Siamo arrivati a novanta minuti dalla fine di questa stagione. E mi viene da dire meno male. Stagione partita con il suono delle fanfare, con proclami vittoriosi, per poi finire nella tristezza e delusione di molti tifosi. Una stagione anomala con il mondiale qatariota che ha di fatto spezzato la stagione in due, e chissà se mai sapremo la verità di cosa è successo in quel mese e mezzo di sosta, perché le amichevoli natalizie avevano dato già dei segnali importanti ed imbarazzanti con un ritiro punitivo, come quelle estive dove andavamo quasi sempre in svantaggio già da agosto, soprattutto nei primi minuti.
Dicevamo una stagione inconsueta quella che si sta concludendo, dove di errori ne sono stati fatti tanti e a mio avviso non è stata una stagione di crescita ma come avevo scritto tempo fa, una stagione quasi di passaggio, peccato che sia avvenuta dopo uno scudetto vinto in maniera incredibile, assieme a quello del 1988 uno dei più belli, non uguali ma più belli. Il cammino europeo non deve trarre in inganno, perché complice un girone abbastanza abbordabile e un paio di sorteggi al quanto fortunosi ci hanno permesso di arrivare alle semifinali del torneo continentale, peccato uscire con i cuginastri che hanno avuto un girone leggermente più difficile ma anche loro con un paio di aiuti dalla dea bendata nei sorteggi sono arrivati nel loro momento migliore di forma fisica e mentale contro di noi e ora in barba al loro debito vanno a giocare una finale di Champions. E se la nostra stagione è da otto, la loro, con Supercoppa Italiana, Coppa Italia e finale di Champions che voto diamo? 12?
Noi invece quest’anno siamo scesi in piazza a festeggiare il bilancio quasi in positivo, lanciando per aria le calcolatrici in segno di giubilo. Mentre i tifosi interisti si ricorderanno di Suning, oltre che per i balletti soprattutto per uno scudetto, due coppe italia, due supercoppe italiane, una finale di Europa League e una finale di Champions con la speranza che rimanga solo una finale, per tutto il resto c’è Zhang senza Mastercard.
La nostra stagione italiana è stata abbastanza contradditoria, 2 vittorie con la Juve, evento che non è mai successo nemmeno nell’era Berlusconi, le vittorie contro il Napoli che poi ci ha staccato di venti punti in campionato perché sapeva vincere con le piccole (come insegna Capello) cosa che noi non siamo quasi mai riusciti a fare, come dimenticare le partite contro la Cremonese, Salernitana, Bologna, Roma all’andata, le sconfitte con il Sassuolo a San Siro, la disfatta di Udine, di Roma con la Lazio, nel derby di ritorno tralasciando i derby di Champions e di Supercoppa. Insomma qualche grande picco e molte rovinose cadute.
Ora sia Maldini e Pioli ci vengono a dire che la rosa non è attrezzata per il doppio impegno. E grazie, lo si sapeva da luglio che la nostra rosa non era adeguata e poi complice un po’ di fortuna si è deciso volontariamente o non di buttare giù dalla torre il campionato per inseguire un sogno europeo che non aveva molto senso, rischiando di non ritornare in Champions. Che a conti fatti ci andiamo per via della penalizzazione della Juventus, perché sul campo i punti conquistati dicono quinto posto. E se i sabaudi non venivano penalizzati (Larry nel suo post di mercoledì ha spiegato molto bene la cosa) sia noi che gli odiati cugini con la loro finale di Champions eravamo ancora lì a lottare per un quarto posto che ci garantirà una terza o quarta fascia al sorteggio.
Le montagne russe che abbiamo vissuto in questa stagione sono dovute anche ad un ambiente poco coeso e a volte demotivato che ha acceso la luce solo in determinati momenti.
Nel mio ultimo post invitavo tutti a farsi un esame di coscienza (link dell’articolo) e ora a quasi pallone fermo è proprio il caso di farlo, perché I have a dream, che le cose vengano fatte con una certa logica, con il buon senso per il bene del Milan. Non si chiedono nomi altisonanti, ma giocatori che alzino la qualità della rosa togliendo quelli che sono fuori dal progetto tecnico. Ma qual è il progetto tecnico attuale? Io credo che in questo momento di grandi cambiamenti dove anche il giocattolo Napoli sembra terminato, noi dobbiamo cercare di concentrarci sul campionato perché la seconda stella è importante accompagnato da un percorso europeo buono ponendoci degli obiettivi raggiungibili.
E per fare questo è necessario compattezza in società e nell’area tecnica. Pioli a Torino ha detto che bisogna alzare la qualità dei giocatori e che non possiamo sempre aspettare i giovani, una scommessa che quest’anno non ha pagato. Quindi oltre al budget che stanzierà la società bisogna essere bravi a trovare quell’extra budget cercando di fare una cosa che non siamo mai stati capaci di fare negli anni ossia vendere e farlo bene. Ora che i guadagni e i fatturati stanno aumentando bisogna procedere, una volta dovevamo liberarci degli ingaggi pesanti e senza senso. Mi viene in mente Donnarumma, Romagnoli, e Kessie, ora si deve cercare anche di monetizzare dai vari Rebic, Origi, che sarebbe una plusvalenza piena, Messias, Saelemaeker, Ballo Toure per fare i soliti esempi, tagliare i rami secchi come Dest, Vranckx, Bakayoko capire se Florenzi e Kjaer possono essere ancora utili e tagliare il cordone ombelicale con Ibra, ringraziandolo per tutto ciò che ha fatto ma che comunque l’anagrafe ad ottobre dice 42 anni. Insomma il lavoro non manca, e vediamo di partire nei tempi giusti quest’anno.
Perché se c’è una cosa chiara che ha detto questa stagione, è che non possiamo giocare in tredici giocatori e spremerli all’inverosimile, vedi Giroud, Theo, Tonali, Bennacer.
Fatto questo tocca a Pioli e, I have a dream, spero che capisca che ci servono tre centrocampisti in campo perché sono stanco di vedere una squadra spezzata in due tronconi con i nostri due centrocampisti abbandonati a loro stessi fare un lavoro estenuante, io credo che il caro e buon albero di natale di Carlo Ancelotti qualche problema lo risolverebbe anche davanti perché Diaz purtroppo non è un tre quarti e soffre fisicamente. Sogno che abbiamo delle alternative oltre alla palla lunga a Leao quando le partite sono ostiche e rognose e dunque qualche novità tecnica in più. Cosa che con una notevole qualità potrebbe avvenire più facilmente.
Però io ho un altro, I have a dream, quello di risolvere il problema degli infortuni, cambiare qualcosa nella preparazione, nella pianificazione degli allenamenti sia di quelli di gruppo che quelli individuali.
Quindi obiettivo la seconda stella, perché il prossimo anno in Europa sarà dura e se vuoi arrivare in fondo bisognerà fare un miracolo ancora più grande di quello che è stato fatto quest’anno. Ma per fare questo bisognerà avere idee chiare e cercare di correggere il più possibile tutto quello che non ha funzionato quest’anno. I have a dream, seconda stella a destra e un calcio più pulito, perché ci stanno togliendo sempre di più la voglia di seguire questo sport e mi fermo qui altrimenti farei copia incolla del post di Larry.
W Milan
Harlock
P.S.: in estate tornerò a scrivere post storici, percorrendo varie epoche rossonere con i loro protagonisti, quando forse il calcio era più pulito.
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