La realtà e le emozioni vere

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Rinnoviamo?

Nel mio essere milanista ho sempre rimpianto una cosa, il non aver potuto vivere, per questioni anagrafiche, dal vivo l’epopea rossonera di fine anni sessanta del Paron Rocco, di Rivera, Rosato, Lodetti, Prati e tutti gli altri. Ma mi reputo fortunato ad aver vissuto nel pieno dei miei anni tutta l’epopea berlusconiana, cosa che le nuove generazioni non sanno nemmeno cosa sia e soprattutto non potranno capire o forse non vorranno capire perché la useranno solo come punto di paragone per le loro inutili critiche.
In questi giorni che è venuto a mancare Lodetti mi sono sempre più reso conto di questa differenza. Io Lodetti non l’ho mai visto giocare, al limite ascoltato, ma mi sono sempre nutrito dei racconti di mio padre che ovviamente ha vissuto entrambe le epoche. Mi ha sempre descritto le varie differenze anche sociali, come ci sono state anche nel meraviglioso ciclo di Ancelotti.

“Sono tristissimo perché io e Giovanni siamo sempre rimasti in contatto. Ci sentivamo ogni dieci giorni a anche se ultimamente non mi aveva ruspsoto, non pensavo stesse per lasciarci. Dopo un giorno fatico ancora a credere che sia morto, prchè nelle ultime telefonate mi era sembrato il Giovanni di sempre, allegro e spiritoso. Naturalmente parlavamo del Milan, perché lui era un innamorato del Milan, viveva per il Milan, gioiva per le vittorie e si arrabbiava quando perdeva. Come non andava più allo stadio, anche perché nessuno dei nuovi dirigenti lo aveva più chiamato. E questo gli dispiaeva tantissimo perché Lodetti, come tutti gli altri campioni del passato, aveva vinto e dato molto al Milan, ma non era il tipo da chiedere biglietti e così si accontetentava di vedere le partite in Tv. Ci consolavamo a vicenda, dicendo che il mondo di oggi è fatto così che in Germania succede la stessa cosa, perché i dirigenti pensano soltato ai soldi.”

Quelle che vi ho riportato sono le parole di Karl Heinz Schnellinger, un altro prode alfiere di quel Milan di Rocco, che raccontava la sua amicizia con Giovanni Lodetti.
Quello che mi ha colpito della sua dichiarazione sono le ultime parole, i dirigenti pensano solo ai soldi. Beh questo non ha fatto altro che confermare quello che penso di questa dirigenza e so di essere impopolare con i più giovani e forse anche duro. Io credo che a RedBird, Elliott o chi cavolo comanda interessi sostanzialmente l’aspetto economico, come si dice fare soldi. Io per aver perso 5 derby di fila di cui l’ultimo 5-1 non ci ho dormito 4 notti perché sono milanista dentro, nell’animo. Ma loro? Io ho sempre questa sensazione che mi accompagna che alle proprietà di nei nostri tempi interessi il posto Champions, non importa in che fascia, il Marketing propinandoci terze maglie orribili che con la nostra storia non hanno niente a che vedere, ma che le giovani leve hanno comprato in massa, fare lo stadio e li guadagnarci a più non posso. Io sono dell’idea che non hanno esonerato Pioli solo perché negli anni scorsi è riuscito a valutare al rialzo il parco giocatori (vedi Tonali), e finché riuscirà a farlo non è necessario esonerarlo. Chi se ne frega di un 5-1.
Cosa volete che a questi freghi della seconda stella prima dei cugini, uno scudetto in più o uno in meno a loro non cambia la vita.
Tanto come scrivevo l’ultima volta, il milanismo è stato completamente cancellato dalla dirigenza ma pazienza nelle persone fisiche, anche Berlusconi licenziò Rivera quaranta anni fa, ma lo hanno estinto nell’animo, nel sentimento, anche dall’aria che si respira a Casa Milan.

Questa estate hanno fatto dieci acquisti: Sportiello, Romero, Loftus-Cheek, Pulisic, Reijnders, Okafor, Chukwueze, Musah, Pellegrino e Jovic.
Bene…ma siamo realmente più forti? Abbiamo molte alternative rispetto agli anni scorsi, soprattutto davanti, anche se manca un centravanti titolare di spessore, ma qui i costi diventano elevati.
Abbiamo venduto Tonali, per acquistare Loftus-Cheek, Musah, Reijnders per poi presentarci alla prima di Champions con il duo Pobega – Krunic. In difesa siamo gli stessi dello scorso anno e forse non così forti come si vuole far credere.
Alla fine di tutto questo siamo ancora ancorati alle lune di Leao, che era e rimane il nostro giocatore più forte.
O io non capisco nulla, e può essere o mi sfugge qualcosa….oppure se voglio seguire questo calcio moderno mi devo adeguare.

Stasera ritorniamo in campo a Cagliari, trasferta sempre difficile che ha profumato di tricolore con il gol di Strasser nel 2011. Partita che ha visto nel 1992 la tripletta di un certo Van Basten in 18 minuti o il ritorno al gol nel 2020 di Ibra. Dovrei perdermi nei ricordi per lenire le mie “ferite” ma dobbiamo cavalcare il presente e provare a vincere questa sera per provare a recuperare quelle certezze che sembravamo di avere nelle prime tre partite. Se alla società non interessa a noi tifosi si, a quelli di una certa età la seconda stella interessa molto, perché il Milan per me non è una scintilla ma un vero proprio incendio di emozioni, nella buona e nella cattiva sorte.

W Milan

Harlock

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"Quando il Milan ti entra nelle vene avrai sempre sangue rossonero" Ho visto la serie B, ho visto Milan Cavese, ho toccato il tetto del Mondo con un dito e sono ricaduto ma sempre rialzato. Ho un papà Casciavit....Grazie per avermi fatto milanista.