Napoli-Milan presentazione

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L’ultima volta che ci eravamo sentiti avevo parlato della saggezza popolare del mio barbiere, che era più preoccupato dalla trasferta di Salerno che del Derby. “Queste sono le partite che soffriamo di più”, e tac, pareggino contro una squadra che probabilmente sarà già retrocessa prima di Pasqua. E per non farci mancare proprio nulla, la partita successiva, in casa contro l’Udinese, tac, altro pareggino. Siamo stati solo parzialmente “salvati” dalla sconfitta dell’Inter in casa contro il Sassuolo ammazza grandi e dal successivo pareggio dei dirimpettai contro il Genoa. Allo stesso modo, lo stesso Napoli ha sofferto contro il disastrato Cagliari di Mazzarri pareggiando il match solo nel finale, ma i partenopei, sempre all’ultimo respiro, hanno poi avuto la meglio sulla Lazio dell’ex Sarri. Insomma, nella gara a chi fa peggio tra le tre capoliste non abbiamo nemmeno perso troppi punti; di occasioni ne abbiamo invece buttate via anche troppe.

Tra clamorose sviste arbitrali e mancanze nostre sono ormai almeno 8 (tantissimi) i punti che mancano all’appello alla squadra di Pioli: 1 nel match casalingo perso contro il Napoli, 3 in quello scandaloso contro lo Spezia e 4 totali nei pareggi di cui sopra contro Salernitana e Udinese. Vero che con i se e con i ma non si fa nulla, ed è vero pure che anche i nostri avversari possono certamente recriminare, ma il bottino comincia a essere preoccupantemente pesante. Esso è figlio di una nostra evidente incapacità nel farci rispettare nata anche dalla reticenza a far sentire forte e chiara la nostra voce, ma anche dell’immaturità nel gestire situazioni di difficoltà che ancora tende a palesarsi. Siamo giovani, d’accordo, ma è ora di crescere. Quale miglior occasione di farlo, se non quella di stasera?

A molti sarà venuto in mente il big match del San Paolo di 34 anni fa, quando un compianto “Bisteccone” Galeazzi rincorreva affannandosi sul prato napoletano l’altro compiantissimo, Diego Armando, per una breve intervista pre partita. La partita di stasera non è neanche lontanamente decisiva come quella dell’88, ma nemmeno troppo diversa. Un Napoli in salute, spinto dal suo popolo, è pronto a mangiarsi i milanesi per la conquista della vetta. Nel 4231 di Spalletti in porta troveremo Ospina, che con Di Lorenzo, Rrahmani, Koulibaly e Mario Rui forma la miglior difesa del campionato, protetta da Lobotka. Al suo fianco il creatore Ruiz, magnifico interprete del ruolo. Il pacchetto offensivo vedrà invece l’impiego di uno tra Elmas e Politano, Zielinski, Insigne e il bomberone Osimhen. Una squadra solida e di estro, tecnica e capace di tenere i ritmi alti. Un punto debole? Lo stesso del Milan, il fatto cioè che di tanto in tanto agli azzurri tremino i polsi. Sarà nostra responsabilità metterli in questa condizione. Probabile formazione (4231): Ospina; Di Lorenzo, Rrahmani, Koulibaly, Mario Rui; Lobotka, Ruiz; Elmas, Zielinski, Insigne; Osimhen.

Il Milan soffre in maniera spasmodica l’opacità di Saelemaekers e Diaz, ci sono pochi dubbi. La sterilità offensiva dell’ultimo periodo passa da loro, posto che anche nel reparto arretrato non brilliamo, anche a causa della mancanza del leader Kjaer. Difficile pensare che una squadra con lacune simili possa davvero lottare per lo Scudetto, ma proviamoci, non abbiamo alternative. Out anche Romagnoli, Kalulu farà coppia con Tomori in mezzo alla difesa. A centrocampo e attacco sicuri dei loro posti solo Giroud, Leao e Tonali, con Kessiè, Bennacer, Diaz e Saelemaekers a giocarsi gli altri tre posti. Possibile il recupero di Ibra per la panchina. Probabile formazione (4231): Maignan; Calabria, Kalulu, Tomori, Theo; Tonali, Bennacer; Messias, Kessiè, Leao; Giroud.

La fiducia non è poi cosi tanta, abbiamo quasi tutto che gioca contro di noi, solo il calendario, comunque vada stasera, è forse più magnanimo coi colori rossoneri. Vada come vada, forse male, ma nulla è definitivo. Forza Milan!

Fab

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Ho questo ricordo, il primo sul Milan. Io che ad appena sette anni volevo vedere la finale di Atene, tra Milan e Barcellona… ma essendo piccolo dovevo andare a letto presto per la scuola. Allora mio padre, severo, mi permise di vedere la partita, ma solo il primo tempo. Finiti i primi 45 minuti, i miei genitori mi misero a letto, ma poco dopo sgattaiolai fuori dalle coperte e mi nascosi dietro la porta che dava sul salone. Al gol del Genio però non riuscii a trattenere la mia gioia… fortunatamente mio padre, interista, fu molto sportivo e mi lasciò concludere la visione di quella partita perfetta.