Milan-Lecce presentazione

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Due settimane di pausa nazionali e la prima partita con un nuovo allenatore in panchina. Questo prepartita di Milan-Lecce di carne al fuoco ne ha ben poca. Certo, il match è di interesse per ognuno di noi, considerato che sarà il primo approccio con la squadra che disegnerà il neo allenatore, ma si possono fare poche considerazioni, poche previsioni, almeno di credibili. Sparare nel mucchio come tanti (di fatto tutti) i quotidiani hanno fatto, con tanto di “Pioli giocherà così” e variazioni sul tema, sarebbe fin troppo semplice. In realtà capiremo molto, se non tutto, solo oggi a partire dalle 20.45, o almeno sin dalla consegna della formazione ufficiale. A prescindere dal modulo e dagli uomini, dal gioco espresso e dai risultati, dovremo però essere in grado di gestire le nostre aspettative legate alla nuova esperienza in panchina.

Parto io. Da Pioli non aspetto miracoli, né stravolgimenti tattici o di uomini. Non sarebbe nemmeno giusto farlo, e men che meno intelligente. Lui sa che il Milan ha pochissime possibilità di chiudere quarto, e quelle pochissime chances passano dal farle fare quel poco che questa squadra mastica: un gioco elementare molto orizzontale, lento, abbastanza arioso, ma senza grandi guizzi, nella speranza però che qualche singolo tiri fuori le castagne dal fuoco. Non ci sono alternative. A mio avviso il modulo rimarrà lo stesso, il solito stantio 433, con Suso come punto di riferimento della manovra offensiva. Mi aspetto una squadra leggermente più matura, con Biglia come perno del centrocampo. Mi rendo conto che la previsione non faccia fare i salti di gioia a nessuno – me compreso -, ma è ciò che un qualsiasi allenatore nella situazione di Pioli farebbe: damage control, normalizzazione della situazione, costruzione di nuove sicurezze. Solo al termine di questa fase ci potrà magari essere la voglia o la possibilità di provare qualcosa di nuovo, non prima.

Se così fosse, e a onor del vero le probabili formazioni sembrano essere orientate su questa lettura, il rischio – o meglio, uno dei rischi – è quello che il tifo possa non dare fiducia all’allenatore, la cui avventura già è iniziata non esattamente sotto i migliori auspici. Il ragionamento che faccio io è senza dubbio poco “affascinante”, ma decisamente pragmatico: perché non dovremmo concedere fiducia a Pioli? Perché, allo stato attuale delle cose, ci intestardiamo con il pretendere x cambi tattici e di uomini, pena l’impossibilità di ottenere buoni risultati? E badate bene, io sono uno di quelli che domani, se potesse, segherebbe Suso, Kessiè, Piatek e Calhanoglu dagli 11 iniziali. Solo, non credo sia giusto che un allenatore debba arruffianarsi il pubblico assecondando i suoi istinti. Non penso nemmeno che un allenatore debba partire prevenuto nei confronti di chicchessia, all’interno della propria rosa, a prescindere da quanto accaduto in passato. Anch’io spero che Pioli arrivi presto a cambiare modulo e parte dei calciatori, ma non ho la presunzione di pensare che solo in questo modo possiamo ottenere i risultati sperati. Il nuovo mister è stato chiamato per risollevare le sorti della squadra: il modo in cui farlo lo deve trovare lui, non noi. Per citare il titolo di un magnifico film di Woody Allen, “basta che funzioni”.

Infine, due parole sull’avversario di stasera e la formazione del Milan. Prima di tutto partiamo dagli ospiti. Gabriel; Rispoli, Rossettini, Lucioni, Calderoni; Majer, Imbula, Tabanelli; Mancosu; Falco, Babacar. La squadra di Liverani non ha singoli di grande valore, né è in possesso di un particolare ordine a livello tattico. Quel che invece ha, esattamente come il suo tecnico, è lo spirito di sacrificio e la capacità di lottare. Qualche settimana fa il Lecce è capitolato in casa contro la Roma per 0-1, ma fino al 95’ ha messo in difficoltà gli avversari, obbligandoli a chiudere il match a strenua difesa del risultato. Non sarà un impegno proibitivo, tutt’altro, ma nasconderà diverse insidie, questo è certo. Questa, invece, la probabile formazione del Milan. Donnarumma; Conti, Musacchio, Romagnoli, Hernandez; Kessie, Biglia, Paquetà; Suso, Piatek, Leao. Una formazione con il suo senso, specie, ripeto, per chi è alla prima da allenatore di una nuova squadra. Dai 90’ di San Siro avremo sicuramente molte più indicazioni, sperando che arrivino insieme ai tre punti.

Fab

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Ho questo ricordo, il primo sul Milan. Io che ad appena sette anni volevo vedere la finale di Atene, tra Milan e Barcellona… ma essendo piccolo dovevo andare a letto presto per la scuola. Allora mio padre, severo, mi permise di vedere la partita, ma solo il primo tempo. Finiti i primi 45 minuti, i miei genitori mi misero a letto, ma poco dopo sgattaiolai fuori dalle coperte e mi nascosi dietro la porta che dava sul salone. Al gol del Genio però non riuscii a trattenere la mia gioia… fortunatamente mio padre, interista, fu molto sportivo e mi lasciò concludere la visione di quella partita perfetta.