“Finalmente è finita”. Con la partita di oggi si chiude una stagione complicata, deludente, difficile da vivere, con un Milan su cui avevamo tutti investito tanto, ma che ha ridato indietro poco e nulla. Una stagione che doveva segnare il ritorno in grande stile dei rossoneri, ma che ci vede all’ultima giornata a lottare per il sesto posto. Con buona pace di chiunque, a parole, faccia invece finta che tutto sia andato bene e secondo i piani, che la colpa sia stata solo ed esclusivamente di Montella. Un po’ come quando gli anni passati, secondo i bandanati e prezzolati, la colpa era solo ed esclusivamente dei vari Allegri, Seedorf, Mihajlovic, Inzaghi. Ma tant’è…
Come già scritto la scorsa settimana, è comunque necessario guardare oltre i disastri di quest’anno, cercando di trovare segni di un futuro – si spera – migliore. I soldi spesi, tanti ma non tantissimi, non sono stati tutti scialacquati. La maggior parte dei giocatori sono di valore (oserei dire indiscutibile), e hanno inevitabilmente bisogno di ulteriore tempo e ulteriori aggiustamenti di mercato per trovare il giusto equilibrio in campo. La dirigenza, la cui attività in questa stagione è stata estremamente lacunosa sotto molti punti di vista, non può che migliorare. Il tifo, anche nei momenti più difficili, ha cercato di sostenere i propri beniamini, segno che è disposto ancora ad aspettare, a concedere tempo.
C’è poi il capitolo allenatore. Gennaro Gattuso è stato la salvezza di una stagione che si sarebbe potuta concludere con il Milan anche in posizioni meno lusinghiere della classifica. È riuscito a rivoltare la squadra come un calzino. Come lo ha fatto? Da un lato con una moral suasion certamente che pochi di noi potevano attribuirgli (vedi il caso di Donnarumma), dall’altro con il solito carattere e la cazzimma che è da sempre un marchio di fabbrica di casa Gattuso. Ha agito sulle dinamiche personali, psicologiche, nel cuore dello spogliatoio. A livello tecnico-tattico i contributi sono stati invece inferiori, essendosi limitati quasi esclusivamente al cambio di modulo (che ha permesso di recuperare lo stizzoso e viziatello Suso, ed ecco un altro caso di moral suasion).
Nonostante i risultati positivi, ripeto quella che è la mia opinione: Gattuso non è pronto per ricoprire il ruolo di allenatore del Milan. Spero naturalmente di sbagliarmi, ma saper gestire lo spogliatoio e le situazioni più spinose è utile, ma fino a un certo punto. Quest’anno sono state diverse le occasioni in cui la poca esperienza tattica di Rino si è palesata, e non possiamo permetterci di avere sulla nostra panchina un allenatore in divenire. Temo vorrebbe dire perdere, o meglio decidere di perdere, un’altra stagione. Un’idea potrebbe essere ingaggiare un buon primo allenatore mantenendo Gattuso come secondo, di modo che non vada perso il polso fermo che ha nello spogliatoio, perché no?
Il capitolo mercato è poi naturalmente quello da seguire con più attenzione, di cui parlare con maggior dovizia di particolari e in cui si può sbagliare il meno possibile. Avremo un’estate intera per discuterne, ma intanto, fra sette giorni, faremo il punto della situazione su ciò che questa stagione ci ha detto, sulle somme da tirare una volta per tutte, individuando i rami secchi da tagliare per ricostruire qualcosa di nuovo. Intanto, buon Milan-Fiorentina a tutti. Sperando di arrivare sesti evitando i preliminari di Europa League (sic).
Fabio
In attesa di Milan-Fiorentina è uscito il match program: http://matchprogram.acmilan.com/books/yxeq
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