Finalmente un po’ di serenità. Contro ogni aspettativa la partita di Reggio Emilia contro il Sassuolo, che sarebbe dovuta essere una grande sofferenza, si è rivelata una passeggiata di salute. Più insidioso il match contro l’Olympiacos, che per un’oretta buona è stato padrone di San Siro prima di essere spazzato via in meno di dieci minuti. Sette gol in due partite che ridanno ossigeno alla squadra, ma soprattutto fiducia. I problemi offensivi non sono risolti come per magia, ma la strada perlomeno ora non sembra impervia.
Anche in due partite in cui il Milan è uscito vincitore con un punteggio discretamente largo, la squadra non è riuscita a non subire gol. È questa la pecca che continuiamo a trascinarci, qualsiasi sia l’avversario che affrontiamo. Finora i rossoneri hanno disputato 8 partite in stagione: in 7 di queste hanno subito un totale di 10 gol. La media è di oltre una rete in saccoccia subita. È abbastanza pacifico che non si può continuare in questo modo. A oggi la nostra difesa titolare è composta da Donnarumma, Calabria, Musacchio, Romagnoli e Rodriguez. Non una retroguardia da squadra d’élite, ma nemmeno l’ultima della classe. Il rodaggio di Caldara è ancora ben lungi dall’essere concluso, a maggior ragione ora che ha avuto un piccolo contrattempo fisico che lo terrà fermo fino alla prossima giornata.
Il vero problema della retroguarda è tuttavia la mancanza di un vero leader. Musacchio non ha l’esperienza per esserlo, lo stesso dicasi per Romagnoli, i cui errori si stanno moltiplicando in maniera preoccupante. Lo stesso portiere, in alcuni casi, può essere a livello vocale tanto presente nella vita della retroguardia da essere quasi lui il leader del reparto arretrato: anche in questo caso Donnarumma non rispecchia questa descrizione. Già sento nelle orecchie la solita risposta di chi appoggia Gattuso incondizionatamente: “Sono tutti errori individuali, sarà mica colpa di Rino?!” Invece sì, anche sua. Gli errori individuali si possono limitare tramite l’allenamento, è pieno il mondo di giocatori che con un allenatore erano delle pippe e con un altro si sono trasformati in campioni. È già di per sé allarmante che la retroguardia commetta tanti errori, ma lo è ancora di più il fatto che siano reiterati.
Questo pomeriggio riusciremo magari a non subire reti contro la peggior squadra che attualmente calca i campi di Serie A. Terzo peggior attacco, seconda peggior difesa, ultima in classifica anche a causa del -3 della giustizia federale per il caso plusvalenze. Gli 11 dei clivensi, il cui unico anelito di vita in questa stagione è stata la quasi vittoria contro la Juventus nella prima giornata, dovrebbero scendere in campo con questi 11: Sorrentino; Depaoli, Bani, Rossettini, Barba; Rigoni, Radovanovic, Hetemaj; Leris, Birsa; Stepinski. Una formazione che a leggerla attentamente non dovrebbe dare grandi grattacapi al Milan. Stepinski è un discreto numero 9, e Birsa, appena alle sue spalle, dotato di quella creatività che lo potrebbe imbeccare. Il centrocampo è forse il reparto più equilibrato e di “spessore”, con l’incursore Rigoni, la fisicità di Radovanovic e la corsa di Hetemaj. Mancano tecnica e neuroni, ma questo è un problema annoso per i “mussi volanti” che evidentemente non hanno intenzione di risolvere.
Milan invece con la formazione tipo: Donnarumma; Abate, Musacchio, Romagnoli, Rodriguez; Kessié, Biglia, Bonaventura; Suso, Higuain, Calhanoglu. Sarebbe interessante discutere della possibilità di far partire dal primo minuto Higuain e Cutrone, che nonostante le molte caratteristiche in comune, quando hanno giocato qualche scampolo di match insieme (Roma e Olympiacos) hanno dimostrato di sapersi abbinare bene. Questo sarebbe senza dubbio un banco di lavoro interessante, su cui magari Gattuso ha già fatto un pensierino. E permettetemi di aggiungermi al coro: peccato non aver tenuto André Silva. Con accanto Higuain sarebbe potuto esplodere anche qui.
Fab
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