Del ciclo terribile di tre partite, due sono già andate e terminate con altrettanto terribili risultati. 0-1 contro la Juventus, tre sberle che fanno male contro il PSG. E davanti abbiamo ancora lo scoglio di Napoli. Una delle frasi più trite e ritrite del calcio è che “è uno sport fatto e deciso dagli episodi”. Di episodi, in queste due partite, ci sono stati la rete di Locatelli su deviazione rossonera (una volta una situazione simile sarebbe stata valutata come autogol) e il clamoroso errore di Pulisic che, sull’1-0 per il PSG, invece di concludere a rete a botta sicura ha preferito servire – male – Giroud. Al netto degli episodi si è tuttavia vista a Parigi una differenza abissale tra la squadra di Luis Enrique e il Milan, e non solo in termini di gioco corale di squadra, tecnica media, organizzazione di gioco, ma anche sull’apporto della stella della squadra. Ma ci torneremo. In merito invece al match contro la Juventus, questo è stato evidentemente condizionato dall’espulsione di Thiaw, poco lucido a commettere un fallo che ha di fatto deciso un buon 80% della partita. La sconfitta contro la banda di Allegri non credo sia un campanello di allarme: è più preoccupante l’ennesima imbarcata subita nella gestione Pioli, stavolta a Parigi.
Sì, perché il Milan ha l’abitudine di perdere male 3, 4, 5 partite l’anno. Dagli 0-3 casalinghi contro Lille e Atalanta del 2020/2021 al 4-0 contro la Lazio dello scorso anno, senza contare i Derby di questo lustro, più altre lezioni subite in giro per l’Europa. Da un certo punto di vista perdere 1-0 o 4-0 a livello pratico non cambia più di tanto, ma a livello di fiducia nei propri mezzi la differenza è abissale. Il Milan ha davvero convinto dal punto di vista della condizione psicologica solo nel rush finale dell’anno dello Scudetto, mentre nelle restanti stagioni ha spesso balbettato in alcune occasioni, accusando problemi di continuità e convinzione. E qui torniamo al ragionamento riguardante la stella rossonera, Leao, che è forse l’emblema di questo tipo di atteggiamento, se così possiamo definirlo. Fatica ad avere continuità, tanto a livello stagionale, quanto all’interno di uno stesso match. Rafa è un grande calciatore, dotato di colpi speciali e che in diverse occasioni fa la differenza, ma è ancora lontano da quel salto di qualità che gli permetterebbe di essere annoverato tra i grandi di questo a sport.
Stasera si vola a Napoli per un match estremamente delicato per tutte le ragioni che già abbiamo elencato. Ennesimo big match per i rossoneri, che a fine ottobre hanno già incrociato le armi contro Roma, Lazio, Inter e Juve. Dopo gli azzurri mancheranno solo Atalanta e Fiorentina, in un calendario finora poco clemente con i ragazzi di Pioli. Il Napoli, anche vincendo, rimarrebbe alle spalle del Milan, segno della falsa partenza dei Campioni d’Italia. La nomina di Garcia ha fatto storcere il naso a molti tifosi partenopei, ma forse anche a qualche giocatore azzurro. L’impostazione tattica è rimasta la stessa di un anno fa, ciò che è cambiato sono le performance generali. Oltre alla partenza di Kim, finora Kvaratskhelia è stato meno esplosivo di quello visto un anno fa, e lo stesso Osimhen non ha convinto come nella passata stagione. Parliamo comunque di una squadra che continua a puntare sul possesso palla, che prende l’iniziativa, ma che contemporaneamente rischia di subire qualcosa in difesa. Assente il 9 nigeriano, al suo posto preferito l’ottimo Raspadori a Simeone. Probabile formazione (433): Meret; Di Lorenzo, Rrahmani, Natan, Olivera; Anguissa, Lobotka, Zielinski; Politano, Raspadori, Kvaratskhelia.
Nel Milan tornano dopo la squalifica Maignan e Theo (in questo avvio di stagione estremamente fumoso e opaco), ma chi manca davvero sono Bennacer e una punta da 25 gol, ahinoi. Ancora out Loftus e Chukwueze, Adli in vantaggio su Krunic. Kjaer in vantaggio su Kalulu nel ballottaggio per sostituire Thiaw. Probabile formazione (433): Maignan; Calabria, Kjaer, Tomori, Theo; Musah, Adli, Reijnders; Pulisic, Giroud, Leao.
Stringiamo i denti, il periodo passerà, almeno speriamo. Il Milan sta mostrando nei fatti difficoltà contro le big, meno contro le medio-piccole. Un po’ qualcosa di inedito rispetto al recente passato. Finora 1 punto nei big match (il pareggio di Dortmund), c’è da dare una sterzata il prima possibile. Speriamo già da oggi.
Fab
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