Ripartire dalla vittoria contro la Roma, dalle certezze che abbiamo e da Higuain. Questo è ciò che deve fare il Milan stasera sul campo del Cagliari, squadra non irresistibile ma spesso ostica, specie tra le mura amiche. Il Pipita è chiamato a sbloccarsi una volta per tutte, e la squadra a sostenerlo al meglio. È indiscutibile il fatto che sia lui la nostra miglior risorsa, la nostra chiave per una stagione se non da protagonisti, almeno da mine vaganti della parte alta della classifica. A oggi, come scritto una settimana fa, la squadra non è entrata (o almeno non tutti) in questo ordine di idee.
Un po’ per indole, un po’ per caratteristiche tecniche, due delle tre principali fonti di gioco offensive – Suso e Bonaventura – devono fare ancora molto per diventare davvero gli uomini squadra che ci aspettiamo siano. Proprio per la loro importanza nel nostro sistema di gioco, paradossalmente è quasi più da loro che passa molto della nostra stagione. Entrambi giocano troppo spesso cercando di risolvere personalmente la situazione, entrambi cercano troppo spesso la conclusione e non il passaggio decisivo. In questo Calhanoglu ha già dimostrato di essere più maturo, ad esempio. Senza questa loro consapevolezza, Higuain continuerà a rimanere solo e sprovvisto di vere occasioni da gol come accadeva in precedenza Cutrone, Kalinic, Andrè Silva e prima ancora Bacca.
Altra questione, parzialmente connessa con quanto appena scritto, è la velocità della circolazione di palla. Nonostante sia una squadra tecnicamente molto dotata, il Milan fa al momento molto possesso palla, ma troppo staticamente e lentamente. Contro Roma e Napoli, che del palleggio hanno fatto negli ultimi anni la propria cifra stilistica, i rossoneri hanno fatto segnare il 59% e il 53% di tempo totale con il pallone tra i propri piedi. Poche sono state tuttavia le azioni pericolose create. Insomma, la propensione a offendere è ancora limitata, uno dei motivi per cui abbiamo ancora difficoltà a esprimere tutto il nostro potenziale offensivo. In questo senso tendo a definire il nostro approccio “difensivista”.
Maggiore aggressività: anche su questo bisognerà lavorare. Il gol di Cutrone contro la Roma è stato un magnifico esempio di ciò che il Milan dovrebbe fare un po’ più spesso: cercare il recupero di palla “più alto” possibile, ribaltando la situazione e prendendo in contropiede la retroguardia avversaria.
Stasera dunque trasferta in terra sarda, contro una squadra che a livello di corsa potrà mettere in difficoltà in molti. Barella, Ionita e Castro garantiscono chilometri, pressing e agonismo, così come Sau più avanti. Pavoletti, non un bomber di razza ma un onesto attaccante di provincia, è invece sempre pronto alla zampata vincente. Da quest’anno, poi, sulla fascia destra dei sardi gioca Srna, nostro ex avversario in alcune partite di Champions contro lo Shakhtar Donetsk: un’insidia in più sui calci piazzati. Una squadra molto equilibrata, quadrata, senza guizzi particolari, ma incisiva. Una di quelle compagini che richiedono il 100% di attenzione per il 100% del tempo: un banco di prova importante, per quanto naturalmente neanche lontanamente decisivo, per la nostra stagione.
Fab
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