Lazio-Milan presentazione

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da newspam.it

Caldara, Romangoli, Biglia, Musacchio, Higuain, Bonaventura e Strinic. Cinque titolari out, tra i quali i migliori centrali in rosa. Se non è un’emergenza questa, poco ci manca, da vivere tra le altre cose in un altro, l’ennesimo momento decisivo della stagione. Già, perché Lazio-Milan, come ha scritto giustamente Marco, è già decisiva. Sì, siamo a novembre e il tempo per recuperare, anche in caso di sconfitta, sarebbe tanto, ma sprecare uno scontro diretto in questo frangente rischierebbe davvero di farci perdere completamente la bussola. Davanti a noi oggi un avversario certo non imprescindibile, ma solido e sempre temibile, anche nei momenti del match in cui pare essere sornione.

dal sito del Corriere dello Sport

Cominciamo quindi da qui, dalla Lazio di Simone Inzaghi, che si presenterà al fischio d’inizio con il suo solito 3511. Nei primi quattro nomi del suo schieramento è subito palese il vero punto debole della squadra. In porta Strakosha, in difesa Wallace, Acerbi e Radu. Escluso l’ex milanista, che si è lasciato alle spalle le tante indecisioni mostrate nell’esperienza milanese, i restanti componenti della retroguardia biancoceleste sono elementi di non enorme valore. Radu è ormai un esperto terzo di sinistra, ma non sono pochi i blackout che lo hanno visto protagonista e lo possono cogliere in qualsiasi momento del match. Wallace, buone caratteristiche fisiche, ha lo stesso problema del compagno di squadra rumeno, “solo” amplificato. Infine Strakosha, tra i pali non impeccabile. Acerbi è davvero l’elemento migliore del reparto, e non solo per esclusione: in questi anni è molto cresciuto, ha acquisito tanta sicurezza nei propri mezzi e migliorato le caratteristiche che avevano convinto a suo tempo il Milan a investire su di lui.

Il centrocampo è il vero punto di forza della squadra, il reparto che accorcia la squadra facendo soffrire il meno possibile la difesa, ma che garantisce un buon bottino di gol e anche buona qualità. Marusic e Lulic sono ali di buon spessore e spesso pericolose in zona gol, Badelj (che sostituirà Leiva) è un ottimo filtro, ma all’occorrenza sa anche impostare. Infine Parolo e Milinkovic-Savic li conosciamo ormai molto bene. Specie l’italiano, anche visto il momento di crisi del serbo, è in un vero e proprio stato di grazia, avendo già messo a segno tre reti in dodici match. Dietro Immobile c’è poi Luis Alberto, mezza punta (o anche seconda) che non è più l’elemento che ha fatto strabiliare tutti un anno fa. Siamo tuttavia sicuri che si sveglierà proprio oggi. Infine, in attacco il puntero è la vipera Immobile, che punisce quasi ogni indecisione delle retroguardie che si trova davanti, a maggior ragione quelle rabberciate come la nostra.

Photo by Maurizio Lagana/Getty Images

A proposito, che si sarà inventato Gattuso per la retroguardia? Senza Romagnoli, Musacchio e Caldara chi giocherà in mezzo? Ebbene, il Milan con ogni probabilità si metterà in campo in maniera speculare alla Lazio, con un 3511 che avrà Donnarumma in porta e in difesa Abate sul centrodestra, Zapata in mezzo e Rodriguez sul centrosinistra. A centrocampo Calabria e Laxalt saranno i tornanti, e in mezzo Kessiè, Bakayoko e Calhanoglu. Infine, Suso supporterà Cutrone. Un Milan tutto sommato con una sua logica: senza i migliori centrali in rosa è meglio usare un modulo più difensivo e accorto, con una difesa che potrebbe anche all’occorrenza diventare a cinque e con il filtro a centrocampo di Bakayoko e Kessiè che potrebbe ulteriormente aiutare. Vedremo se Rino avrà avuto una buona idea o meno.

Un’ultima battuta la dedicherei al grande ritorno che si prospetta a gennaio. Tanto si è discusso di Ibra, del suo probabile acquisto dai Galaxy e di quanto questa possa essere una buona opportunità o uno spreco di soldi. Il discorso economico lo lascerei da parte: come detto già tempo fa, fortunatamente sono lontani i tempi in cui dovevamo fare i conti della serva sul contratto lordo semestrale di Traoré per capire se potevamo operare sul mercato. Per quanto riguarda invece il lato tecnico? Beh, innanzi tutto ci serviva un’altra punta, quindi Ibra va a colmare una necessità. Secondo, a gennaio non ci sono spesso grandi nomi che si muovono, quindi un buon parametro zero può starci. Terzo, Ibra è ancora Ibra, anche se gli acciacchi e gli anni sulle spalle sono ormai tanti. Ultimo punto, quello che più ha fatto discutere, è sul possibile meno tempo di gioco che sarà concesso a Cutrone. Questo onestamente non mi preoccupa, anzi, Cutrone può solo imparare da un attaccante che ha rivoluzionato il modo di interpretare il ruolo negli ultimi 20 anni. In questo caso lasciamo pure le polemiche a chi vuole farle a tutti i costi.

Fab

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Ho questo ricordo, il primo sul Milan. Io che ad appena sette anni volevo vedere la finale di Atene, tra Milan e Barcellona… ma essendo piccolo dovevo andare a letto presto per la scuola. Allora mio padre, severo, mi permise di vedere la partita, ma solo il primo tempo. Finiti i primi 45 minuti, i miei genitori mi misero a letto, ma poco dopo sgattaiolai fuori dalle coperte e mi nascosi dietro la porta che dava sul salone. Al gol del Genio però non riuscii a trattenere la mia gioia… fortunatamente mio padre, interista, fu molto sportivo e mi lasciò concludere la visione di quella partita perfetta.