Gerry Cardinale, Gordon Singer, Giorgio Furlani, Goeffrey Moncada, Zlatan Ibrahimovic e Antonio D’Ottavio tutti insieme per una call post Salernitana-Milan, per fare cosa? Per decidere il nulla, o meglio, per decidere di non decidere. Milioni di euro persi in pochi mesi a livello societario, milioni di euro di stipendi in un call e il risultato è quanto meno sconcertante. Rimandare la decisione al coma irreversibile. Ebbene si perchè il Milan è già in coma, con zero possibilità di svegliarsi, eppure c’è con ancora qualche fiaccolata qua e là, tra tifosi e giornalisti compiacenti, che spinge per non staccare la spina ad un progetto tecnico abissatosi ormai da oltre un anno. Peggio di così si può andare? Eh beh, direi di si, lo stiamo vedendo di mese in mese, per questa squadra non c’è limite al peggio. L’anno 2023 avrebbe dovuto dare una scossa a qualsiasi dubbio durante questa fantomatica call, ma evidentemente la mente ha la memoria corta, o come penso, ci sono altri interessi che non permettono una decisione dritta, univoca e rapida. Ovvero aspetti economici.
Così tanto per rinfrescare la memoria anche a tutti gli scordarelli che navigano intorno ai salotti di Milanello, il 2023 del Milan è stato questo:
- fuori dal campionato al 8 gennaio 2023 dopo pareggio con la Roma in casa (sempre 2-0/2-2), anche se ormai eravamo già lontani dalla vetta da prima del Mondiale;
- fuori dalla Coppa Italia l 11 gennaio 2023 contro un Torino decimato, in dieci, dopo i supplementari;
- sconfitta in Supercoppa Italiana il 18 gennaio 2023, perdendo il primo dei 5 derby (stra)persi di quest’anno 3-0 senza fare un tiro in porta;
- prendere due gol a Leccein 25 minuti, prendere 4 gol a Roma con la Lazio, prendere 5 gol in casa contro il Sassuolo, perdere un altro derby 1-0 senza arrivare nell’area avversaria, perdere a Firenze, perdere a Udine, pareggiare in casa con la Cremonese praticamente retrocessa, perdere a Spezia per l’ennesimo anno;
- giocare la semifinale di Champions League più breve della storia, durata 8’, perdendo altri due derby senza fare un gol;
- quinto posto finale in campionato, rimontati da Lazio, Inter e Juventus che avevano rispettivamente -6, -3 e -12 punti rispetto a noi al 5 gennaio 2023;
- 16 sconfitte tra tutte le competizioni nell’anno solare 2023;
- Perso contro il 5 derby dell’anno a settembre;
- Perso contro l’Udinese che non ha vinto nessun’altra partita;
- Pareggiato a Napoli, Lecce e Salerno essendo in vantaggio anche di 2 gol (1 a Salerno);
- Record storico di infortuni muscolariy, sfondando i 30 infortuni in 3 mesi.
Questo giusto per riassumere quanto si sarebbe dovuto analizzare in una call. Con una cosa del genere, la decisione sarebbe dovuta arrivare in massimo 10 minuti. Dopodichè si sarebbe contattato l’interessato a sostituire il coach e per il 26 dicembre si lavorava con un nuovo staff. Stop. Senza se e senza ma. Invece che ci fosse Singer presente già chiarisce bene qual è il rapporto di forza interno a questa società, qui si rimane fino a quando il debito non sarà saldato e i conti devono rimanere intatti. Ovviamente far trapelare “riflessioni in corso” è una puttanata colossale, perchè c’è poco da riflettere, va detta la verità. Non ci sono alternative e non vogliamo perdere soldi a pagare due allenatori per troppo tempo. Piuttosto speriamo che si dimetta da solo, ma non sanno che quello lì non lascerà manco sotto tortura. Perchè mollare il contratto della vita quando poi, in futuro, allenerai al massimo il Palermo o una neo promossa? Mica scemo.
Un simposio di menti che non sanno decidere perchè non possono fare il bene della società. Io non credo minimamente all’incompetenza tanto sbandierata anche qui sul blog, qui è molto diverso e anche peggio, ovvero qui c’è ben presente tutto ma non si decide solo perchè si pensa al proprio ego e alla propria posizione nell’organigramma. Ma non c’è nulla di diverso con il passato, questi fanno così e non lo fanno perchè sono incapaci ma lo fanno perchè non gliene frega un cazzo. Vi ricordate Ragnick? E il contratto di Maldini e Massara? Questi pensano al dopo non al presente. Qui è il grosso problema ed è il motivo per il quale prendi un consulente come Ibra e poi questo va a Miami per Natale, facendo giusto un giro di telefonate ad alcuni ex-compagni per capire il rapporto con Pioli. Ma non ci vuole un genio a capire che questi non ne vogliono più sentir parlare di sto coso qui ma non hanno le palle per sbracare e tengono una posizione democristiana. Ci va bene ma non ci va bene.
Conclusione? La solita, si salva anche questa volta e con lui anche tutti coloro che decidono di non decidere ma il problema è che più si andrà avanti e più il coma sarà irreversibile, quindi poi sarà impossibile pensare di poter salvare il salvabile.
FORZA MILAN
Johnson
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