Era ora, dannazione! Dopo mesi di digiuno e uno stop forzato di un’ulteriore settimana, il Milan ricomincia a dare un senso in più ai nostri fine settimana. I ragazzi tornano finalmente sul rettangolo verde e noi al loro fianco, pronti a vivere un’altra stagione di patimenti, ma sperando che la squadra abbia fatto tesoro dei tanti, troppi errori di quella passata. Alcuni sbagli sono stati corretti a livello dirigenziale, altri a livello sportivo, in attesa che lo stesso venga fatto per quelli a livello di comunicazione (cui tuttavia non si occupa questa rubrica). Se possiamo e dobbiamo trovare un senso a un anno, lo scorso, ampiamente sotto le attese della viglia, possiamo dirci (o convincerci) che abbiamo subito tante batoste che potrebbero rivelarsi utili, che se sbagliare ci rende più bravi, allora quest’anno dovremmo essere insuperabili.
Mettendo da parte le iperboli, le provocazioni, le esagerazioni, ai nastri di partenza troviamo un Milan rinforzato rispetto a quello di un anno fa. Soprattutto in avanti, la presenza di un vero bomber dovrebbe esaltare i tifosi rossoneri a prescindere dal nome impresso dietro la maglietta (che è comunque un bel leggere). Insieme al Pipita gli arrivi, sugli altri, di Caldara (o meglio, lo scambio con Bonucci) corregge una situazione per noi insostenibile, nonché un acquisto rivelatosi sbagliato. Oltre i due ex bianconeri, Laxalt, Castillejo e Bakayoko sono i più interscambiabili con i titolari, specie perché potrebbero fornire nel corso dell’anno – o della stessa partita – soluzioni diverse da quelle standard. Il mercato ha lasciato in mano a Gattuso una squadra però incompleta, con qualche buco a centrocampo e in generale non tante alternative di qualità.
Il Napoli, dal canto suo, ha come spesso capita cambiato poco e nulla. Lo stesso addio di Sarri è stato gestito in modo che potesse risultare il meno traumatico possibile, con l’ingaggio di Carlo Ancelotti, che del bel giuoco ha fatto un’arte (almeno nel suo primissimo Milan). Il cambiamento più interessante che il tecnico emiliano ha operato nell’11 titolare napoletano è l’utilizzo di Milik come prima punta in luogo di Mertens, il falso nueve degli azzurri di Sarri. Vero, il polacco è stato per lunghi periodi di stagione infortunato, ma una volta trovato l’Eldorado con il folletto belga nell’insolito (per lui) ruolo di centravanti, il toscanaccio Sarri non ha più voluto cambiare. Ora vedremo come il Napoli sopporterà una punta di peso davanti, un punto di riferimento totalmente diverso rispetto al belga. Secondo spunto di interesse è l’utilizzo di Hamsik come centrocampista centrale. Non più l’incursore sul mezzo sinistro pronto a colpire, ma, forse anche complice l’ultima deludente stagione, un passo laterale che potrebbe allungargli la carriera e sostituire al meglio l’addio di Jorginho, che ha seguito il maestro Sarri al Chelsea.
Anche il Milan, per bocca di Gattuso, dovrebbe cambiare poco per affrontare i partenopei quest’oggi. Castillejo, Bakayoko, Laxalt e perfino Caldara dovrebbero partire dalla panchina, con il solo Higuain, tra i nuovi acquisti, a cominciare dal primo minuto. “Non conoscono ancora il nostro gioco”, ha affermato in conferenza stampa Gattuso. Evidentemente è più complicato di quanto ci fosse parso… sarà sicuramente così. Dunque, con Calhanoglu squalificato, sarà Borini a prendere il suo posto, con Suso a destra. Bonaventura non avanza tra le alti ma rimane a centrocampo, affiancando Biglia e Kessié. In difesa Musacchio farà coppia con Romagnoli, con Calabria a destra e Rodriguez a sinistra e Gigio Donnarumma in porta. Speriamo ardentemente che la scelta di Gattuso si riveli corretta, ma i dubbi sull'”ostracismo” nei confronti dei nuovi, specie alla luce della settimana in più che abbiamo avuto per preparare il match del San Paolo e per affinare le intese, pare esagerato.
Ad ogni modo, questi siamo. Almeno fino a gennaio non si parla più di possibili nuovi innesti, trattative utopiche, bizzarre e nate e morte su twitter spifferate da ben informati (o aspiranti tali), squadra rivoluzionata: ora parla solo il campo. Vale per tutti noi: tifosi, giocatori, opinionisti e giornalisti. Ma anche per Gattuso.
Fab
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