Difficile che possa rivelarsi come la svolta della stagione, per carità, ma il gol di Romagnoli a Udine vuol dire tanto: quella del Friuli è una rete che ha sancito la discontinuità rispetto al passato fatto del gol di Mertens a Napoli e di quello di Icardi nel Derby. Strettamente imparentato alla stoccata decisiva di Cutrone contro la Roma, la segnatura del capitano rossonero arriva però, pur contro un avversario inferiore, in un momento certamente più delicato. C’era un quarto posto da difendere e da lanciare una settimana non decisiva ma quasi, tra Europa League e sfida di stasera: va da sé che farlo con una botta di endorfine in corpo è meglio che con la sensazione di aver sprecato un’altra occasione.
Il pareggio di Siviglia, con un Milan ancora a due facce, è stato un intermezzo che poteva lasciare strascichi sull’umore dei ragazzi, per come si era messo il match. Suso ha sistemato la questione, permettendo alla squadra di affrontare le prossime due partite europee con il coltello dalla parte del manico. A turbare l’ambiente lo stato di salute di Musacchio, il cui infortunio si è confermato serio, e quello di Higuain, che dovrebbe invece riuscire a recuperare per stasera. Un’altalena di sensazioni che ci porta dunque alle 20.30 forse in condizioni poi non così drammatiche. In fondo poteva andare peggio, poteva piovere.
Davanti avremo la squadra italiana più forte e forse la prima candidata alla vittoria finale in Champions League. La Juventus di Allegri, lo abbiamo ribadito più volte in questi anni, è molto più calcolatrice di tante altre versioni bianconere, non ultima quella di Conte. Motivo per cui è anche più temibile, ma in alcune situazioni anche vulnerabile. I bianconeri sono coscienti della propria forza (o per meglio dire della propria superiorità), e per questo si sanno gestire, sanno quando pigiare il pedale dell’acceleratore e quando quello del freno, a seconda di dove la partita sta andando. Di tanto in tanto la sicurezza si trasforma in sicumera: il “so di essere superiore” in “sono troppo superiore per prenderla in quel posto”. Questo è ciò che è avvenuto contro lo United, questo il vero punto debole dei ragazzi del “toscanaccio”.
La cattiva notizia è che il difetto dei bianconeri è per così dire “genetico”, non scatenato da un comportamento esterno. Tradotto: che la Juve stasera possa avere un simile atteggiamento disfunzionale non dipende da noi. Non facciamoci illusioni: a livello tecnico e tattico la Juve è difficilmente attaccabile. Ha almeno quattro diverse fonti di gioco (Bonucci-Pjanic-Dybala-Ronaldo), tanta corsa con Matuidi e intelligenza tattica con Khedira, disponibilità al sacrificio con Mandzukic, talento e tecnica anche sulle fasce laterali con Cancelo e Alex Sandro. La coppia centrale è solida e intimidatoria, ma è forse lì che il Milan potrà dire qualcosa. Cutrone ha abbastanza freschezza e malizia da non lasciare rifiatare né Bonucci, né Chiellini, e Higuain è Higuain. È però sull’altro fronte, quello difensivo per il Milan, che nascono i dubbi: Zapata e Bakayoko saranno chiamati a sostituire Musacchio e Biglia, forse non due fulmini di guerra, ma giocatori che avevano trovato la propria dimensione in questa squadra. Sostituirli degnamente sarà durissimo, specie in un match in cui si può pagare anche la più piccola sbavatura.
I primi minuti saranno quanto mai indicativi di come si evolverà lo scontro. Come reagirà la Juve alla beffa di mercoledì? Andrà all’arrembaggio cercando di chiudere la pratica presto e dando un segnale alle avversarie che sperano che la crepa aperta da Mou si possa allargare, o sarà sorniona, lasciandoci sfogare? E noi, come inizieremo? Coperti e “schisci” o cercheremo di sfruttare il fattore campo? Gattuso ha spesso peccato di troppa umiltà, ma essere umili e chiudersi per ripartire in contropiede può davvero pagare quando si ha davanti un undici tanto esperto? Domande legittime attorno cui girerà il destino dei 90 minuti. A mio avviso dovremo avere la costanza di sfruttare il 442, cercando di sollecitare le doti difensive non eccellenti dei due laterali bianconeri. Laxalt e Rodriguez, così come Abate e Suso, dovranno essere i nostri grimaldelli con cui far saltare le coperture avversarie. Allargare il gioco è a mio avviso la nostra migliore opportunità per creare grattacapi a una Juventus che nel presidio delle vie centrali – non a caso quelle da cui vengono tradizionalmente i pericoli più grandi – il proprio punto di forza. Sfiancarli sfruttando la larghezza del campo: questa è la nostra miglior possibilità. Al contrario, affrontandoli in mezzo al campo esalteremmo i loro punti di forza prestando il fianco alle nostre indecisioni.
Fab
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