Parma-Milan presentazione

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Perdonerete la sbrigatezza, ma scrivo questo articolo alle 4.30 del mattino di sabato 10 aprile, poco prima di uscire di casa per andare al lavoro. Condividere con voi ogni settimana qualche fugace pensiero sul nostro Milan mi aiuta tuttavia a riflettere e vivere la mia fede in modo più completo, motivo per cui mi sottopongo a esperienze come quella che sto vivendo ora. Ma bando alle storie personali, parliamo della domanda fondamentale che dovrebbe frullare nella testa di ogni giocatore rossonero in queste settimane: “Davvero vogliamo buttare via tutto?”. Davvero, dopo un intero girone (e più) in testa alla classifica ora vogliamo scivolare in classifica fino a, magari, addirittura uscire anche dalla zona Champions? Perché il rischio c’è, non pigliamoci in giro: Milan, Atalanta, Juve e Napoli sono racchiuse in 4 punti e si giocano tre soli posti per l’Europa che conta. E se volessimo essere onesti, in questo momento, la squadra meno in forma è proprio la nostra. Servono maggiori sacrifici in queste ultime 9 partite. Serve uno spirito diverso, ma anche un’attenzione maggiore: errori come quello dello scorso turno di campionato si pagano a carissimo prezzo, nello specifico con 2 punti scialacquati. Meno superficialità, più grinta. Il Milan di inizio anno non si vede ormai con continuità da troppo tempo.

Oggi si va in Emilia, a Parma, per riconquistare nella città ducale quei due punti persi all’andata in casa, con un 2-2 che ha fatto male, e non poco. I gialloblù si trovano in penultima posizione, a 4 punti dalla zona salvezza. Una posizione estremamente complicata, al limite del drammatico visto il blasone della squadra, figlia di una scelta infelice di inizio anno: l’aver affidato la panchina a Fabio Liverani, allenatore a mio modo di vedere che deve ancora crescere molto per poter affacciarsi davvero sul palcoscenico della Serie A. L’organico ducale è ad ogni modo di tutto rispetto, ma è naturalmente complesso riuscire a eliminare tutte le scorie negative dell’esperienza tecnica precedente, compito questo affidato a D’Aversa. I nostri avversari si dovrebbero schierare con il 433, con Sepe in porta, l’ex Milan Conti, Bani, Gagliolo e Pezzella in difesa, Kucka, Hernani e Kurtic a metà campo e Man, Pellè e Gervinho di punta.

Nel Milan la notizia shock è che l’infermeria è quasi vuota: solo Calabria e Romagnoli sono ancora fermi ai box. In Emilia ci potremo presentare con la formazione tipo, o quasi. Donnarumma in porta, sull’out di destra difensi,o Kalulu, all’opposto Theo Hernandez, già tre reti contro il Parma in altrettante partite: speriamo che l’avversario risvegli un po’ il terzino transalpino. Coppia difensiva ormai la collaudatissima Tomori-Kjaer. A centrocampo Kessiè e Bennacer davanti alla difesa, con Saelemaekers, Calhanoglu e Rebic dietro Ibrahimovic. Proprio quest’ultimo deve suonare la carica fra poche ore: diamoci una svegliata, una volta per tutte, per difendere in queste poche partite ciò che ci siamo guadagnati col sudore per tutto l’anno. Forza Milan!

Fab

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Ho questo ricordo, il primo sul Milan. Io che ad appena sette anni volevo vedere la finale di Atene, tra Milan e Barcellona… ma essendo piccolo dovevo andare a letto presto per la scuola. Allora mio padre, severo, mi permise di vedere la partita, ma solo il primo tempo. Finiti i primi 45 minuti, i miei genitori mi misero a letto, ma poco dopo sgattaiolai fuori dalle coperte e mi nascosi dietro la porta che dava sul salone. Al gol del Genio però non riuscii a trattenere la mia gioia… fortunatamente mio padre, interista, fu molto sportivo e mi lasciò concludere la visione di quella partita perfetta.