Forse è un Milan troppo bello per durare, ma intanto godiamocelo. Ventuno risultati utili positivi, con l’ultima sconfitta che risale all’ultimo match pre lockdown dello scorso marzo, quello contro il Genoa. Cinquantaquattro le reti segnate dalla ripresa del calcio alla partita di Glasgow, solo diciannove quelle subite. E poi forse il dato più in controtendenza rispetto al recentissimo passato rossonero: dieci marcatori diversi in questo inizio di stagione, più di ogni altra squadra italiana. Il Milan di Pioli post lockdown è una macchina semi perfetta che raramente si è inceppata cadendo in mini passi falsi come il 2-2 della scorsa stagione contro la Spal (o come la quasi eliminazione contro il Rio Ave). Inoltre, l’allenatore che solo un anno fa ci faceva cadere in una crisi simil depressiva per essere stato preferito a Spalletti è riuscito a valorizzare al meglio tutto gli elementi che gli sono stati offerti, uno tra tutti lo scarto dell’Atalanta Kjaer.
È un Milan che rende orgogliosi, diciamocelo. In particolare la vittoria del Derby è stata esaltante, per quanto arrivata dopo tante sofferenze, forse anche troppe. La squadra ha comunque mostrato una resistenza e una forza mentale che non si vedevano da anni, difendendo il gol di vantaggio fino al fischio finale e chiudendo così le prime quattro partite stagionali di Serie A a punteggio pieno e in prima posizione in solitaria. Per arrivare a cinque bisognerà superare anche la Roma di Fonseca.
I giallorossi sono reduci da tre vittorie consecutive contro Udinese, Benevento e Young Boys: avversario complicato da affrontare e abituato ad affrontare le partite a viso aperto e senza troppe remore difensiviste. Questa tendenza può in qualche modo agevolare il Milan, attualmente padrone della miglior difesa in Serie A (al pari dell’Hellas Verona, che non a caso è riuscito a fermare sullo 0-0 – poi trasformato in 3-0 – i capitolini nel primo match stagionale). Il 3421 della Roma dovrebbe essere composto da Mirante; Mancini, Ibanez, Kumbulla; Karsdorp, Veretout, Pellegrini, Spinazzola; Pedro, Mkhitaryan; Dzeko. Naturalmente osservato numero 1 il bomber bosniaco, che nonostante i 34 anni continua a segnare senza fermarsi. Indisponibili l’ormai lungodegente Zaniolo e Smalling.
Anche il Milan dovrà affrontare un paio di defezioni importanti: Rebic e con ogni probabilità anche Calhanoglu. I due saranno sostituiti da Leao (decisivo nel Derby con il suo assist per il secondo gol di Ibra) e Diaz (in rete anche contro il Celtic). Questi gli 11 di Pioli: Donnarumma; Calabria, Kjaer, Romagnoli, Theo Hernandez; Kessie, Bennacer; Saelemaekers, Brahim, Leao; Ibrahimovic. Partita complicatissima, siamo d’accordo. Per questa ragione va sì cercata la vittoria, ma senza troppi drammi se non dovesse arrivare. Il Milan di Pioli ci sta abituando forse anche troppo bene, ma non potrà durare in eterno garantendo questo rendimento. L’obiettivo rimanga la qualificazione in Champions, tutto ciò che dovesse mai arrivare in più sarà tutto di guadagnato.
Fab
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