Milan-Fiorentina presentazione

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Ancora a secco

Una situazione di completa emergenza, contro un avversario ostico, per quanto ancora in parte alla ricerca della propria identità. Questo Milan-Fiorentina pre natalizio si preannuncia come un possibile (l’ennesimo) trappolone in grado di metterci in crisi. Non che serva chissà che per farlo, sia chiaro: in fin dei conti il Milan degli ultimi anni, a prescindere da giocatori, allenatori e persino proprietari, è sempre stato affetto da quella sorta di schizofrenia che porta ad autosabotarsi inconsapevolmente. In questo senso la gestione Gattuso ha in parte attutito il colpo (specie la scorsa stagione), usando un polso deciso contro il lassismo della squadra, ma l’effetto positivo del suo carattere si è ormai esaurito (e da mo’…).

A livello tecnico o tattico c’è poco da dire su una squadra che non è riuscita a impensierire il Bologna di Pippo Inzaghi, ma d’altronde non c’è da dire nulla che non sia già stato scritto. A maggior ragione se pensiamo che il centrocampo che giocherà stasera sarà formato da Calabria, Mauri e Calhanoglu. L’unica cosa su cui possiamo concentrarci è ancora su ciò che vorrà fare nell’immediato futuro la società: qual è il progetto attorno al Milan? A gennaio che si farà? In Gattuso c’è fiducia oppure sarà sostituito? A oggi l’agire di Leonardo e Maldini è stato poco chiaro. Per vari motivi, chiaro, la maggior parte dei quali assolutamente condivisibili, ma è arrivato il momento di tirare le fila dei ragionamenti che avranno certamente fatto.

Se il sottoscritto dovesse fare una sorta di pronostico, direbbe che a suo avviso la società vuole fare un buon mercato a gennaio, acquistando certo qualche giocatore utile nell’immediato, ma anche altri spendibili per il futuro, degli investimenti alla Paquetá. In questo modo, tra puntelli e “colpi”, si punta a battere la concorrenza di Lazio e Roma (e magari Inter) per il terzo/quarto posto Champions. Con chi in panchina? Insistendo su Gattuso, dando continuità alla guida tecnica, a meno di disastri. Si penserebbe poi a giugno con chi sostituire l’attuale mister. Vedremo se il pronostico si rivelerà azzeccato.

A proposito del match di oggi, come detto, non c’è parecchio da dire, se non sperare che il centrocampo Calabria-Mauri-Calhanoglu tenga. I Viola hanno ottime individualità, e possono essere infidi in ogni momento della partita. Mirallas è in grande forma, Simeone si è appena sbloccato, Chiesa è sempre un pericolo e Benassi è un centrocampista goleador da tenere in grande considerazione. a completare la metà campo anche Veretout e Gerson, non dei fenomeni, ma comunque solidi (bene o male anche come il reparto arretrato). Quindi perché tutta questa fatica in classifica per i toscani? Semplice, la manovra offensiva: manca creatività al centrocampo, quella creatività che permette verticalizzazioni rapide, improvvise, decisive. Anche Pioli, come molti altri suoi colleghi, è rimasto vittima del 433, uno dei moduli più complicati da giocare proprio per le spaziature tra reparti e compagni di reparto, ma che “per colpa” di Barcellona e Napoli pare a molti essere il più semplice. Il rischio, che è poi anche il motivo per cui il Milan fa fatica a segnare, è di allargare sempre troppo il gioco, non sfruttando terminali offensivi che hanno bisogno di essere serviti (Higuain/Simeone), defilandosi sempre dalla porta avversaria. Ad ogni modo vedremo oggi se e come reagirà la squadra a un periodo decisamente no, per quanto sembri in realtà molto stanca mentalmente.

Fab

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Ho questo ricordo, il primo sul Milan. Io che ad appena sette anni volevo vedere la finale di Atene, tra Milan e Barcellona… ma essendo piccolo dovevo andare a letto presto per la scuola. Allora mio padre, severo, mi permise di vedere la partita, ma solo il primo tempo. Finiti i primi 45 minuti, i miei genitori mi misero a letto, ma poco dopo sgattaiolai fuori dalle coperte e mi nascosi dietro la porta che dava sul salone. Al gol del Genio però non riuscii a trattenere la mia gioia… fortunatamente mio padre, interista, fu molto sportivo e mi lasciò concludere la visione di quella partita perfetta.