A vedere il calendario e le potenzialità delle due squadre, a calendari compilati le previsioni sul match di oggi erano che potesse essere un potenziale scontro Scudetto. Ci si arriva invece con il Milan al distacco abissale di -23 punti dai partenopei, frutto di una serie di sconfitte e pareggi rossoneri e di un percorso quasi totalmente netto per gli azzurri. Poco si può dire della stagione della squadra di Spalletti, che sta naturalmente strameritando il Tricolore che tra qualche settimana potrà ricomparire sulle maglie napoletane dopo 33 anni. Se per il Campionato, contro ogni previsione, questa partita avrà un valore molto marginale, è invece in vista del doppio impegno europeo (questo sì semi imprevedibile a inizio stagione) che il confronto di stasera acquista valore.
Nell’unico precedente stagionale tra Milan e Napoli i partenopei hanno espugnato San Siro 2-1, pur non meritando ampiamente la vittoria finale. Era un Napoli diverso, ma forse soprattutto un Milan diverso, molto più convinto dei propri mezzi, con un gioco che ancora convinceva e con una solidità sì più precaria di un anno prima, ma anche una diversa pericolosità offensiva. Il Napoli riuscì a conquistare i tre punti grazie alla tenacia più che al gioco, alla convinzione e alla capacità di soffrire. Insomma, non fu granché una dimostrazione di forza, quanto di resistenza. Stasera il Milan dovrà fare lo stesso, vista la trasferta al Maradona. Soprattutto, deve cercare di prendere le misure con gli avversari, lo stadio, l’atmosfera e la città per prepararsi al ritorno di Champions League. Un punto di partenza può essere fare in modo di scombinare i piani del Napoli: la truppa di Spalletti ha dimostrato di essere una grande squadra quando tutto va per il verso giusto, ma se qualcosa si scombina? Durante la stagione ai campani è andato tutto così bene che poche volte si sono ritrovati davanti situazioni complicate, e affrontarle e superarle ha un valore e permette di crescere. Ecco, forse solo in Milan-Napoli hanno rischiato di perdere e alla fine prevalso, ma poche altre volte.
Agli azzurri mancherà Osimhen, come anche in quel Milan-Napoli di settembre (all’epoca mancava anche Leao). Poco importa, dal momento che il sostituto – Simeone – fu il match winner di San Siro. Per il resto gli avversari li conosciamo, hanno nel motore Lobotka e Anguissa, che da carneadi si sono trasformati in uomini Scudetto, e Zielinski, che insieme a Mario Rui è l’ultimo giocatore a fare da ponte tra l’era Sarri e quella Spalletti. Dietro Rrahmani e Kim, che come i due centrocampisti, da carneadi si sono rivelati la miglior coppia difensiva della stagione. Per il resto, Lozano e Kvaratskhelia, Di Lorenzo, Meret e Olivera al posto di Rui. Probabile formazione (433): Meret; Di Lorenzo, Rrahmani, Kim, Olivera; Aguissa, Lobotka, Zielinski; Lozano, Simeone, Kvaratskhelia.
Nel Milan fuori Kalulu (sembrava strano non avere infortuni in difesa per due settimane, ora sono più tranquillo), Messias e Ibra, Pioli ritornerà alla difesa a quattro con Thiaw e Tomori in mezzo. Novità anche davanti, con Diaz all’esterno alto di destra e Krunic in posizione centrale dietro Giroud. A sinistra Leao, il vero grande assente della stagione rossonera e su cui andranno fatti (ma già si staranno facendo) molto ragionamenti sulla situazione contrattuale. A metà campo torna la coppia Tonali-Bennacer. Probabile formazione (4231): Maignan; Calabria, Thiaw, Tomori, Theo; Tonali, Bennacer; Diaz, Krunic, Leao; Giroud.
Non è necessario vincere, ma studiarli. Capiamoli in vista della Champions, troviamo i loro punti deboli e sfruttiamoli. È una grande occasione per prepararci al meglio alle partite più prestigiose che andremo a giocare dopo anni. Il Napoli ci è superiore e lo ha dimostrato, ma le partite secche sono diverse da un campionato di 38 partite, e non partiremo da -23. Ricordiamocelo.
Fab
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