Questo è il primo vero momento di difficoltà della stagione. Non certo per i risultati, nonostante le tre sconfitte in Champions League (ci torneremo), ma per le assenze. Il lavoro svolto dalla dirigenza quest’estate è stato senza dubbio di alto livello, ma rimane il fatto incontestabile che la vera differenza tra Milan e altre squadre si nota una volta lanciato l’occhio verso la panchina. Lo spessore dei rincalzi è discreto, ma nulla più. Romagnoli, uno tra Kessiè, Bennacer e Tonali, Florenzi, Ibra (pur con i suoi tanti acciacchi), uno tra Rebic e Leao… stop. Almeno a mia memoria – e potrei essermi dimenticato qualcuno – sono questi i potenziali panchinari di lusso se schierassimo la formazione tipo. È ancora un po’ troppo poco per pensare di essere competitivi su due fronti, così come per pensare di vincere lo Scudetto.
Discorso Champions League: il Milan finora si è battuto con grande impegno e determinazione, subendo anche qualche furtarello qua e là, e ha raccolto zero punti. Fermo restando che saremmo ancora in gioco per passare il turno, la Champions di quest’anno non ci deve servire per i soldi, né deve essere un’ossessione, ma una palestra. Dei nostri ragazzi pochissimi nella loro carriera avevano disputato la maggiore competizione europea prima di quest’anno. Proprio per questa ragione non possiamo pretendere che sin da subito siano in grado di disputarla senza soffrire l’ansia da prestazione, senza sentire le gambe molli nei momenti decisivi, senza, in una parola, sbagliare. Va bene così, almeno io la vedo in questo modo.
Occhio e grande attenzione al Bologna, un bel trappolone. I felsinei si trovano all’ottavo posto in classifica, davanti alla Fiorentina e a brevissima distanza da Juventus e Atalanta, per intenderci. Nonostante ciò i rossoblu sono stati abbastanza altalenanti nelle ultime tre uscite. Sconfitti 4-2 in trasferta dal modesto Empoli, vittoriosi in casa con un rotondo 3-0 contro la Lazio di Sarri e poi raggiunti a Udine sull’1-1 da un’Udinese in 10 per un’ora. Dalla cintola in su i rossoblu hanno una formazione di tutto rispetto, specie con il tridente composto da Soriano, Barrow e Arnautovic. A destra De Silvestri è sempre il solito stantuffo in fase offensiva e difensiva e Skorupski è uno dei migliori estremi difensori della A, di certo uno dei più sottovalutati. Ciò che forse davvero manca alla squadra di Mihajlovic è la continuità: l’allenatore serbo, dopo il ko di Empoli addirittura quasi a rischio esonero da parte del magnate canadese Saputo, ancora non è riuscito a rendere i suoi ragazzi una mina vagante del campionato, ma di certo hanno le potenzialità per esserlo. BOLOGNA (3421): Skorupski; Soumaoro, Binks, Theate; De Silvestri, Medel, Svanberg, Hickey; Soriano, Barrow; Arnautovic.
Nel Milan si fa forse prima a dire chi c’è, piuttosto degli assenti. Con nove forfait (cinque di questi titolari) i rossoneri si presentano al Dall’Ara in piena emergenza e con ancora addosso le scorie di Oporto. Tornerà tuttavia dal primo minuto Ibrahimovic, pienamente recuperato. Sulla trequarti confermato Krunic, mentre a centrocampo le previsioni danno Kessiè in panchina (non è tuttavia escluso che venga gettato nella mischia, considerato il turno di riposo forzato causa squalifica in Europa). MILAN (4231): Tatarusanu; Calabria, Kjaer, Tomori, Ballo-Touré; Bennacer, Tonali; Saelemaekers, Krunic, Leao; Ibrahimovic. Di difficoltà in questi anni ne abbiamo già vissute, e moltissime superate. Facciamo in modo che questa sia solo una momentanea parentesi: pensiamo al carattere mostrato contro l’Hellas. Ripartiamo da lì e dalla nostra identità. Forza Milan!
Fab
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