Si ricomincia, e questa volta il Milan è nel ruolo dell’inseguito, della squadra da battere perché Campione d’Italia. Una bella sensazione, almeno alla vigilia di una nuova e lunga stagione. Aspettiamoci tuttavia che di tanto in tanto non lo sia, perché ora quello Scudetto sul petto sarà un motivo in più per i nostri avversari per impegnarsi ulteriormente, quando si troveranno di fronte a noi: daranno quel qualcosa in più per dimostrare di essere alla nostra altezza – le medio-piccole, a partire da oggi – o più forti di noi – le grandi o quelle che stanno studiando per diventarlo, vedi la Roma. Sarà una stagione lunga e spezzettata, con tanti impegni ravvicinati nella prima e nella seconda parte della stagione e un Mondiale in mezzo in cui saranno impegnati anche molti dei nostri ragazzi, per quanto non tutti come titolari. È poi anche la prima stagione del dopo Kessié, con anche l’ultimo acquisto di Fassone-Mirabelli che ha lasciato Milanello per accasarsi a Barcellona (forse…). Da dove ripartiamo, in questa quarta stagione con Pioli in panchina? Direi da… Pioli.
Il Milan ha operato poco sul mercato: due conferme, Florenzi e Messias, un rientro di livello, Pobega, e tre nuovi acquisti, Adli, Origi e De Ketelaere. Il mercato deve ancora chiudersi con un centrale e un centrocampista, ma i movimenti più di sostanza sono quelli elencati. Movimenti che confermano quanto l’idea di Pioli sia centrale nell’attività di Maldini e Massara. Soprattutto Adli e De Ketelaere sono pedine perfette per il gioco del Mister, e dovrebbero, una volta ambientati, andare a occupare quelle sue porzioni di campo che lo scorso anno hanno sofferto maggiormente di prestazioni non all’altezza delle aspettative. Pioli e il suo gioco sono la nostra bussola, c’è poco da dire. Da altre parti si opera sul mercato dando al Mister i giocatori scelti dal DS e facendolo arrangiare con ciò che è stato raccattato su, non da noi. Questo è il nostro plus, quel qualcosa in più che possiamo mettere sul piatto del confronto con i nostri avversari, ed è ciò che può continuare a fare la differenza. Adli e De Ketelaere non dovrebbero tuttavia cominciare dal 1’ contro l’Udinese, ma partire comprensibilmente dalla panchina.
Match tosto, quello di stasera, contro un avversario che lo scorso anno non ha capitolato contro il Milan poi laureatosi Campione d’Italia (al ritorno con una rete di Udogie viziata da un tocco di mano, va detto, ma va anche detto che all’andata il Milan non meritava di pareggiare come poi ha fatto grazie a Ibra nei minuti finali). Cambio d’allenatore per i friulani, con Sottil che ha sostituito Cioffi accasatosi a Verona. Vedremo l’identità che il nuovo Mister darà ai bianconeri, ma difficilmente si discosterà da quella dello scorso anno: un 352 di sostanza, con i ruvidi Becao e Nuytinck a presidiare la porta di Silvestri. In avanti Deulofeu e Success, in ballottaggio con Beto. A centrocampo sulle fasce Soppy e Udogie ad agire da tornanti, con in mezzo Walace, Makengo e Pereyra.
Nel Milan si comincia con le defezioni di Tonali e Ibrahimovic, per il resto tutti disponibili, Kjaer incluso. Origi partirà dalla panchina, con il ballottaggio Rebic-Giroud in avanti. Idee chiare invece a centrocampo, con Krunic a sostituire Sandro al fianco di Bennacer. Dietro la punta, invece, Messias, Diaz e Leao. Il brasiliano soprattutto è parso molto in forma durante il precampionato, motivo per cui dovrebbe essere preferito a Saelemaekers. Difesa tipo, con Maignan tra i pali, Calabria e Theo sulle fase e la coppia Tomori-Kalulu in mezzo.
Non siamo sazi, non dobbiamo esserlo. Uno Scudetto non fa primavera, per quanto ci abbia donato gioia e soddisfazione, orgoglio e urla euforiche. Non possiamo però fermarci a Reggio Emilia. Siamo il Milan, siamo abituati a molto di più. Forza Milan!
Fab
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