Un bel Milan, un gran bel Milan. Con tanti difetti, ma certo con un’anima. Non facciamoci ancora ingannare, o per usare un termine più neutro, “confondere” dalla squadra che lungo la via Emilia ha tirato su sei punti in due partite. Stiamo parlando certo di un bottino rinfrancante visto l’andamento tenuto dalla truppa durante l’inizio di questa stagione, ma comunque nulla di clamoroso. Piuttosto, cerchiamo di valorizzare ciò che non va e di correggere le storture di una squadra che è comunque ancora alla ricerca di se stessa.
Come dicevo giorni fa, i giocatori creativi del Milan sono tre: Suso, Calhanoglu e Bonaventura. Non voglio sopravvalutare nessuno di loro, lungi da me, è solo una constatazione. La maggior parte delle azioni pericolose del nostro Milan, che a noi piaccia o meno, passano dai piedi di uno di questi giocatori, anche se non li sopportiamo, anche se non li consideriamo davvero creativi, anche se per lunghi tratti delle partite non danno nulla alla squadra. Il fatto che dipendiamo molto da loro si è potuto notare anche al Dall’Ara: delle due reti siglate su azione, infatti, una ha visto Suso come assist-man, l’altra Bonaventura come marcatore. Ancora un volta lo ripeto, volenti o nolenti dobbiamo accettare il ruolo che questi elementi ricoprono nel nostro undici e cercare di valorizzarlo. Il tempo delle lamentele e delle richieste di esclusioni è finito: questo abbiamo, sennò puntiamo su Castillejo. E lo dice uno che, magari come la maggioranza di voi, non punterebbe più su nessuno di questi. Ma tant’è…
A Bologna, in una partita che il Milan avrebbe meritato di vincere con uno scarto maggiore e con più serenità, si sono visti dei timidi passi avanti da Piatek, c’è stata la conferma del buon momento che stanno vivendo Conti e Bennacer e il solito Theo esagerato. Autore di un altro gol in fase offensiva, ma anche di un autogol (sfortunato, per carità) e di un fallo da rigore. L’energia de terzino ex Real è propellente per questa squadra, e non solo per le reti segnate e i punti che hanno portato. Il francese deve tuttavia prestare più attenzione e imparare a incanalare nel miglior modo possibile questa foga di cui è in possesso. La “fortuna” del Milan è che questa stagione durante la quale quasi certamente non lotteremo per nessun obiettivo può essere utilizzata proprio per lavorare sui punti deboli di ognuno dei calciatori e migliorare in vista di tempi in cui, magari, concedere un penalty all’85º può essere davvero decisivo.
Domani a Milano arriva il Sassuolo di De Zerbi, un avversario da non sottovalutare, ma comunque una delle squadre tanto competitive da essere alle nostre spalle…. Ad ogni modo, i neroverdi sono rimasti imbattuti contro Juve e Cagliari (una delle squadre più in forma del campionato), quindi una certa attenzione al match va posta eccome, se vogliamo centrare il terzo successo consecutivo. Gli emiliani sono temibili in particolare nel tridente composto da Berardi, Caputo e Boga. Mediocre il resto dell’undici titolare, composto da Turati; Toljan, Romagna, Marlon, Kyriakopoulos; Djuricic, Magnanelli, Locatelli. Per il Milan ancora “squadra che vince non si cambia”, come se Pioli fosse tanto scaramantico (o disperato) da non azzardarsi a sfiorare la formazione titolare che ha racimolato sei punti in due partite. Quindi ancora Donnarumma; Conti, Musacchio, Romagnoli, Hernandez; Kessié, Bennacer, Bonaventura; Suso, Piatek, Calhanoglu. Un’altra vittoria prima della trasferta prenatalizia a Bergamo sarebbe il massimo, basta che i nostri fenomeni dopo il minimo sindacale non si sentano già “arrivati”, tranquilli e sicuri della vittoria, quasi d’ufficio. Conosciamo i nostri polli, quindi concentrazione, come se non avessimo fatto nulla. Che poi è vero, anzi, abbiamo fatto ancora meno. Ergo, per citare uno dei più grandi film della storia, “non è ancora il momento di cominciare a farci i pompini a vicenda”. Tutt’altro.
Fab
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