Fiorentina-Milan presentazione

1458

Il Milan che in campionato ha dato segni di risveglio tra Derby e Lecce, in Champions continua a faticare e subire. Dopo il Liverpool in casa, che del Diavolo ha fatto un sol boccone battendolo 3-1, anche il Bayer Leverkusen di Xabi Alonso ha dominato in lungo e in largo contro i rossoneri, tanto che l’1-0 finale della BayArena è stato stretto ai tedeschi. Il problema tattico più evidente è stato già trattato e descritto più volte nei post precedenti: è il primo pressing rossonero, che una volta saltato dagli avversari apre praterie sconfinate. Non a caso il match di Champions ha visto il ritorno a una sola punta davanti, con Abraham titolare e Morata in panchina. I segnali forse più incoraggianti sono arrivati da Fofana, che ha mostrato le sue capacità di filtro e frangiflutti davanti alla difesa come prima non aveva ancora fatto nella sua avventura italiana. Male invece ancora una volta Leao, che sembra sempre più estraneo alla manovra e al gioco rossonero, sempre meno in grado di guidare la squadra e di tirarla fuori con le sue giocate dai momenti delicati.

Il portoghese comincia a essere un tema da affrontare seriamente, da non ignorare più. Certo, dal punto di vista fisico è in grado potenzialmente di strappare le partite in modo violento, di fare la differenza specie se in tandem con Theo sulla stessa fascia, ma la domanda è: la frequenza con cui lo sta facendo ora è abbastanza per far sopportare alla squadra tutte le pause che si prende in un match? È ora di cominciare a ragionare seriamente sul portoghese, che il prossimo anno compirà 26 anni: davvero ha senso continuare a investire su un giocatore che non è cresciuto negli ultimi due/tre anni e continua ad avere tutte quelle mancanze che gli abbiamo sempre rimproverato? O è meglio fare cassa il prima possibile per tirar su un gruzzolo utile per rinforzare la rosa qua e là?

Stasera il Milan di Fonseca chiude la settima giornata di A con una delle trasferte che storicamente abbiamo sempre sofferto di più: quella di Firenze. La Viola ha finora raccolto 7 punti in 6 incontri, con una sola vittoria (e una sconfitta) e una sfilza di pareggi che già hanno fatto storcere il naso alla tifoseria toscana. Parliamo di una squadra che ha cambiato tanto durante l’estate, a partire dall’allenatore. Arrivato Palladino dal Monza che ha stravolto l’11 titolare dal punto di vista del modulo e dei nomi: molto difficile trovare un minimo di continuità con il recente passato a guida Italiano. La difesa a tre al momento non funziona in maniera malvagia, e ha in De Gea il fiore all’occhiello della retroguardia. È a centrocampo e davanti che la rivoluzione è stata più evidente. Bove, Cataldi, Colpani, Gosens, Gudmundsson, Kean. Una sfilza di nuovi acquisti di buon rendimento, ma che ancora insieme non funzionano al 100%, com’è anche naturale che sia. In questo non funzionare al 100% è dove il Milan si deve intrufolare per cercare di uscire dal Franchi con i tre punti. Probabile formazione (3421): De Gea; Martinez Quarta, Comuzzo, Biraghi; Dodò, Bove, Cataldi, Gosens; Gudmundsson, Colpani; Kean.

Nel Milan si torna alla doppia punta e al 442/424 inaugurato nel Derby. Di fatto la formazione sarà la stessa della stracittadina, con Emerson e Gabbia ancora confermati titolari. A centrocampo ancora sacrificato Loftus per Morata. Probabile formazione (442): Maignan; Emerson, Tomori, Gabbia, Theo; Pulisic, Fofana, Reijnders, Leao; Morata, Abraham.

Ultimo impegno prima della sosta, cerchiamo di chiuderlo decorosamente e soprattutto mostrando segnali più vicini alle partite di campionato che a quelle di Champions. Questa squadra ancora deve mangiarne di pastasciutta per poter essere considerata di alto livello, non può bastare la vittoria nel Derby per cancellare i problemi e le pessime prestazioni viste finora. La possibilità di farlo c’è, ma senza continuità non si acquisisce fiducia nei propri mezzi. Forza Milan!

Fab

Seguiteci anche su

WhatsApp

Telegram

YouTube

Ho questo ricordo, il primo sul Milan. Io che ad appena sette anni volevo vedere la finale di Atene, tra Milan e Barcellona… ma essendo piccolo dovevo andare a letto presto per la scuola. Allora mio padre, severo, mi permise di vedere la partita, ma solo il primo tempo. Finiti i primi 45 minuti, i miei genitori mi misero a letto, ma poco dopo sgattaiolai fuori dalle coperte e mi nascosi dietro la porta che dava sul salone. Al gol del Genio però non riuscii a trattenere la mia gioia… fortunatamente mio padre, interista, fu molto sportivo e mi lasciò concludere la visione di quella partita perfetta.