A La Spezia è arrivato un duro colpo, non agli ottimisti ma a tutti. Sebbene sia d’accordo con chi inquadra nel quarto posto l’obiettivo teorico più consono alla nostra squadra, da settembre mi ostino a vederci in corsa per lo scudetto; questo inizio di 2021 pare inevitabilmente dare ragione ai primi, ma non è questo il punto. Una squadra che viaggia al primo posto per venti turni di campionato, in fuga sull’obiettivo teorico, sulle dirette rivali e sulla juventus plurititolata, imbattuta per tre mesi e mezzo, al passo dell’Inter che ha iniziato un progetto da due anni e che per le spese sostenute a supporto dell’ambizione scudetto rischia di doversi presentare in tribunale…non può non essere candidata allo scudetto. C’è possibilità di “scegliere” per noi tifosi, ma non per i calciatori e per l’ambiente. Ed è qui che stiamo fallendo, prima di tutto mentalmente. Ci siamo confrontati tardi e male con questa realtà, e non ci siamo dati gli elementi necessari per sopravvivere in un contesto diverso; banalmente il saper abbassare ritmi, o gestire un avversario più tonico per poi colpirlo grazie alla maggiore qualità: le basi del vincere (in Italia).
E’ presto per dare giudizi negativi, come lo era prima per quelli estatici, tuttavia nella mia vita da tifoso e anche osservatore neutrale, di squadre decomposte a marzo ne posso elencare a dozzine. E non parlo di compagini che non vincono, perché fondamentalmente alla fine ne vince una sola e non è che il resto è merda. Ma di squadre che letteralmente svaniscono. Ed è questa la mia preoccupazione, non l’uscire dalla corsa Scudetto.
Per gli appassionati di basket cito l’Olimpia di Pianigiani, secondo anno, che viaggiava al 90-100% di successi in campionato e 60% in Eurolega col miglior attacco (e attaccante) e un display impressionante di soluzioni offensive; ricorderete le figure alle finals di Coppa Italia, ai playoff e nelle ultime decisive gare europee. Non solo sconfitte ma vergognose ritirate condite da scenate, litigi e impotenza soprattutto di fronte all’aggressività di chi nei mesi precedenti al posto di bearsi di logotriple estemporanee aveva lavorato per essere più pronto. Aggiungete questa esperienza personale alla mia perenne riserva su Pioli e capirete la mia ansia.
Abbiamo bisogno di sapere se questo Milan ha un’Anima e un Cuore e abbiamo bisogno di saperlo subito. Le considerazioni sui cambi di modulo le lasciamo agli altri (ridicolo a febbraio), così come le congetture sui ‘carichi pesanti’ e i ‘richiami di preparazione’ che mi paiono giustificazioni debolucce verso quanto visto a La Spezia. Servono risposte più profonde, a partire da domani sera; questi ragazzi devono guardarci negli occhi e dimostrarci che ce la faranno a non mollare fino all’ultimo.
La Stella Rossa evoca ricordi mitici, ma siamo molto distanti da quella realtà. I talenti che nascono in Serbia oggi partono presto e sono soppiantati da giocatori di medio livello, spesso scarti dei campionati maggiori e la storica squadra belgradese non fa eccezione. Classe media serba e vari ed eventuali per raggiungere una dimensione di organico simile al Genoa, per intenderci, gestita con solidità dal fastidioso ex interista Dejan Stankovic. Secondo il ds del club questa è la migliore squadra da vent’anni, e il cammino domestico sembra dargli ragione visto che sta dominando con 19 vittore, 2 pareggi e +47 di differenza reti il campionato.
Il cammino europeo dei Campioni di Serbia è iniziato al primo turno della Champions League, con un successo per 5-0 contro il College Europa di Gibilterra; al secondo turno uno striminzito 1-0 contro il Tirana poi la sconfitta, ai rigori, contro i ciprioti dell’Omonia. Nel trentennale del successo contro l’Olympique Marsiglia si poteva fare sicuramente meglio. I playoff di Europa League sono stati superati con un 2-1 all’Ararat Armenia, mentre il girone ha visto i belgradesi arrivare secondi dietro all’Hoffenheim e davanti a Slovan Liberec e Genk con 11 punti, 1 sola sconfitta, 9 gol fatti e 4 subiti.
Difficile inquadrare a che livello siano e che competizione possano mettere in campo; sicuramente dovremo aspettarci densità e contropiede per le caratteristiche dell’organico ma non è escluso (visti i nostri ultimi passaggi a vuoto) che almeno per alcuni tratti di partita verremo aggrediti.
In Serbia la Stella sta dominando il torneo con una difesa impenetrabile e il miglior attacco. I gol sono equamente divisi fra Ivanic, Katai, El Fardou Ben e Falcinelli, i principali interpreti offensivi del team a cui si aggiungono il gigante Pavkov, alternativa credibile per puntare sui lanci lunghi, e i giovani Gavric e Radulovic. Nel mercato invernale è arrivato anche Pippo Falco per sostituire i partenti Spiridonovic e Boakye, altra vecchia conoscenza del nostro calcio.
Molte le alternative per Stankovic, che punta sulle individualità e le azioni di transizione semplice e diretta. Mirko Ivanic svolge il lavoro del legante fra i reparti, e sta trovando la miglior stagione dal punto realizzativo; è l’uomo da tenere sotto controllo, disponendo dell’inventiva per innescare i compagni. Aleksander Katai, destro ma spesso impiegato a sinistra, è probabilmente l’elemento di maggior talento della squadra. Già alla Stella Rossa dal 2014 al 2016, ha tentato poi fortuna il Liga senza gran successo; ha però convinto in MLS con i Chicago Fire con cui ha giocato fino al dicembre 2019. Selezionato poi dai Galaxy in concomitanza con la partenza di Ibrahimovic, Katai non solo non si è affermato sul campo ma è stato licenziato a causa di alcuni tweet della moglie (parecchio razzisti). A luglio è tornato a Belgrado, ambiente probabilmente più consono a lui e alla consorte. E’ comunque infortunato e ha saltato le ultime gare; al suo posto potrebbe avere una chance Falco anche se in campionato è stato preferito il giovane talento bosniaco Gavric, nome che gira da qualche mese per il mercato di Atalanta, Roma e Fiorentina.
A destra, mancino, agisce El Fardou Mohamed Ben Nabouhane, comoriano insediato in Serbia ormai da un triennio, brevilineo e spesso impegnato anche in copertura ma con buone doti finalizzative, mentre al centro dell’attacco ci sarà uno fra Falcinelli e Pavkov. Ecco, che l’attaccante più pericoloso dei biancorossi sia Falcinelli, scartato dalla serie A in cui ha segnato l’ultimo gol a dicembre del 2017 (contro l’Inter, una delle sue vittime preferite), la dice probabilmente lunga sul livello individuale della Stella Rossa. Ribadiamo la solita solfa: da non sottovalutare, ma non stiamo parlando dei belgradesi di Prosinecki, Jugovic, Pancev, Mihajlovic, Savicevic.
A centrocampo pesante l’assenza di Nikolic in mediana, il talento 21enne ha rimediato un infortunio alla caviglia. Dunque al coetaneo Petrovic e all’ivoriano Sanogo toccheranno le chiavi del centrocampo; quest’ultimo ha buona esperienza di Europa (27 presenze con lo Young Boys) e potrà fornire fisicità e contrasti essenziali per darci fastidio.
In difesa spazio alla linea serba Gajic-Pankov-Degenek (anche se gioca per l’Australia)-Rodic; anche se come centrali spesso trovano spazio Milunovic, che può essere pericoloso sui piazzati, e il giovane Erakovic. E’ un gruppo di giocatori domestici e solidi, il che giustifica appunto l’ottimo rendimento difensivo anche fuori dalla Serbia.
Punto di forza è anche il portiere e capitano Milan Borjan. Nativo di Knin, in Croazia, da genitori serbi, cresciuto a Belgrado ma emigrato poi in Canada, il 33enne rappresenta dal 2010 appunto la nazionale canadese con cui ha accumulato ormai 49 presenze. Cresciuto calcisticamente in sudamerica, in cui disputò provini sia per il Boca che per il River Plate, e dove giocò per Nacional Montevideo e Quilmes, si affermò al Rad Belgrado per poi affrontare esperienze in Turchia, Romania, Polonia e Bulgaria con il Ludogorets dove ebbe modo di esordire in Champions (con qualche errore, a dire il vero). Con la Stella Rossa è ormai alla quarta stagione, è stato eletto Atleta dell’Anno dal club nel 2018-19, anno in cui è riuscito a mantenere inviolata la porta nelle improbe sfide di Champions contro Napoli e Liverpool. 1.95cm, è un portiere solido dallo stile classico che si basa molto sulla reattività e i riflessi; se nella giornata giusta è di quelli che possono resistere ai bombardamenti prolungati.
Nel non considerare la Stella Rossa fra i peggiori avversari che potessero capitarci nei sorteggi, e che fondamentalmente non è niente di che, comunque teniamo conto che il nostro momento non è positivo ed è probabile che questo doppio confronto assuma delle proporzioni ben più grandi di quelle che il livello dell’avversario giustificherebbe. Sembriamo un po’ tutti sotto pressione, insomma. Bene, male? Vedremo.
Larry
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