Fiorentina-Milan presentazione

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Dopo la delusione della mancata qualificazione diretta della Nazionale ai Mondiali, torniamo con la testa ai nostri colori, il rosso e il nero. Da dove ripartiamo? Da una prima posizione in classifica (di fatto seconda, guardando la differenza reti) da difendere con le unghie e coi denti. La pausa Nazionali è arrivata nel momento ideale, dopo una serie di partite tostissime e concluse con il segnale della riserva quasi acceso. La vittoria di Bologna in extremis dopo essersi fatti recuperare due gol di vantaggio, quella di misura sul Toro, quella bella di Roma ma con qualche patema d’animo nel finale, e poi i pareggi con Porto e Inter, quest’ultimo fondamentale per mantenere l’imbattibilità in campionato e, grazie al favore dei rivali dell’Hellas, senza perdere punti dal Napoli. Ora abbiamo ricaricato le pile e siamo pronti a ciò che abbiamo davanti, vale a dire la trasferta odierna del Franchi e quella di Madrid in Champions.

Ancora out Maignan, con Tatarusanu, decisivo nel Derby grazie al rigore parato su Lautaro, galvanizzato e pronto per vedersela con Vlahovic e compagni. Indisponibile anche Calabria, che sarà sostituito da Kalulu. Non ci sarà nemmeno Rebic, brutta defezione vista l’energia che il croato riesce a garantire in uscita dalla panchina. Pioli tornerà nel suo ex stadio e se la vedrà con quell’Italiano che lo scorso anno spianò, con il 2-0 del suo Spezia sul Milan, la strada per il definitivo sorpasso dell’Inter sul Milan. Un rimando abbastanza inquietante, certo, ma è giusto pensare ai precedenti per imparare da essi. La scorsa stagione il Milan si presentò al Picco in condizioni pressoché pietose e nel suo momento peggiore, ma i padroni di casa ci misero molto del loro per annientare i rossoneri: grinta, corsa, pressing le carte giocate allora, con ogni probabilità le stesse che ci daranno filo da torcere anche oggi.

La Fiorentina si trova al momento in zona Europa League, con vista sulla corsa Champions. I viola coniugano perfettamente ritmo e classe, adoperando una o l’altra arma a seconda di chi si trovano davanti. La rosa è stata costruita con sapienza e l’11 titolare è un connubio di queste due macro caratteristiche che fanno di una squadra un team di buon livello. Castrovilli è il motore della macchina toscana che può contare anche sui tempi di gioco esemplari di Torreira, sull’incisività degli ex Saponara e Bonaventura, sulla corsa di Callejon e sulla potenza elegante di Vlahovic. Nonostante ciò l’attacco dei padroni di casa non brilla per prolificità, con i suoi sedici gol segnati finora, dieci in meno di quelli rossoneri. Questo perché la Fiorentina possiede un’indole leziosa che in alcuni momenti si palesa e diventa disfunzionale per il raggiungimento degli ultimi venti metri. È forse la fluidità del gioco la caratteristica su cui Italiano ha ancora qualcosa da settare ancora alla perfezione. Buona la difesa, la quarta della Serie A, ma che sarà priva di Martinez Quarta, Milenkovic e Nastasic. Probabile formazione (433): Terracciano; Odriozola, Venuti, Igor, Biraghi; Bonaventura, Torreira, Castrovilli; Callejon, Vlahovic, Saponara.

Per il Milan formazione con qualche rimaneggiamento, come detto, e con Ibra in avanti. L’atteggiamento atteso è lo stesso di sempre: cercare di essere padroni del gioco (pardon, giUoco), magari facendo correre gli avversari e sfruttando il più possibile le doti di palleggio. Nonostante ciò, le ultime danno Kessié in vantaggio su Bennacer, per quanto sia ancora possibile vedere l’algerino in campo in luogo dell’ivoriano o di Tonali, in campo per un tempo a Belfast con gli Azzurri. Essenziale sarà il contributo degli esterni, che dovranno essere abili a “chiamare fuori” le mezzali fiorentine creando così spazio centrale per i due mediani e Brahim. Probabile formazione (4231): Tatarusanu; Kalulu, Tomori, Kjaer, Theo; Kessié, Tonali; Saelemaekers, Diaz, Leao; Ibrahimovic.

Non pensiamo agli altri. Non pensiamo a Lazio-Juventus e Inter-Napoli. Pensiamo a noi, a fare il nostro, a vincere. Il resto si vedrà. Forza Milan!

Fab

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Ho questo ricordo, il primo sul Milan. Io che ad appena sette anni volevo vedere la finale di Atene, tra Milan e Barcellona… ma essendo piccolo dovevo andare a letto presto per la scuola. Allora mio padre, severo, mi permise di vedere la partita, ma solo il primo tempo. Finiti i primi 45 minuti, i miei genitori mi misero a letto, ma poco dopo sgattaiolai fuori dalle coperte e mi nascosi dietro la porta che dava sul salone. Al gol del Genio però non riuscii a trattenere la mia gioia… fortunatamente mio padre, interista, fu molto sportivo e mi lasciò concludere la visione di quella partita perfetta.