Che dire dell’ennesima prestazione scialba e senza mordente della squadra? Di un’altra, cocente sconfitta che mette in serissimi guai la qualificazione alla Champions League? Che dire della quinta posizione in classifica che occupiamo in questo momento, dopo che per mezzo campionato buono siamo stati in testa alla classifica e per diverse giornate in seconda posizione? Un harakiri che potrebbe avere moltissime giustificazioni e su cui si potrebbero fare decine ragionamenti e trovare persino diversi alibi, ma che non può in alcun modo non vedere giocatori e allenatore in grossa parte colpevoli. Se il Milan di inizio anno è spesso sembrato troppo bello per essere vero, questo del girone di ritorno è uno sgorbio inaccettabile. Lo spirito dei primi mesi è scomparso di punto in bianco, e il fatto che psicologicamente abbia pesato molto l’essenza di Ibrahimovic è a suo modo anche più grave, perché non possiamo condizionare l’andamento della squadra dalla sola presenza di Zlatan, per quanto tutti noi (o quasi) preferiremmo averlo dalla nostra e non contro di noi. Che altro dite? Sarebbe il caso che i ragazzi tirassero fuori i coglioni, e definitivamente, perché non ci sono più appelli.
A San Siro arriva oggi il Benevento di Pippo Inzaghi, che un po’ come il Milan nell’ultimo periodo è calato abbastanza da essere risucchiato nella lotta per non retrocedere. Le recenti vittorie del Cagliari hanno infatti portato i sanniti al terzultimo posto in classifica, che lo condannerebbe inevitabilmente alla retrocessione nella serie cadetta. Ecco quindi che avremo di fronte una squadra agguerrita e pronta a tutto per uscire da San Siro con almeno un punto. Inzaghi perde per infortunio Sau, ma recupera Tello e Caprari. La formazione dovrebbe essere schierata con il 4321 con Montipò in porta, Depaoli, Caldirola, Glik e Barba in difesa, Ionita, Viola e Hetemaj a centrocampo e i due trequartisti Iago-Insigne a supporto di Lapadula.
Nel Milan due i cambi: il ritorno dal primo minuto di Romagnoli al posto di Tomori e l’impiego di Leao al posto di Rebic largo a sinistra. E ovviamente il ritorno di Ibra. Quindi Donnarumma in porta, Calabria, Kjaer, Romagnoli e Theo in difesa, Kessiè e Bennacer a metà campo, Saelemaekers, Calhanoglu e Leao mezze punte e Ibra davanti. Altro da dire non ce n’è: elucubrazioni tattiche e seghe mentali lasciamole ad altri o teniamocele per altri momenti. Ora abbiamo solo bisogno di essere uomini, a tornare a giocare da squadra. L’ultima chiamata è servita, dopo stasera non si torna più indietro.
Fab
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