
La stagione sulle montagne russe del Milan continua. Dopo la vittoria 0-3 contro l’Inter può essere la volta di una debacle contro il Venezia in lotta per non retrocedere? Perché no? Ormai non c’è nulla di cui possiamo stupirci, in quest’annata senza il minimo senso. Dallo strano e pressoché fallimentare mercato estivo, passato dalla protesta per il possibile arrivo di Lopetegui agli acquisti con poco senso logico, fino alla vittoria in Supercoppa Italiana appena dopo l’esonero di Fonseca. Dall’assurda eliminazione dalla Champions costruita con lo psicodramma di Zagabria prima e della doppia sfida contro il Feyenoord poi, alla finale di Coppa Italia conquistata alle spese dell’Inter. Il tutto con il file rouge di una Serie A costellata da occasioni perse e in cui il quarto posto era abbordabilissimo e che invece è ora un miraggio. Basti pensare che dopo 33 giornate lo scorso anno il Milan aveva 69 punti, quest’anno invece le capoliste Inter e Napoli ne hanno 71. Cosa possiamo dire di sensato? In che modo possiamo leggere questa stagione?
Forse possiamo dire che la gestione emotiva è stata più che lacunosa. Siamo riusciti a riscattare gli ultimi due anni di Derby vergognosi, ma non ad avere la continuità necessaria per fare il salto di qualità sperato dopo due annate in cui siamo riusciti a giocarci le nostre carte solo parzialmente. Servirebbe forse una guida tecnica e psicologica più matura, meno irrequieta. Allo stesso tempo serve più materia grigia anche in campo, sia tecnicamente che caratterialmente. Tutto ciò passa però obbligatoriamente da una guida dirigenziale che sia di livello più alto, che abbia una visione sul medio-lungo periodo maggiormente lucida. Dobbiamo ripartire da alcuni punti fermi, ma prima di tutto sarà complesso scegliere quali dovranno essere. Anche la vittoria contro l’Inter dovrà essere riletta a mente fredda senza farsi prendere dai fumi dell’euforia. Perché una stagione va giudicata nella sua interezza, e non solo da una serata gloriosa, o due, o tre.
Del rendimento di quest’anno contro l’Inter dobbiamo essere felici, forse orgogliosi, e forse dovremmo mangiarci le mani del fatto che abbiamo mandato il Feyenoord a giocarsi gli ottavi di finale contro i nerazzurri (se tanto ci dà tanto, fossimo passati noi forse la squadra di Inzaghi la Champions l’avrebbe già salutata); non possiamo però giudicare questa stagione positiva “solo” per questo, anche dovesse arrivare la Coppa Italia. Ma tornando alla questione di prima: da chi ripartire? Gabbia, aggiungerei Jimenez per il potenziale, Walker per l’esperienza, Fofana e Reijnders, Pulisic e Gimenez, se non altro per l’investimento fatto. Tutti gli altri possono essere sacrificabili. Ma di questo potremo pensarci dopo il 14 maggio, soprattutto una volta che ci sarà la fumata bianca da via Aldo Rossi sul prossimo DS, e in attesa di capire anche se i vertici societari rimarranno quelli attuali. Vedremo. Intanto oggi godiamoci questa inutile Venezia-Milan.
Fab
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