Commento Roma – Milan 2-1, Game Over

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La musica è finita, gli amici se ne vanno, che inutile serata Pioli mio…

Sembrava impossibile giocare un derby europeo peggiore di quello dello scorso anno ma ce l’abbiamo fatta, a noi l’amaro Montenegro fa una pippa, tanto una più una meno che differenza fa?

Centottanta minuti di piattume totale, senza un guizzo, senza un’idea, senza amor proprio, senza orgoglio, senza palle, in cui il massimo della reazione è stato lo sgambettino da checca isterica di Theo a tempo scaduto.

Che aria tirasse si è capito dopo meno di cinque minuti osservando la genialata del mago di Sala Baganza, che ha pensato bene di mettere Calabria interno di centrocampo a coprire le sortite a tutta fascia di Musah, con Pulisic e Loftus-Cheek a pestarsi i piedi sulla trequarti.

Poi è chiaro che ti dice male, la Roma prende il palo e la palla finisce sui piedi di Mancini, Loftus prende la traversa e la palla finisce chissà dove, Dybala infila l’angolo lontano circumnavigando tre schiene, Loftus centra di testa a botta sicura l’unica schiena presente di Spinazzola, sfortuna direte? No, è che il Dio del calcio odia gli stupidi.

Si può definire in modo diverso la mossa di lasciare Gabbia da solo a difendere a campo aperto nell’uno contro uno di fronte a Lukaku?

O quella di giocare un intero secondo tempo in superiorità numerica con uno splendido 4-1-5, con tutti gli attaccanti schiacciati al limite dell’area a chiudere ogni spazio e conduzione di palla affidata a centrali di difesa che non sanno che farsene?

Il risultato finale è stato uno zero cosmico, lo stesso apporto che questo allenatore è ormai in grado di dare alla squadra, zero appunto.

Rimane solo una cosa da chiedere a questa inutile stagione, salvare la faccia lunedì prossimo e non sbracare per il sesto derby consecutivo.

Poi chi è pagato per decidere veda di prendere le decisioni giuste, anche per togliere ogni alibi residuo ad un branco di bambocci immaturi, presuntuosi e senz’anima.

 

Max

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Il mio primo nitido ricordo del Milan risale all'8 aprile 1973, compleanno della buonanima di mio papà: sono sulle sue spalle a Marassi, e' il Milan allenato dal Paron e da Cesare Maldini, vinciamo 4-1 e lui mi indica la 10 di Gianni Rivera... Da allora tutta una vita accanto ai nostri colori, vivendo con la stessa passione gioie e delusioni, cadute e rinascite, disfatte e grandi trionfi, fino alla foto a fianco...ecco, il mio Milan è finito lì, dopo è iniziata l'era del Giannino....ma adesso, forse, si ricomincia.