Sampdoria-Milan presentazione

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Un Milan tornato in salute dopo la batosta contro il Lille e il pareggio in extremis e soffertissimo contro l’Hellas Verona. Un pareggio sempre contro i transalpini in Europa League e tre vittorie, due in A contro Fiorentina e Napoli, un’altra in Europa – l’ultima in ordine cronologico – contro gli scozzesi del Celtic. Ritmi alti, buona energia e giocate di classe hanno permesso al Milan di arrivare al match di stasera con cinque punti sulla seconda in classifica (il pezzo è redatto sabato mattina, prima delle varie partite del turno di campionato). Un risultato meritato e lusinghiero, ma da continuare ad alimentare con buone prestazioni, concentrazione e senza lasciarsi ammaliare dalle sirene dello Scudetto, obiettivo lontanissimo e semi irraggiungibile, pensando invece a quello molto più concreto della qualificazione Champions, competizione che i rossoneri non giocano dalla bellezza di oltre sei anni.

In evidenza nel Milan i due giovanotti Hauge e Saelemaekers, vere e proprie frecce nella faretra di Pioli, risorse in grado di combinarsi alla perfezione coi compagni di reparto, quali che siano a seconda delle diverse situazioni. Il primo molto più offensivo del secondo, che fa dello slalom la sua specialità, manco fosse un novello Kjetil Andre Aamodt (e in effetti Hauge una certa esperienza nello sci alpino l’ha anche sviluppata, da più giovane). Il suo impatto è andato finora oltre le aspettative, complice il suo essere misconosciuto alla stragrande maggioranza dei propri avversari diretti. La rete di giovedì sera è una perla di rara bellezza, c’è poco da dire. Il belga, invece, fa dell’equilibrio il suo punto di forza. Non incisivo come il collega in fase offensiva, guadagna punti preziosi in termini di apporto difensivo sulla fascia di competenza. Inoltre la sua continuità nelle prestazioni è fuori dal comune: difficile pensare a partite insufficienti del giovanotto ex Anderlecht. Le caratteristiche dei due classe ‘99, combinate a quelle di Calhanoglu, Castillejo, Diaz e Rebic (più Leao), rendono la truppa dei trequartisti rossoneri estremamente duttile e completa, nonché temibile. Avanti così!

Oggi si gioca sul campo ostico del Ferraris, spesso indigesto ai nostri colori. La Samp pecca un po’ di continuità in questa prima parte di campionato, ma rimane una squadra di spessore e a suo modo temibile. Guidata da Quagliarella, la compagine allenata da Ranieri è insidiosa e da affrontare con le dovute cautele. I guizzi di Damsgaard e Ramirez possono essere letali, se il danese e l’uruguagio dovessero essere in giornata. Ekdal e Candreva sono invece in grado di fornire geometrie e ritmo alla squadra, essendo i veri metronomi tattici e fisici dell’orchestra blucerchiata. Retroguardia non imprescindibile, d’altro canto, ma Ranieri è un maestro della preparazione dei match e questo non può che essere considerato tra le insidie dell’incontro. Probabile formazione: Audero; Bereszynski, Yoshida, Tonelli, Augello; Candreva, Thorsby, Ekdal, Damsgaard; Ramirez; Quagliarella.

Per il Milan tre defezioni di un certo livello: al Ferraris mancheranno Ibra, Kjaer e Leao. I sostituti dei primi due saranno Rebic e Gabbia, con uno tra Diaz e Hauge a ricoprire il ruolo di trequartista di sinistra al posto del croato unica punta. Non al meglio anche Bennacer, che si gioca una maglia con Kessiè. Tonali appare in crescita, e sarà ancora lui a dare ordine e far filtro a centrocampo. Probabile formazione: Donnarumma; Calabria, Gabbia, Romagnoli, Theo Hernandez; Tonali, Kessié; Saelemaekers, Calhanogu, Hauge; Rebic. Obbligatorio non sbagliare e continuare la striscia positiva che già stiamo vivendo, per arrivare a Natale così come siamo già messi finora.

Fab

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Ho questo ricordo, il primo sul Milan. Io che ad appena sette anni volevo vedere la finale di Atene, tra Milan e Barcellona… ma essendo piccolo dovevo andare a letto presto per la scuola. Allora mio padre, severo, mi permise di vedere la partita, ma solo il primo tempo. Finiti i primi 45 minuti, i miei genitori mi misero a letto, ma poco dopo sgattaiolai fuori dalle coperte e mi nascosi dietro la porta che dava sul salone. Al gol del Genio però non riuscii a trattenere la mia gioia… fortunatamente mio padre, interista, fu molto sportivo e mi lasciò concludere la visione di quella partita perfetta.