Milan-Salernitana presentazione

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Un dieci giorni sulle montagne russe per il Milan, che dopo la sconfitta contro la Fiorentina ha visto la vittoria di Madrid, a cui è seguito il crollo in casa contro il Sassuolo e poi la vittoria convincente contro il Genoa. Ciò che manca è sì forse la continuità, almeno in questo frangente, ma non solo per problemi nostri, quanto anche e soprattutto per meriti degli avversari che abbiamo incrociato. Il ko contro il Sassuolo lascia sul campo pochissime recriminazioni, essendo stato più che meritato: i neroverdi, dopo il vantaggio del Milan, hanno dominato  in lungo e in largo, non permettendo mai davvero ai rossoneri di poter recuperare. Insomma, le sconfitte, anche quelle brutte, nel corso di una stagione ci stanno e bisogna accettarlo, ma per quanto possibile imparare da esse.

Il Milan avrebbe poi da imparare anche da qualche altro evento che sta funestando la nostra rosa: i continui infortuni. Tanto la scorsa, quanto in questa stagione, mister Pioli sta ha dovuto fare a meno per periodi anche lunghi a pedine fondamentali. Nel corso di questi pochi mesi ha di fatto dovuto rinunciare, in momenti non sempre diversi, a tutta la difesa titolare (Theo per il COVID, quindi potremmo anche non contarlo). Più o meno lo stesso discorso può valere anche per la zona offensiva, dove sono stati pochissimi i miracolati ancora non toccati da problemi fisici. Ora, oltre Calabria, Rebic, Castillejo e Giroud, oggi il Milan dovrà fare a meno anche di Kjaer, la cui stagione è praticamente finita. È vero che ci sono incidenti che difficilmente si possono prevedere, ma sono ormai un paio d’anni che i rossoneri hanno grosse difficoltà da questo punto di vista, e quando arrivi al punto di poterti giocare lo Scudetto o, nel più piccolo, una qualificazione alla Champions League, anche la defezione dell’ultimo panchinaro può avere effetti sui risultati, figurarsi quella di tre titolari e mezzo. Qualcosa va fatto, e presto. Intanto sostituire Simon, a cui va il nostro più grande in bocca al lupo, ma poi anche qualcosa di più impattante sul lungo periodo, visto che è evidente che c’è qualcosa che non va.

Intanto concentrati sul match. La Salernitana torna a San Siro 22 anni dopo quel magnifico e soffertissimo 3-2 della stagione 1998/1999, contro gli amaranto di Delio Rossi guidati dalla coppia gol Di Vaio-Di Michele. Oggi i campani si trovano all’ultima posizione in classifica, a meno tre dalla zona salvezza e con già un cambio in panchina, con l’avvicendamento tra Castori e Colantuono. Non che al momento sia cambiato più di tanto: l’ex allenatore del Frosinone ha portato in dote solo quattro punti, frutto della vittoria contro il Venezia e del pareggio di Cagliari. È anche vero tuttavia che nelle ultime giornate i granata hanno dovuto affrontare Napoli, Lazio e Juve. Gli ospiti si presentano alla Scala del Calcio con il tridente delle grandi occasioni, formato da Ribery, Bonazzoli e Simy, comunque un attacco che merita rispetto. I problemi sono piuttosto forse dietro, dove mancano spessore, classe ed esperienza. Probabile formazione (433): Belec; Veseli, Gyomber, Gagliolo, Ranieri; Coulibaly, Di Tacchio, Kastanos; Bonazzoli, Simy, Ribery.

Nel Milan qualche defezione e un po’ di sano turnover in vista del match decisivo contro il Liverpool: Bennacer, Tonali, Kalulu e Ibra partiranno dalla panchina, mentre al fianco di Tomori ci sarà naturalmente Romagnoli, che ha ora l’opportunità di guadagnarsi il rinnovo con maggiore tranquillità. Probabile formazione (4231): Maignan; Florenzi, Tomori, Romagnoli, Theo; Kessié, Bakayoko; Saelemaekers, Diaz, Leao; Pellegri. Ciò che ci aspettiamo sono i tre punti. Andiamo a prenderceli! Forza Milan!!!

Fab

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Ho questo ricordo, il primo sul Milan. Io che ad appena sette anni volevo vedere la finale di Atene, tra Milan e Barcellona… ma essendo piccolo dovevo andare a letto presto per la scuola. Allora mio padre, severo, mi permise di vedere la partita, ma solo il primo tempo. Finiti i primi 45 minuti, i miei genitori mi misero a letto, ma poco dopo sgattaiolai fuori dalle coperte e mi nascosi dietro la porta che dava sul salone. Al gol del Genio però non riuscii a trattenere la mia gioia… fortunatamente mio padre, interista, fu molto sportivo e mi lasciò concludere la visione di quella partita perfetta.