Impazza il calciomercato e imperversano gli insider. Personalmente non me la prendo particolarmente, non mi infastidiscono. Sono un fenomeno naturale in un mercato, quello del calcio e in generale dello sport professionistico, che a livello di tifo conta molto sull’irrazionale, spesso anche – purtroppo – giocando con i sentimenti dei tifosi. Noi ci concentriamo invece più volentieri sul lato razionale del mercato, su cosa si può fare o non fare in questo periodo concesso a chiunque voglia migliorare la propria rosa, nell’illusione di trovare in queste settimane il deus ex machina, la panacea ai propri mali.
Ad oggi il Milan ha individuato intanto un calciatore che può fare al caso nostro: Paquetà, ex stella del Flamengo, sbarcato ufficialmente a Milano poche ore fa (giovedì il suo contratto è stato infatti depositato in Lega). Accostato in patria a Kakà, la suggestione era d’altronde molto facile, nell’attuale schema rossonero il giovane brasiliano potrà alternarsi con Calhanoglu e Suso sulle ali, o anche tentare la via centrale in caso di 4231 o 4312. Investimento importante, quello per l’ex rubronegro, che ha portato nelle casse del club carioca circa 35 milioni di euro (più bonus), almeno stando ai ben informati.
Una scommessa, forse, ma da tentare. Le doti, importanti, andranno testate in Europa, ma l’intelligenza, i movimenti e la qualità ci sono. Rispetto al primo Kakà manca forse la capacità di fare la scelta giusta al momento giusto, quella spietata lucidità che aveva già mostrato al mondo “Ricardino” sin dal debutto nel caldo di Ancona. I movimenti del Milan non si limiteranno al giovane verdetto: sfumato Muriel (e forse anche Fabregas) sono altri i nomi che oggi hanno preso a circolare. Uno fra tutto quello di Sensi, oltre l’immancabile Milinkovic-Savic. Se il secondo sarebbe un innesto importante (per quanto attualmente in flessione, ma forse più per ragioni motivazionali che tecniche), più dubbi fa sollevare il primo nome, più per la politica che sottintende che per il valore del giocatore. I Sensi difficilmente possono essere le pedine in grado di decidere la corsa Champions in nostro favore, e se una volta acquistati dovessimo bucare l’obiettivo rischieremmo di trovarci cornuti e mazziati, con un pugno di mosche in mano e il conto da pagare. La delicatezza di questo mercato è tutto qui, nel riuscire ad acquistare, oltre i giocatori più utili e funzionali nel momento specifico, anche quelli più spendibili in futuro.
Davanti a noi abbiamo un paio di settimane di riposo della Sere A, ma non dei ragazzi. Fra sette giorni ci sarà la Coppa Italia con la complicata trasferta di Marassi contro la Samp, fra una decina di giorni sarà invece la volta della finale di Supercoppa Italiana. Vedremo se la vittoria più sofferta del previsto contro la Spal avrà strascichi positivi sulla stagione del Milan, o perlomeno sulle prossime partite. Una squadra comunque un po’ più pimpante rispetto alle ultime uscite, anche nonostante l’espulsione finale di Suso. Una vittoria in cui non sono tuttavia mancati diversi minuti di timore e apprensione, dopo il pareggio ferrarese e nei minuti conclusivi in inferiorità numerica. Questo è ancora un Milan molto, troppo fragile, in cui, pur con il massimo sforzo, si ottiene spesso il minimo assoluto. L’esatto contrario di ciò che dovrebbe fare una grande squadra, di ciò che fa oggi la Juventus o che faceva qualche anno fa lo stesso Milan ancelottiano (per citarne uno).
Fab
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