Milan-Inter presentazione

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Chapeau! Quando un avversario ti batte giocando così merita gli applausiSe in una stagione tutto andasse sempre per il verso giusto, sapete che palle? Oddio, ora che ci penso non sarebbe nemmeno male provare il brivido di vivere una stagione intera di successi, così, giusto per toglierci lo sfizio… però le difficoltà ci stanno sempre, e solo quando si sbaglia si può imparare. Il Milan contro lo Spezia ha sbagliato, e alla grande. Hai voglia a dire che i liguri avevano battuto anche Roma e Napoli in trasferta, che sono una bella squadra che gioca a viso aperto e senza paura, sono comunque lo Spezia, con tutto il rispetto. E fatalità venerdì sera (il pezzo lo scrivo sabato intorno alle 8 del mattino) hanno preso tre scoppole dalla Fiorentina, mica il Real Madrid. Rimane il fatto che i ragazzi di Italiano hanno fatto il loro, aggredendo il Milan e non lasciandolo respirare, tenendo il ritmo del match alto e portando gli avversari a sbagliare: è il Milan che non ha fatto il Milan.

Quella di una settimana fa è stata la quinta sconfitta stagionale, la prima in assoluto in trasferta in Serie A. Le altre lo 0-3 casalingo subito dal Lille, l’1-3 di San Siro contro la Juve e un altro 0-3, sempre a Milano, contro l’Atalanta, più il 2-1 in Inter-Milan di Coppa Italia. Per tutte queste partite ci possono essere scusanti, spiegazioni alle defaillance: il turnover, le tante assenze, gli episodi, l’inferiorità numerica. Per quella subita in Liguria, invece, no. Era un match da vincere, erano tre punti da portare a casa come quasi sempre abbiamo fatto contro squadre di più basso livello in questa annata, c’era un primo posto da difendere. Sia come sia, la squadra è chiamata a reagire a quella che è stata una delusione, per quanto forse non esattamente un “fulmine a ciel sereno”. Personalmente ho la sensazione che il Milan sia più stanco e fiacco rispetto a qualche settimana fa, che arranchi un po’ di più. Credo che i tanti guai fisici di diverse pedine chiave si siano e si stiano ancora facendo sentire. Uno su tutti, Bennacer: i suoi acciacchi lo stanno tormentando ormai da mesi, e oltre a essere privi di un elemento fondamentale nel centrocampo rossonero, Tonali, il suo sostituto, sta ancora facendo moltissima fatica a inserirsi nei meccanismi di Pioli. Lo stesso Calhanoglu deve ancora tornare ai livelli di qualche mese fa, insieme a Saelemaekers.

Di fronte avremo invece una squadra in salute, una delle più in forma in Italia, solida e spietata. Tolta la solita imbarazzante esperienza in Champions League delle compagini allenate da Conte e il mini psicodramma in Coppa Italia contro la Juve, l’Inter in Serie A sta veleggiando con una padronanza dei propri mezzi di alto livello. Il gioco dei nerazzurri è a tratti banale, nulla di particolarmente complesso, sempre basato sul ribaltamento veloce dell’azione, ma viene interpretato dai giocatori con enorme dimestichezza. Ora anche con un Eriksen in più. Insomma, l’Inter è arrivata al primo posto non solo per i passi falsi del Milan, ma perché con merito è riuscita a rimanere in scia dei rossoneri, sfruttando l’occasione propizia. Rispetto a cinque mesi fa i cugini sono molto più sicuri di sé e temibili, e non va sottovalutato il fatto che in questa settimana hanno potuto riposare, mentre il Milan viene da un pareggio (anche abbastanza sfigato) a Belgrado contro la Stella Rossa. Unici dubbi di Conte per la formazione di questo pomeriggio sono i ballottaggi Perisic-Young ed Eriksen-Vidal, con i primi favoriti in entrambi i casi. Per il resto la formazione dovrebbe essere abbastanza chiamata, con il classico 3-5-2 composto da Handanovic in porta, Skriniar, De Vrij e Bastoni in difesa, Hakimi, Barella, Brozovic, Eriksen e Perisic a metà campo e la solita coppia Lautaro-Lukaku in avanti.

Anche la formazione rossonera dovrebbe essere quella tipo, con il solo Bennacer ancora una volta costretto a fermarsi in infermeria tra i titolari (gli farà compagnia Brahim Diaz). La formazione è sempre la stessa, il 4-2-3-1 che a parte casi sporadici sta funzionando. In porta sempre Gigio Donnarumma, in difesa, da destra a sinistra, Calabria, Kjaer, Romagnoli e Theo Hernandez, chiamato alla sfida con Hakimi sulla stessa fascia di appartenenza (occhio alla fase difensiva!). I mediani saranno Tonali e Kessiè, che come Theo dovrà cercare di sovrastare l’avversario diretto (in questo caso Barella) in una delle sfide più esaltanti del Derby. Le tre mezzepunte saranno invece a sinistra Rebic, che dovrà usare tutto il suo carattere e la sua fisicità per tenere alta l’intensità offensiva, Saelemaekers a destra, che con il suo equilibrio potrà essere silenziosamente determinante e Calhanoglu, chiamato alla sveglia definitiva dopo l’infortunio. In avanti, Zlatan Ibrahimovic. A livello tattico il Milan potrebbe sfruttare la superiorità numerica sulle fasce, dove le coppie Theo-Rebic e Calabria-Saelemaekers avranno come avversari i soli Hakimi e Perisic. Vedremo come Pioli penserà di sfrutta questa situazione. Di certo ci aspettiamo tutti un ruggito da parte dei ragazzi, una prestazione all’altezza della nostra stagione e dell’impegno che stiamo mettendo in campo giorno dopo giorno, allenamento dopo allenamento. La sconfitta di una settimana fa e il pareggio subito al 93′ giovedì sera certo non fanno bene al morale, ma il Derby è il Derby, al resto non bisogna pensare. Noi continuiamo a credere in questa squadra, che magari non vincerà lo Scudetto, ma che sta restituendo dignità sportiva ai colori che amiamo. Senza paura contro tutto e tutti. Forza Milan!

Fab

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Ho questo ricordo, il primo sul Milan. Io che ad appena sette anni volevo vedere la finale di Atene, tra Milan e Barcellona… ma essendo piccolo dovevo andare a letto presto per la scuola. Allora mio padre, severo, mi permise di vedere la partita, ma solo il primo tempo. Finiti i primi 45 minuti, i miei genitori mi misero a letto, ma poco dopo sgattaiolai fuori dalle coperte e mi nascosi dietro la porta che dava sul salone. Al gol del Genio però non riuscii a trattenere la mia gioia… fortunatamente mio padre, interista, fu molto sportivo e mi lasciò concludere la visione di quella partita perfetta.