Milan-Napoli presentazione

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Altra vittoria al cardiopalma per il Milan, con un’altra mezza rimonta subita e sventata dalle reti di Gabbia e Jovic. Si torna da Frosinone con poche certezze, perché non può essere considerata certezza quella di aver vinto la seconda trasferta consecutiva in rimonta nei minuti finali. A volte può andare bene, altre male. Non è disfattismo se ci si sofferma sulle rimonte subite e non su quelle completate. Il motivo è presto detto: le prime sono in quantità decisamente maggiore delle seconde, almeno finora. Sono più una certezza, per così dire. E sono propiziate da una fase difensiva che Pioli non sta riuscendo a sistemare da mesi. Perché va bene avere la giustificazione degli infortuni, ma quelli sono solo una parte del problema. Ciò che manca è l’equilibrio di squadra. Il Milan non conclude un match con un clean sheet dal 7 gennaio, Empoli-Milan. Nelle ultime tre uscite ha subito la bellezza di sei reti da Udinese, Bologna e Frosinone. I rossoneri hanno l’undicesima miglior difesa del campionato (o forse sarebbe meglio dire la nona peggiore). L’attacco funziona, è vero, (secondo migliore alle spalle dell’Inter) e soprattutto lo fa anche senza i gol di Leao, ma si poggia sulle spalle di Giroud e sulle rapine di Jovic. Inoltre, anche Pulisic è a secco da un mese e mezzo (Milan-Sassuolo del 30 dicembre). Insomma, siamo sempre in bilico tra la vittoria, il pareggio e la sconfitta: ognuna delle nostre ultime partite sarebbe potuta finire facilmente con un 1X2.

Davanti l’Inter corre verso la seconda stella, la Juve si lecca le ferite dopo aver raccolto 1 punto nelle ultime due uscite e il Milan è a -4 dai bianconeri. Dietro, le lunghezze che ci separano dal quinto posto sono 11 (la stessa distanza che c’è tra Inter e Milan, casualmente). A livello di classifica la situazione è sotto controllo, ma a questo punto della stagione, con anche gli impegni europei che incombono, non si possono fare calcoli. A proposito di questo, giovedì è fissata l’andata tra Milan e Rennes dei sedicesimi di finale di Europa League. Prendere sul serio una competizione “minore” è essenziale per la squadra e la sua crescita. Serve continuare a fare esperienza in Europa dopo le semifinali di Champions di un anno fa, e l’obiettivo minimo deve essere entrare nelle prime quattro della competizione.

Stasera si gioca Milan-Napoli. In campionato contro i partenopei i rossoneri non vincono in casa dal 2014, con la gioia di un anno fa rappresentata dall’1-0 firmato Bennacer nei quarti di finale di Champions di un anno fa. Anche gli azzurri vengono da una vittoria rocambolesca nel turno precedente, in casa contro l’Hellas Verona. Assenti Meret (probabile panchina per lui), idem Zielinski, mentre Osimhen sarà impegnato insieme a Chukwueze nella finale di Coppa d’Africa contro la Costa d’Avorio. Fuori anche Rui, sostituito da Mazzocchi. Il Napoli è ancora a metà tra la passata anima spallettiana e la nuova guida di Mazzarri: un ibrido che al momento non convince, tanto che la classifica vede i campani al settimo posto, a -14 dal Milan, ma a solo -4 dalla zona Champions. È l’attacco soprattutto a preoccupare, con un Simeone che non ingrana come sostituto di Osimhen e un Kvaratskhelia che soffre (come spesso capita) il secondo anno in Serie A. Probabile formazione (433): Gollini; Di Lorenzo, Rrahmani, Juan Jesus, Mazzocchi; Anguissa, Lobotka, Cajuste; Politano, Simeone, Kvaratskhelia.

Nel Milan formazione quasi tipo. Squalificato Reijnders, ballottaggio in mediana tra Adli e Musah. Al momento è favorito il francese come spalla di Bennacer, ma sarebbe forse auspicabile un impiego dello statunitense, più dinamico del numero 7. Per il resto tutti confermati. Probabile formazione (4231): Maignan; Calabria, Gabbia, Kjaer, Theo; Adli, Bennacer; Pulisic, Loftus, Leao; Giroud.

Vincere oggi, in un “big match”, sarebbe importante mentalmente per preparasi a un periodo complesso. Rennes, trasferta a Monza, Rennes ancora e poi Atalanta e Lazio. Molto si gioca in questi match, per poter cementare la Champions e pensare all’Europa League. Forza Milan!

Fab

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Ho questo ricordo, il primo sul Milan. Io che ad appena sette anni volevo vedere la finale di Atene, tra Milan e Barcellona… ma essendo piccolo dovevo andare a letto presto per la scuola. Allora mio padre, severo, mi permise di vedere la partita, ma solo il primo tempo. Finiti i primi 45 minuti, i miei genitori mi misero a letto, ma poco dopo sgattaiolai fuori dalle coperte e mi nascosi dietro la porta che dava sul salone. Al gol del Genio però non riuscii a trattenere la mia gioia… fortunatamente mio padre, interista, fu molto sportivo e mi lasciò concludere la visione di quella partita perfetta.