Quante ne abbiamo dette e quante ne abbiamo scritte, su Pioli, su Maldini, sulla composizione della rosa e ora siamo qui a festeggiare una semifinale di Champions League dopo ben 16 anni. L’ultima volta è stata quella che molti giustamente definiscono la partita perfetta con il Manchester United. Altro Milan.
Al fischio finale della partita con il Napoli mi sono seduto per calmare il battito del mio cuore e ho ripensato a questi due anni e mezzo di Milan. Da quella sera di Rio Ave a Napoli di due giorni fa. Sicuramente il percorso è stato incredibile in tutte le sue fasi, c’è stato Ibra che ci ha dato la spinta iniziale e poi via via il gruppo ha preso sempre più confidenza. Un secondo posto in campionato, uno scudetto e ora tra le prime quattro d’Europa. Un percorso che se qualcuno me lo avesse pronosticato la sera della partita di Rio Ave lo avrei preso per pazzo. Eppure siamo riusciti in questo, bravo Maldini, bravo Pioli, bravi i ragazzi.
Come sempre la Champions si dimostra un torneo imprevedibile, puoi essere forte ad ottobre – novembre, vedi Benfica, e poi essere sulle gambe a primavera come il contrario faticare in novembre per poi sbocciare in primavera. E su questa imprevedibilità si può fare qualche riflessione, ora è molto semplice dire hanno fatto una preparazione mirata per la Champions rischiando di pagare nei mesi post mondiale. Tutto può essere vero come il contrario e a questo punto fare ipotesi è molto difficile, godiamoci questa euforia europea senza tanti pensieri e cerchiamo di non perdere di vista il campionato.
Ora andiamo a giocare un altro Euroderby, il terzo personale, la partita che più di altre avrei voluto evitare per molti motivi. Il primo perché a parte il derby di settembre, dove anche lì Maignan ad un certo punto ci salvò con l’Inter (giocare senza di lui per cinque mesi è stato pesante, link di un articolo di Axel), noi ci abbiamo sempre capito poco, un pò come il Napoli. Non dimentichiamo la scoppola araba e il derby di ritorno dove abbiamo praticamente rinunciato a giocare per paura di prendere un’altra imbarcata. E poi per il mio cuore. Ricordo ancora il primo derby europeo, quello di vent’anni fa. È stata una settimana pazzesca, la tensione si tagliava con il coltello, una cosa che avrei voluto non rivivere a maggior ragione con venti anni di più.
Però penso a quei ragazzi che si affacciano per la prima volta a queste sensazioni ed emozioni. Io sono molto fortunato, ho vissuto 8 finali di Champions, 6 mondiali e tutto il resto e so cosa vuol dire vivere quelle atmosfere, ed ormai ho la scorza dura, avendo vissuto Milan Cavese, l’epopea berlusconiana e gli ultimi anni difficili. Ecco mi piace immaginare l’avvicinarsi a queste partite delle nuove generazioni. Abbandonate i social e respirate a pieni polmoni queste emozioni che per voi sono nuove, assaggiatele e assaporate questo intenso gusto. Voi che avevate paura di non viverle mai queste serate se non attraverso i racconti. Non sprecate questo momento di puro milanismo: un profumo intenso da rimanere inebriati. Non sprecate questa opportunità.
“Credo che sia l’unico che si possa avvicinare a Ruud con le sue accelerazioni. Ne fece una simile sul terzo gol di Van Basten partendo da sinistra come Leao. Leao le fa sempre da quella parte. Credo che Leao possa avvicinarsi a Ruud” (P.P. Virdis)
In molti, tra cui anch’io solo per il fatto di averlo vissuto quasi in diretta, hanno paragonato la discesa di Leao sul gol di Giroud a quella famosa di Gullit del 1 maggio 1988 sul gol di Van Basten, dove Ameri pensava che avesse colpito la traversa. E mi sono venute in mente le parole che ho ascoltato da Virdis in una sua intervista rilasciata ai primi di aprile. Come ho sempre detto che Kalulu per certe movenze mi ricorda il Capitano, ho sempre sostenuto e mai detto per non prendermi insulti, che Leao nel modo di giocare assomiglia in molte cose a Gullit. Perché io rimango convinto che per capire e comprendere questo Milan bisogna guardare al passato (link del mio articolo) .Perché li va ad attingere Maldini per costruire la squadra a livello tecnico ed umano.
Ora per almeno venti giorni possiamo non pensare al cammino europeo e concentrarsi sul campionato, cercando di sistemare la pratica qualificazione Champions del prossimo anno. Chiaramente le motivazioni del torneo continentale sono maggiori di quelle del Campionato però la partita con il Lecce è obbligatorio vincerla, anche perché poi ci aspetteranno delle trasferte difficili ma le partite in casa con Lecce, Cremonese, Sampdoria e Verona bisogna assolutamente vincerle.
Sarà un maggio impegnativo, ma come sempre molto stimolante, perché da sempre Maggio è il mese rossonero per eccellenza.
W Milan
Harlock
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