Per una volta abbiamo raccolto quanto seminato. O meglio, per una volta abbiamo seminato e anche raccolto. Un invito che estendo a tutto il blog: amo la nostra anima critica, è da questo anelito che siamo nati. Per una volta, però, visto il periodo che abbiamo vissuto e che stiamo ancora vivendo, anche alla luce della scomparsa del grande Pierino Prati, godiamoci una bella partita vinta senza troppe paturnie. Il campo salentino a me caro del Via del Mare non è certo il più complicato della Serie A, ma la trasferta di Lecce ha comunque messo in difficoltà buone squadre come la Roma, capace di pervenire alla vittoria solo nei minuti finali. Il Milan di due giorni fa ha impressionato a suo modo per la sicurezza con cui ha giocato e trionfato, il tutto, visti i precedenti, tutt’altro che scontato.
La fase difensiva è stata poco sollecitata, più che altro è stato a centrocampo e in attacco che la squadra ha costruito la propria vittoria, come testimoniato dal punteggio. E il tutto senza Ibrahimovic, per tutti noi il fattore decisivo che ha fatto fare un saltino di qualità ai ragazzi di Pioli. Chi vorrei “premiare” come migliore in campo è Samu Castillejo, una vera e propria zanzara che ha infastidito la bucata e bucabile retroguardia di Liverani. Con lui a destra e lo stantuffo Theo a sinistra, il Milan è riuscito a dare ampiezza e a suo modo imprevedibilità al gioco. Bene anche Jack e il solitamente evanescente Calhanoglu, con Bennacer e Kessiè che si sono distinti per ordine e sostanza.
Una considerazione la merita anche Stefano Pioli, il futuro ex allenatore rossonero. La sua è stata una stagione travagliata, in cui non sempre è riuscito a tenere le redini del gruppo. Gli va però dato atto che, pur con l’aiuto del carisma di Ibra, alla fine è riuscito a conquistarsi il rispetto dello spogliatoio e, credo, dell’ambiente. Interessante, nel suo e nostro piccolo, la soluzione del pressing ultra offensivo, che contro una squadra meno che mediocre ha pagato i propri dividendi. Pioli è stato abbastanza umile e pragmatico da capire che il Milan può rendere solo se mantiene il ritmo abbastanza alto da far valere, specie contro le piccole, la superiorità tecnico-tattica della squadra.
Ora, cosa farcene di questa prestazione e di questa vittoria? Forse poco, ancor più probabilmente nulla. Fiducia per il finale di stagione, con l’obiettivo Europa League nel mirino. Questa potrebbe essere una sufficiente base di partenza in termini di fiducia su cui costruire la prossima stagione, posta comunque l’incognita su chi e quanti giocatori saranno ancora a Milanello a settembre. Mettiamola così: potremmo per un anno vivere un finale di annata più tranquillo del solito, o magari con ancora più rimpianti del passato, a seconda dei punti di vista.
Fab
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