Sliding doors. Qualche settimana fa a fine primo tempo di Lazio-Milan i rossoneri sembravano definitivamente fuori dalla lotta Scudetto, o quasi. Poi il gol di Giroud e quello di Tonali, la papera di Radu e la conservazione del primato che per un’ora abbondante di una domenica sera sembrava utopia. Un po’ come l’Inter, che alla mezz’ora della sfida contro l’Empoli, sotto 0-2, sembrava moribonda ed è poi riuscita a risorgere e riscavalcare il Milan. Serve sangue freddo, c’è poco da fare. Questo gioco a rincorrersi e superarsi è logorante proprio per la sua natura, specie se le contendenti, caso più unico che raro nella storia recente della Serie A, non giocano in contemporanea. Proprio questo è uno dei fattori che alla fine peserà di più: chi saprà gestire meglio la pressione? Quale dei due allenatori saprà dare più tranquillità ai suoi ragazzi? Il Milan disputerà due match di A (Verona e Atalanta) prima del prossimo dell’Inter (Cagliari). La pressione è ora tutta per noi, interamente.
Lo è a maggior ragione considerato lo stadio che ci accoglierà tra poche ore, uno in cui due volte nel passato si infransero i sogni di tricolore rossoneri. Non c’è due senza tre, direbbero in molti, spererebbero in altrettanti. L’ambiente veronese non è mai stato clemente con il milanismo e non lo sarà nemmeno oggi, lo sappiamo. Un ulteriore avversario da affrontare, la storia, su cui inevitabilmente si gioca e si sta giocando in questi giorni. Come a volerci ricordare che non solo affronteremo una squadra tosta, complicata e che ha già infilzato tra le mura amiche Roma, Lazio e Juventus, ma anche la tradizione negativa veronese. In tutto ciò le motivazioni possono fare tutta la differenza del mondo: distruttive da una parte, positive dall’altra. La natura di queste non può essere trascurata: voler dare gioia dovrebbe regalare più energia che giocare per dare una delusione a qualcuno, ma se fosse tutto così scontato allora potremmo anche non giocare, il risultato sarebbe già scritto. Ma non è così, lo sappiamo.
Il Verona di Tudor è pericoloso e molto diverso da quello di Juric: tanto solido il secondo quanto spumeggiante il primo. La forza dei gialloblù è dalla cintola in su, con la coppia Simeone-Caprari che tanto bene ha reso in questa stagione. Meno brillante la fase difensiva. I numeri parlano chiaro, 61 le reti segnate, le stesse del Milan, 52 quelle subite (21 in casa). Il clCholito è finora il miglior marcatore scaligero con 16 centri. Attenzione anche a Barak, incursore di grande destrezza, e a Lazovic, abile nel gioco sugli esterni. Il Verona ci aspetterà forse più di quanto ci attendiamo, difendendosi con più attenzione per non concedere campo al Milan e ripartendo con velocità. Probabile formazione (3421): Montipò; Gunter, Ceccherini, Casale; Faraoni, Tameze, Ilici, Lazovic; Barak, Caprari; Simeone.
Quanto al Milan è atteso il solito 11 delle ultime uscite, contraddistinte da una solidità che, escluso il Derby di Coppa Italia, ha portato i rossoneri a subire due sole reti nelle ultime nove uscite in A. Superfluo ribadire quanto ci aspettiamo la resurrezione di coloro i quali stanno rendendo sotto le aspettative, così come non serve specificare che saremo ancora nelle mani dei nostri uomini migliori, a partire da Leao e Tonali. Probabile formazione (4231): Maignan; Calabria, Kalulu, Tomori, Theo; Tonali, Bennacer; Messias, Kessié, Leao; Giroud.
Nessun calcolo, aspettiamo queste poche ore e poi vediamo cosa ci riserverà il futuro. Forza Milan!
Fab
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