lotta contro i mulini a vento sovrastato dal terzetto centrale nerazzurro, ma gliene bastano tre per far vedere come può incidere un attaccante campione del mondo nell’economia di un big match, il secondo gol in particolare è di una bellezza folgorante, lo spot del centravanti puro
Pioli: 7 Per 60 minuti buoni Inzaghi se lo porta a spasso, ma le partite per fortuna durano 90, e con il cambio Kessie-Brahim lui ha l’intuizione capace di ribaltare l’inerzia del match, mezzo voto in più per la corsa sotto la curva dopo il gol di Oliviero, se questa squadra ha dei valori qualcosa di suo deve avercelo messo per forza
Max
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