Inutile negare che la partita con la Lazio sia stata una delle più brutte giocate dal Milan quest’anno. Una partita nervosa, polemica a tratti cattiva e mal gestita dall’arbitro che verrà fermato, e questo conferma che tanto bene non ha fatto.
Il primo tempo dei rossoneri è stato imbarazzate per approccio, concentrazione e gestione del gioco.
La verità e che continuiamo a schierare un centrocampo senza incontristi, Kessie e Tonali non sono mai stati sostituiti e stai pagando, perché il centrocampo composto da Adli, Reijnders e Bennacer è molto leggero e di fatto la squadra è sempre spaccata in due, per quanto ne dica il mister.
Nella ripresa il Milan è andato meglio la partita ha sicuramente preso una piega diversa dopo l’espulsione di Pellegrini e in tutta questa confusione tecnica ci portiamo a casa tre punti dal peso specifico importante, abbiamo accorciato in classifica sulla Juve, e guadagnato su l’Atalanta e stessa Lazio, portato a 9 punti il vantaggio sulla quinta in classifica e mancando undici partite ci vorrebbe un suicidio di massa per non qualificarci in Champions. Vero obbiettivo stagionale non dimentichiamolo.
Purtroppo questo gruppo non ha la forza mentale e molto probabilmente nemmeno quella tecnica di ripetere una partita come contro l’Atalanta, perché con gli orobici abbiamo veramente giocato una partita bella e meritavamo la vittoria. Questa è una pecca su cui Zlatan dovrebbe lavorare vista l’incoronazione di Gerry.
A livello tecnico la squadra non è debole, certo mancano almeno quattro elementi per renderla più solida, un difensore centrale, due centrocampisti di cui un incontrista, e finalmente un attaccante, fermo restando che riesci a tenere i tuoi buoni. Poi non sono i milioni a determinare la vittoria, ma dietro c’è tutto un lavoro di equipe e tanti tasselli si devono incastrare.
“Zlatan Ibrahimovic mi permette di essere negli Stati Uniti e allo staesso tempo di essere a Milano. Ha l’autorità di essere la mia voce al Milan con giocatori e staff tecnico.” (G. Cardinale)
E ancora
“Tutto intorno al Milan ha bisogno di evolversi. Guarderemo al personale, ci sono stati tanti infortuni. Non siamo soddisfatti che non siamo primi.” (G. Cardinale)
Sapete la mia avversione verso questa società che ha reso tutto asettico, azzerando anche le più piccole emozioni e la mia opinione l’ho espressa nell’ultimo articolo.
Infatti le parole di Gerry Cardinale non mi toccano nemmeno, perché in lui non nutro nessuna fiducia. Vedremo se darà seguito a quello che ha detto e se veramente Ibra avrà tutto questo potere. Perché il grande buco in società è la mancanza di competenza a livello tecnico, sicuramente a livello contabile siamo i numeri uno e mi può stare bene, ma non si deve mai perdere di vista l’obbiettivo tecnico.
In una società seria userebbe queste tre mesi che ci separano dalla fine di questa stagione sportiva per porre le basi per la prossima. Si cerca di capire da dove ripartire, perché non è tutto da buttare, io rimango convinto che noi siamo più forti di quello che sembriamo e molti giocatori andrebbero rivalutati con un’altra guida tecnica.
Per restare nella storia Capello riuscì a rivalorizzare una squadra giudicata finita da Sacchi. Certamente il livello tecnico è imparagonabile, sia nei giocatori che negli allenatori. Ma ho citato questo esempio perché a volte basta cambiare il giusto.
Però per fare questo devi avere già idee chiare ed obiettivi altrettanti chiari all’interno di una progettualità seria. Ognuno al suo posto con le sue competenze e tutti remare nella stessa direzione. Mi auguro veramente che questa nelle stanze segrete di Casa Milan stia veramente succedendo ma non ripongo molte speranze visto chi ci alloggia in quei uffici. La mia poca fiducia è riposta in Ibra.
Perché se sta veramente a cuore il riportare il Milan dove compete di lavoro c’è né da fare.
E non ho detto vincere, ma come ho scritto qualche giorno fa, ritornare a competere per tutta la stagione, riassaporare l’ebbrezza di una partita decisiva e soprattutto avere la certezza che Milan aspettarmi, perché ha ritrovato una certa mentalità. Che piaccia o no al netto di tutte le nefandezze arbitrali e politiche, i cugini in questo sono nettamente più forti, giocano con una sicurezza disarmante. Forza Zlatan questo è il primo passo da fare ed in questo tu sei il numero uno.
Fatto questo passaggio si può parlare di allenatori, giocatori, e tutto il resto.
Forza Zlatan non mi resti che tu.
Come sempre
W Milan
Harlock
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