Io non sono un fan sfegatato di questa dirigenza perché la ritengo colpevole di aver estinto il milanismo, prima con l’allontanamento di Maldini e poi con la cessione di Tonali. Però va anche detto, per onestà intellettuale, che la società si è mossa in modo dinamico. Ha cercato e sta cercando ancora adesso di colmare le lacune tecniche che ci siamo detti in questi anni.
Personalmente non seguendo il calcio estero ma a malapena quello italiano e a volte solo il Milan, e di conseguenza non conosco molto i nuovi acquisti. Ma leggendo i guru del calciomercato abbiamo finalmente acquisito un esterno destro, tale Chuwkueze, un trequartista che può svariare come Pulisic, una punta come Okafor, ha rimpolpato il centrocampo con Loftus Cheek, Musah e con il talentuoso olandese Reijnders, ha preso Sportiello al posto del buon Tata, un giovane di belle speranze come Romero.
Insomma una autentica rivoluzione all’americana, quindi alla fine cosa vuoi imputare a questa società? A mio modesto parere PER ORA nulla, siamo gli unici attivi sul mercato sia in entrata che in uscita.
Fino ad adesso io posso solo puntare il dito contro di loro sulla vicenda Maldini, ma non perché non avessero diritto di allontanarlo, perché alla fine Paolo era un dipendente della proprietà, brutto da dire ma è la verità. E quando uno stipendiato va contro la linea aziendale non ci può essere altra soluzione che la separazione. Io contesto i modi di come è finita la storia, poteva essere gestita in maniera diversa e in modo più furbo per tutto quello che ha rappresentato Maldini per i nostri colori, per cosa lui ha rappresentato per una generazione di tifosi. A me che non ho molti anni di differenza da Paolo significa molto, per i quindicenni di adesso molto probabilmente nulla. Ci vuole rispetto per tutti i tifosi, che al giorno d’oggi sono visti come clienti.
Per il resto come sempre sarà il campo a dire se le operazioni estive sono state buone o meno, personalmente le rivoluzioni non mi sono piaciute, quando si cambiano troppi giocatori si va incontro a tantissime difficoltà e questa cosa a me fa paura.
E sento troppo entusiasmo soprattutto nei giovani ubriacati dagli acquisti, finalmente la proprietà sgancia i denari, il loro pensiero.
“Quando ritornai al Milan, dopo un anno gli dissi che non mi sembrava una squadra adatta a vincere e infatti fu così” (F. Capello)
Mi ritornano in mente due campagne acquisti accompagnate dalle fanfare, quella della stagione 1997/1998 con il ritorno di Capello in panchina e quella oramai famosa delle cose formali del gatto e la volpe alias Fassone – Mirabelli.
Nell’estate 1997, arrivarono in ordine Ibrahim Ba, Christian Ziege, Andreas Andersson, Andrè Cruz, Patrick Kluivert, Winston Bogarde, Massimo Taibi, giusto per citare i più famosi ma la lista è più lunga.
Mentre quella del 2017, giusto vent’anni dopo, indossano i nostri colori, Andrea Conti, Ricardo Rodriguez, Lucas Biglia, Mateo Musacchio, Hakan Calhanoglu, Frank Kessie, Andrè Silva, Nikola Kalinic, Fabio Borini, Leonardo Bonucci.
Se li prendiamo singolarmente tutti buoni giocatori, ma cosa non funzionò in entrambi i casi? Quando prendi tanti giocatori metterli assieme, farli coesistere, mettere assieme i nuovi con i “vecchi” ci vuole tempo, pazienza. Purtroppo visto il calendario delle prime dieci giornate temo che di tempo ne abbiamo poco perché potrebbero già rivelarsi decisive per le nostre sorti in campionato.
In questo il mister deve essere bravo e a lavorare come non mai, e riuscirà a far apprendere al gruppo i suoi nuovi dettami tecnici? C’è la farà Pioli? Altro mio dubbio…non lo so. Io ho qualche preoccupazione che possa venir travolto dalla troppa pressione e dalla troppa responsabilità. E se questo avvenisse non ci sarà nessuno a proteggerlo e verrà sacrificato sull’altare come colpevole unico della situazione buttando a mare la stagione e vanificando la rivoluzione americana. Insomma questo mercato sta portando entusiasmo soprattutto nelle giovani leve, però quello che sta nascendo sarà un Milan concreto e vincente? Questo non lo possiamo sapere e pertanto giudicare all’11 agosto mi sembra prematuro, anche perché questa dirigenza deve far meglio di uno scudetto e di una semifinale di Champions. Quindi tutto bene ma non illudiamoci, io ci sono già cascato in questo giochino.
Stiamo calmi, aspettiamo, vediamo, ragioniamo solo il tempo ci darà tutte le risposte necessarie alle nostre domande e capire se l’american revolution basata su algoritmi e “player trading” ha funzionato. Perché come sempre sono i risultati conseguiti sul campo a sentenziare.
W Milan
Harlock
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