Udinese – Milan è stata una partita incredibile, giocata bene solo a sprazzi perché i gol subiti sono stati frutto di errori abbastanza grossolani dei nostri giocatori. Alla fine un match che ha dell’incredibile, tra episodi tecnici, arbitrali e questioni extra calcio siamo riusciti a spuntarla oserei dire con merito.
Ovviamente non è tutto ora quello che luccica, il Milan ha approcciato la partita nel modo giusto, loro hanno scelto di raddoppiarci sugli esterni per paura di Leao e Pulisic e sono diventati vulnerabili al centro e il gol di Loftus Cheek, come quello di Empoli, è li a testimoniare la cosa. Poi dobbiamo dare il giusto merito a Pioli che ha vinto la partita con i cambi. Jovic, se ha voglia si sta dimostrando un attaccante valido e oserei dire anche letale, se non ho perso il conto, finora ha segnato sei gol. Arrivato all’ultimo minuto del calciomercato estivo dopo un periodo di lavoro personalizzato si è messo a disposizione della squadra. Se il ragazzo ritrova la fame, la voglia, le motivazioni può ritornare ad essere un giocatore interessante tenendo conto che ha 26 anni.
L’altro protagonista è Noah Okafor che anche lui si sta dimostrando di essere un ragazzo con la testa sulle spalle e spesso risulta essere decisivo. Sicuramente non stiamo parlando di campionissimi però sono ragazzi con delle qualità importanti che possono dare molto.
Quindi bravo Mister anche se io rimango della mia idea che il suo ciclo in rossonero è esaurito da molto tempo e mi piacerebbe vedere questo gruppo, allenato e motivato, da un altro allenatore, perché delle qualità ci sono e vanno supportate e messe nelle condizioni di essere espresse nel miglior modo possibile.
Invece Leao sta avendo una involuzione tattica, oramai non fa più le sue famose sgasate sulla fascia lasciando i difensori sul posto, spesso si accentra. Certo qualche giocata te la piazza ancora, perché il talento c’è, ma personalmente mi piaceva di più prima.
Però mettiamoci il cuore in pace che il buon Pioli rimane con noi almeno fino a fine stagione. Su questo non ho nessun dubbio.
E che piaccia o meno da Udine Pioli fa parte di quel club esclusivo comprendente nientedimeno che Rocco, Liedholm, Capello e Ancelotti. Non sto profanando ma è quel club che hanno vinto almeno 100 partite sulla panchina del Milan.
Nel suo ultimo articolo Johnson ha espresso un concetto che mi trova in linea con lui e devo dire che mi ha spiazzato perché era un po’ quello che volevo scrivere io ma non importa, la mia la dico comunque.
L’ultima volta ho scritto che il Milan è malato e ha bisogno della medicina, una importante, un antibiotico dal sapore aspro. E ho anche detto che attualmente quell’antibiotico è Conte. Per quanto a me non piaccia come persona, per provare a ripartire lui rappresenta il meglio. È un guaritore incredibile. Chiaro che certi accorgimenti e cambiamenti bisogna adattarli. Ma al di là di questo che poi saranno problemi della società lui rappresenterebbe quell’ago della bilancia che può far capire che cosa vogliono fare gli americani e non. Prendere Conte vuol dire, come ha detto giustamente Johnson, cambiare registro ma soprattutto mentalità, vuol dire toglierci da quella mediocrità di pensiero che sta attanagliando il Milan in questo momento, vuol dire ritornare ad avere degli obiettivi sportivi molto ben chiari. Questo cambio di mentalità non può darlo Ibra fuori dal campo, anche se qualcuno mi dovrebbe spiegare che ruolo effettivamente ha, ma soprattutto da solo.
Ecco scegliere un allenatore come Conte significa cambiare registro, se invece vogliono scegliere un allenatore alla Thiago Motta, De Zerbi oppure Farioli vuol dire rimanere nel limbo attuale dove la pochezza tecnica del campionato italiano ci darà un posto Champions più o meno sempre garantito, ma nulla di più.
Se poi sceglieranno la seconda via, io sarò il primo a contestare perché se ci fossero ancora dubbi è palese che gli obiettivi sportivi non esistono e si punta a vivacchiare. Non fa per me, non è il mio Milan. La prossima estate saranno costretti a scoprire le carte e a rivelarsi per quello che sono e quali sono i loro reali obbiettivi. Anche una conferma di Pioli significherebbe molto.
Chiudo con una coincidenza romantica, sabato sera c’era Udinese-Milan, sabato sera era il 20 gennaio. Beh curiosa la cosa ma 39 anni fa io ero allo stadio Friuli con papà, ed esordiva un ragazzino che si chiama Paolo Maldini. Chiesi a papà chi era, e lui mi rispose. “Il figlio del grande Cesare, se riesce a fare la metà di suo papà preparati a festeggiare”. Tutti sappiamo come poi è andata, Paolo ha superato il papà alla grande. Era un pomeriggio gelido e in quel pomeriggio di igloo e di orsi polari nasceva la leggenda di Paolo Maldini, una delle tante storie rossonere, come quella di Liedholm, Schiaffino, Rivera, Baresi, di Cesare. Perché alla fine il Milan è una questione di famiglia, di cuore di milanismo. Che è sempre stata la nostra spina dorsale e loro con le loro scelte hanno spogliato il Milan di questo sentimento. Sarebbe ora di rimettere questo sentimento al centro del villaggio. Utopia? Mi sa di si. Mah io non mi stancherò mai di dirlo.
Come sempre
W Milan
Harlock
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