Milan-Roma presentazione

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Ci siamo lasciati un paio di settimane fa con una situazione sportiva abbastanza delineata: l’Inter più o meno in fuga solitaria, il Milan a rincorrere a quattro lunghezze di distanza, il Napoli un po’ più attardato e dietro i partenopei l’Atalanta, che sembrava lanciatissima ma che ha visto il proprio cammino subire i contrattempi firmati Roma e Genoa. Eravamo già tutti pronti a rimetterci davanti alla TV, o a sederci nuovamente sugli spalti per riprendere il filo della storia di questa stagione 2021/2022, ma qualcosa è nuovamente cambiato. Un enorme punto di domanda chiamato Omicron ha invaso il mondo, compreso quello sportivo – italiano e non, calcistico e non.

Leggere l’elenco dei giocatori positivi al virus è un po’ come leggere un bollettino di guerra, rimanere aggiornati sulle partite annullate è ormai esercizio complicatissimo. D’altronde noi stessi conosciamo benissimo la situazione in cui viviamo, tra quarantene, familiari positivi, colleganza decimata, e logica vuole che nel calcio la condizione non sia più di tanto diversa. Gli stessi vertici della Lega si trovano davanti a un bivio: rimandare il campionato o meno, se già 2/5 delle partite non si disputeranno? Come garantire la regolarità della competizione, o perlomeno come falsarla il meno possibile? Da un certo punto di vista, se la positività al COVID va considerata bene o male come una semplice defezione da infortunio, non è mai successo che venissero rinviati match per un numero eccessivo di infortunati tra le file di questa o quella squadra; d’altro canto, non è nemmeno particolarmente corretto imporre una sorta di numero minimo di contagiati necessario per rimandare un match. Come dire, l’Hellas che ne ha 8 col COVID può non giocare e il Milan che ne ha “solo” 4 invece la sua partita la deve giocare e muto. Il tutto considerato che le norme impongono che siano le ASL territoriali a giudicare se un match è o meno disputabile, e non è detto che giudichino tutte usando lo stesso metro. Insomma, si rischia di creare più confusione di quanta già non ce ne sia, e soprattutto più disparità di quanta già non ce ne sia.

Oltretutto, si rischia inoltre di dimenticare quello che è in realtà il punto più importante: garantire la sicurezza di chi è coinvolto, dai calciatori agli allenatori, dai fisioterapisti agli arbitri. Vero che tutti loro sono sottoposti a screening puntuali, ma nessun tampone può ridurre a zero il rischio di contagio, specie in situazioni in cui l’utilizzo dei DPI base (mascherine) è se non impossibile, quantomeno proibitivo. Approfittando della pausa natalizia, a mio avviso sarebbe saggio fermare il campionato per una o due settimane, recuperabili senza troppe complicazioni più avanti durante la stagione (non ci saranno competizioni estive, quest’anno…).

Tornando a noi e allo sport, sempre che Milan-Roma si giochi davvero, al momento tra i rossoneri è positivo Tatarusanu, ma anche altri tre giocatori (di cui, al momento in cui scrivo – 23.46 del 5/01 -, non sono stati divulgati i nomi). Nella Roma saranno invece assenti Mayoral e Fuzato, oltre al lungodegente Spinazzola. Recuperati Calabria, Leao, Rebic e Giroud, sempre che tra i positivi non ci siano loro: Pioli ha maggiore scelta di interpreti. Mourinho può invece contare su uno Zaniolo apparso in grande spolvero nelle ultime uscite. Tra Milan e Roma ci sono dieci punti al momento, frutto soprattutto della maggiore continuità rossonera. Il 2021 si è chiuso con qualche difficoltà, è obbligatorio non continuare a perdere lunghezze dai cugini, specie in giornate in cui il calendario non ci sorride. Il resto, lo sappiamo, dovrà venire dal mercato. Speriamo possa regalarci qualcosa di sostanzioso per coltivare davvero un sogno. Intanto cominciamo però con i tre punti di oggi. Forza Milan!

Fab

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Ho questo ricordo, il primo sul Milan. Io che ad appena sette anni volevo vedere la finale di Atene, tra Milan e Barcellona… ma essendo piccolo dovevo andare a letto presto per la scuola. Allora mio padre, severo, mi permise di vedere la partita, ma solo il primo tempo. Finiti i primi 45 minuti, i miei genitori mi misero a letto, ma poco dopo sgattaiolai fuori dalle coperte e mi nascosi dietro la porta che dava sul salone. Al gol del Genio però non riuscii a trattenere la mia gioia… fortunatamente mio padre, interista, fu molto sportivo e mi lasciò concludere la visione di quella partita perfetta.