E pensare che eravamo avvolti nella bambagia, sicuri (forse troppo) di aver raggiunto il traguardo Champions, come se il resto delle partite fossero una sorta di formalità, una rottura di scatole prima di poter festeggiare il rientro nell’Europa che conta. Due batoste nel giro di due turni di campionato e poi il pessimo pareggio contro l’Udinese ci hanno riportato coi piedi per terra. Un punto in tre partite è un bottino misero, non certo da squadra che mira a battersi con le migliori d’Europa. Certo, non che i nostri competitor si siano affannati per approfittare dei nostri errori, delle nostre mancanze: tra Lazio e Roma le occasioni sprecate non si contano più, la stessa Inter ha fatto molta fatica per rimettersi in carreggiata, perdendo terreno su un Napoli che oggi, se solo i nerazzurri avessero avuto più continuità, sarebbe stato alla loro portata. C’è poi l’Atalanta, quasi sorprendentemente la nostra più temibile rivale per la corsa all’Europa che conta, dimostrazione che il lavoro paga, anche in provincia. Il peggio, però, potrebbe non essere ancora arrivato per il Milan. Oggi la nostra avversaria non si chiama Inter, Sampdoria o Udinese, ma Juventus.
Le probabilità di continuare questo ciclo negativo sono dunque alte, anche troppo. Con tutto ciò che ne consegue, dalla scarsa tranquillità emotiva e mentale dei nostri giocatori, fino al vero e proprio danno per la nostra classifica. Com’è naturale che sia, dopo i troppi risultati negativi che si sono avvicendati uno dopo l’altro, sono ricominciate le polemiche a proposito della guida tecnica. Prevedibile e finanche giusto, normale, inevitabile: il primo a finire sulla graticola è sempre il mister, e di giorno in giorno i nomi che vengono fatti per la sua sostituzione sono sempre diversi, quasi come fosse una gara a chi si avvicina di più al reale sostituto (o a chi la spara più grossa). Il sottoscritto in passato ha più volte criticato Gattuso, il fatto che troppo spesso nei momenti decisivi abbia pensato più a non perdere che a vincere, che si sia lasciato prendere la mano da esperimenti estemporanei e con ben poco senso logico, che non sia ancora riuscito a dare una vera identità o continuità alla squadra. Tutti questi difetti, certamente da pesare con i pregi che ha dimostrato, andrebbero tuttavia, almeno a mio parere, messi da parte in questo preciso momento. Non vuol dire non criticarlo quando è il caso di farlo, ma solo non buttare via il bambino con l’acqua sporca. Per la prima volta in tanti anni il Milan ha davvero l’opportunità di tornare in Champions League, e non deve lasciarsela sfuggire. Nel limite del possibile, la squadra deve essere lasciata tranquilla, e Gattuso con essa. Non è all’altezza del compito? Non può allenare il Milan (o non ancora), vista la sua scarsa esperienza? Possibile, ma di questo dovremo pensarci più avanti.
Che Juventus avremo di fronte questo pomeriggio? Obiettivamente una Juve in deficit, ovviamente non di risultati o di punti, ma di uomini. Out Cuadrado, Douglas Costa e soprattutto Ronaldo, oltre Caceres, Barzagli, Perin e Khedira. La formazione bianconera sarà dunque particolarmente rimaneggiata. Szczesny in porta, in difesa Cancelo, Bonucci, Rugani e Alex Sandro. In mediana Emre Can, Pjanic e Matuidi. Davanti, insieme a Moise Kean, Bernardeschi e Mandzukic. Una squadra quasi inedita, di certo non l’11 ideale con cui i tifosi della Juventus vorrebbero affrontare una qualsiasi partita, di campionato o non solo. Questo non vuol dire che il match di questo pomeriggio sarà una passeggiata, anzi, tutt’altro. La difesa bianconera è sempre la meno battuta della Serie A, con una coppia di terzini invidiabile anche da molte squadre europee, e lo stesso centrocampo è di livello europeo, con gamba, tecnica e dinamismo. Per il Milan, nonostante questa sia la Juve 2 (o almeno uno e mezzo) sarà comunque complicato portare a casa la pelle.
Anche nel Milan qualche defezione di spessore. Probabilmente out Conti, non disponibile nemmeno per l’ormai troppo abituale panchina, indisponibili anche Donnarumma e Paquetà. Davanti a Reina ci saranno Calabria, Musacchio, Romagnoli e Rodriguez, con Kessiè, Bakayoko e Calhanoglu a centrocampo. Davanti il polacco Piatek sarà affiancato dai due spagnoli Castillejo e Suso. Cosa aspettarsi dal match? Non è detto che non sia il Milan a cercare di fare la partita, con una Juventus attendista e più attenta alla fase difensiva e a contenere, almeno nei primi minuti. La solidità è il tratto distintivo della squadra di Allegri, caratteristica che il Milan ha perso dopo una parte centrale di stagione da questo punto di vista molto buono. A mio parere sarà più che mai decisivo, al fine del risultato finale, il confronto fra le due coppie di terzini. Chi riuscirà a raddoppiare più spesso sugli esterni, mettendo in difficoltà i propri omologhi e le due mezzali, avrà più possibilità di conquistare i tre punti.
Fab
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