Milan-Cagliari presentazione

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La squadra ha lasciato Roma una settimana fa con un punto prezioso, ma accompagnato da più di qualche rimpianto. Il pareggio ha permesso di muovere la classifica e di rimanere in posizione di vantaggio nei confronti della Roma negli scontri diretti, ma è arrivato dopo essere stati in testa all’incontro per buona parte del primo tempo, grazie al terzo gol consecutivo di Piatek. La rete di Zaniolo e le evidenti sviste arbitrali (tra cui un rigore solare negato) hanno fatto il resto, lasciando alla truppa di Gattuso l’amaro in bocca per il punto guadagnato, o per meglio dire per i due lasciati per strada.

Da un certo punto di vista la squadra si è ben comportata nella complicata trasferta capitolina, ma sotto altri aspetti ha forse mostrato non abbastanza ferocia nell’insistere nel far male all’avversario e non mettendo in campo tutta la propria personalità. Lo si scriveva d’altronde già in sede di presentazione: i rossoneri hanno oggi più carattere e convinzione dei romani, e avrebbero potuto (e dovuto) far sì che questo gap venisse ulteriormente evidenziato dal canovaccio della partita. A tratti il Milan è sembrato invece forse troppo attendista, prudente, quasi timoroso di pigiare il piede dell’acceleratore, quasi come se non fosse sicuro di riuscire a gestire la macchina, di perderne il controllo. La buona notizia è che questi sono limiti mentali, imposti o autoimposti, ma che possono essere superati facilmente. La speranza è che ci sia davvero la volontà di farlo.

Non dovrebbe essere il Cagliari di Maran a impensierire eccessivamente il buon Milan di questo periodo, ma è chiaro che nessun avversario debba essere preso sotto gamba. La squadra dell’ex allenatore del Chievo ricalca essenzialmente le caratteristiche dei gialloblù delle scorse stagioni: una discreta fase difensiva (31 i gol subiti finora, uno solo in più di Roma e Atalanta), ma una fase offensiva estremamente lacunosa, con sole 19 reti messe a segno, cifra che piazza i sardi al quartultimo posto tra i peggiori attacchi. I guizzi di Joao Pedro non sono così tanti e così proficui, come anche il senso di Pavoletti per la rete, che non ha la continuità che spererebbero i tifosi del Casteddu. Questa sterilità è da ricercare in particolare a centrocampo, dove Ionita, Barella, Cigarini e Castro (stagione finita per l’argentino, sarà sostituito da Deiola) sono più bravi a dar equilibrio alla squadra, lasciando troppo spesso gli avanti a cavarsela da soli. Per ora la strategia di Maran funziona, se il Cagliari è fuori dalla zona retrocessione, ma forse anche i rossoblu, come il Milan, dovrebbero trovare il coraggio di essere un po’ più audaci.

Poco da dire sui rossoneri, la formazione che stasera cercherà i tre punti ritrovando il momentaneo quarto posto è quella di fatto titolare, con Piatek ormai punto fisso in mezzo all’attacco e Bakayoko ormai pedina irrinunciabile come frangiflutti davanti alla difesa. Unico dubbio rimane quello del terzino destro, con il dubbio Calabria-Abate-Conti che verrà sciolto da Gattuso solo in giornata.

Fab

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Ho questo ricordo, il primo sul Milan. Io che ad appena sette anni volevo vedere la finale di Atene, tra Milan e Barcellona… ma essendo piccolo dovevo andare a letto presto per la scuola. Allora mio padre, severo, mi permise di vedere la partita, ma solo il primo tempo. Finiti i primi 45 minuti, i miei genitori mi misero a letto, ma poco dopo sgattaiolai fuori dalle coperte e mi nascosi dietro la porta che dava sul salone. Al gol del Genio però non riuscii a trattenere la mia gioia… fortunatamente mio padre, interista, fu molto sportivo e mi lasciò concludere la visione di quella partita perfetta.