Emozioni, che non esistono più

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Sono sempre più in difficoltà a scrivere, a trovare degli spunti interessanti da potervi proporre. Abbiamo già scritto di tutto, dell’inadeguatezza di Pioli, del modo in cui RedBird sta gestendo il nostro Milan, sugli infortuni, sull’allontanamento di Maldini dove ognuno giustamente ha la sua idea ed è rispettabile qualunque essa sia. Insomma cosa scrivere, su che cosa provare a ragionare assiem a voi.
Quindi mi sono guardato dentro e ho provato a capire prima su me stesso del perché io non ami questa società e questo suo modo di operare.
La risposta che mi sono dato è che non provo nessuna emozione, nessun trasporto ed è quello che mi hanno trasmesso con il loro modo di operare e di vivere il calcio. Voi sapete che io sono un inguaribile romantico, amante della storia del Milan (che nella mia paginetta facebook continua a fare per sfogarmi), che nel mio percorso da sostenitore del Milan ha vissuto grandi delusioni e grandi gioie, come tutti i tifosi della mia generazione, ho vissuto l’attesa, la paura, l’ansia, per l’appunto emozioni. Cosa che in questo momento sono totalmente azzerate.
Personalmente non sento più quella voglia frenetica di guardare il Milan, non sento più le farfalle nella pancia nell’attesa di una partita, non solo per le grandi sfide, facile ricordare le partite di Coppa con il Real, le finali. Io ricordo emozioni incredibili davanti alla tv per un Bratislava-Milan vinto 1-0 con gol di Maldini su un campo infame, credo fosse il 1992. Potrei citarne altre come Milan-Zaglebie, Helsinki-Milan, Milan-Messina 6-0 con tripletta di Baresi, oppure fare i compiti con l’orecchio che ascoltava le partite di coppa italia giocate d’inverno nel primo pomeriggio. Insomma emozioni, adrenalina ma oserei amore verso quei due magici colori che sono il rosso ed il nero.
Ecco questa società molto più concentrata sulle cose extra campo che sulle questioni calcistiche mi ha tolto quella chimica magica.
Io non sono contro il progresso e l’evoluzione delle cose ma ci sono delle tradizioni di campo che non possono essere cambiate. Parlare con i giocatori, viverli sul campo, non farli sentire soli, ma accompagnarli, ascoltarli, fargli capire che cos’è il Milan, sono cose importanti. Una volta questo era il compito dei senatori del gruppo, ora in questo nuovo modo di fare calcio dove i calciatori non sai quanto rimangono non lo fa più nessuno. E allora a mio avviso deve farlo la società ma ci vogliono persone in grado di farlo con personalità e autorità.
Io sono a favore della sostenibilità economica, però il tifoso vuole tornare ad essere competitivo, non dico vincere, ma vuole tornare a sognare, ad emozionarsi, esso sia allo stadio che davanti al televisore. E queste emozioni possono darle solo gli undici giocatori che entrano in quel rettangolo di gioco. Invece tutti sono più concentrati sulle cose extracampo, chi ai bilanci, chi ai followers sul proprio canale social.
Insomma forse dovremmo fare un passo indietro a tornare a vivere il calcio con molta più leggerezza e con il diritto di sentire le emozioni correre dentro di noi.

Leggere dell’esordio di Camarda di sabato scorso, mi ha fatto piacere ma allo stesso tempo mi fa molta paura, perché un’altra consapevolezza che ho è che ho paura del futuro.
Io sostengo che per il talento non c’è età, però una volta era molto più semplice, perché i ragazzi avevano meno pressione, o meglio era diversa meno pesante.
Da sabato sera avrò visto centinaia di video e di post ad inneggiare il ragazzino come fosse il salvatore della patria, al di là che per il fatto che siamo costretti a far giocare un quindicenne perché gli attaccanti in rosa sono infortunati (altro tema oramai scritto e riscritto ma che nessuno in società vuole risolvere) o impresentabili ha un solo ed unico colpevole: la società.
Ma con i ragazzi dei tempi moderni, la generazione x, y, z quanto sarà forte di testa, motivato e soprattutto ben consigliato a partire dai genitori? Questo mi fa paura, chi lo proteggerà in futuro? Perché se il presente è pessimo il futuro può essere peggiore, infatti sono d’accordo con Larry che stiamo rientrando nella banter era, in modo diverso ma sempre Banter era.
Speriamo bene caro Francesco, buona fortuna, io come sapete ero allo stadio di Udine quando esordiva Maldini, ti auguro di essere forte nella testa ed avere un coppia di genitori altrettanto brava e meno social di te.
Dicevo il futuro mi fa paura, perché siamo qui tutti ad invocare l’allontanamento di Pioli, giusto e sacrosanto, ma io temo che questa società sceglierà un allenatore giovane e di prospettiva, ad esempio Farioli, che ci può stare, ma dietro a lui ci sarà una società pronta ad aiutarlo? Chi potrebbe farlo? Non abbiamo più persone di campo, ma solo bocconiani e talent scout in cerca di poppanti.
Tutto questo mi ha tolto il senso e la voglia di emozionarmi per il mio Milan. Ridatemi le mie emozioni.

W Milan

Harlock

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"Quando il Milan ti entra nelle vene avrai sempre sangue rossonero" Ho visto la serie B, ho visto Milan Cavese, ho toccato il tetto del Mondo con un dito e sono ricaduto ma sempre rialzato. Ho un papà Casciavit....Grazie per avermi fatto milanista.