Fischio di inizio – La nostra storia inizia nel 1966 quando la FIGC stabilisce che le vecchie associazioni che militavano nelle due serie maggiori avrebbero dovuto sciogliersi come associazioni e ricostituirsi in società di capitali. È una svolta storica non solo perché cambia il modo di concepire il calcio da parte dei dirigenti ma anche perché muta totalmente il rapporto tra i tifosi e le loro squadre del cuore. Dobbiamo fare un altro passo indietro e andare direttamente al 1899, un anno a noi particolarmente caro, proprio per andare a ripescare lo statuto originario del Milan. Coloro che, associandosi a Radio Rossonera, ne hanno ricevuto una copia avranno potuto leggerlo e comprendere come si trattasse dello statuto di un’associazione di persone che hanno uno scopo comune e che svolgono attività sociale per ottenerlo. Non abbiamo la pretesa di immaginare che nel 1966 lo statuto del Milan fosse lo stesso e che la vita delle principali squadre di calcio fosse identica a quella di inizio secolo. Però è evidente che, almeno dal punto di vista simbolico, cambia il rapporto tra i tifosi (leggi associati) e la squadra tifata (leggi, associazione). Lo scopo non è più vivere la propria squadra nelle modalità espresse dallo statuto, diventa esplicitamente quello di fare soldi.
L’azionariato diffuso – “Eh, ma in Italia non si può…” Come sempre noi arriviamo con un giro di ritardo. Real Madrid, Barcellona, Athletic Bilbao, Osasuna, Benfica, River Plate e Bayern Monaco hanno in comune la caretteristica di essere possedute in maggioranza dai propri tifosi che partecipano alla vita della loro squadra del cuore. Non squadre qualsiasi ma anche squadre importanti, vincenti ed economicamente floride. Ma soprattutto, partecipate. La democrazia è partecipazione potremmo dire parafrasando il grande Giorgio Gaber il quale, pur essendo interista, ci riporta al nostro Milan. Del quale, se vogliamo, possiamo tornare ad essere una parte fondamentale. Certo, oggi le condizioni della partecipazione alla vita di una squadra di calcio non possono che essere totalmente diverse da quelle di centodiciannove anni fa e forse nemmeno quelle di cinquanta o trenta anni fa. L’avvento di Silvio Berlusconi ha ulteriormente aumentato il divario tra la guida della squadra ed i tifosi che sono quasi sempre soggetti passivi di un rapporto che li vede più spesso nei panni di clienti che in quelli di tifosi. Ma non sta scritto da nessuna parte che non possiamo cambiare le regole.
Quindi lo faremo.
Milanisti 1899 – È un’associazione di tifosi il cui scopo istituzionale è quello di favorire il dibattito tra i supporters del Milan e la diffusione del confronto fra di essi; la conoscete anche perché, tra le altre cose, detiene la maggioranza relativa di Radio Rossonera. Da qualche mese detiene anche un certo numero di azioni dell’Ac Milan allo scopo di frazionarle in pacchetti da 10 e di regalarle a coloro che si assoceranno per garantire l’organizzazione delle attività degli associati e la sopravvivenza di Radio Rossonera che di questo progetto sarà la voce ufficiale.
Associandosi alla cifra di trecento euro gli associati riceveranno un piccolo pacchetto di azioni che darà loro il diritto di partecipare all’assemblea dei soci e di votare le delibere prese nel corso delle riunioni.
Si tratta di un evento rivoluzionario nel rapporto tifosi/squadre di calcio. Finalmente torneremo ad essere protagonisti (pur limitatamente alle nostre piccole quote) della vita della nostra squadra di calcio. Potrei stare qui ad annoiarvi sugli aspetti burocratici di questa iniziativa ma vi basterà andare sul sito www.radiorossonera.it per scoprirne i dettagli. Quello che conta è che finalmente il Milan tornerà ad essere effettivamente nostro. Comincia una nuova era e noi ne faremo parte.
Zero virgola zero – Non potremo mai fare la differenza con il nostro voto, non potremo scalare la società per comprarla, non potremo arricchirci possedendo un misero “zero virgola”. Ma saremo proprietari di un pezzo della nostra squadra del cuore e, soprattutto, potremo rispondere alla domanda che in tanti ci fanno: “Cosa possiamo fare per il Milan?”. Eccoci qui, questo è il momento della svolta. Saremo un piccolo gruppo di appassionati che potrà essere di supporto alla propria squadra con la presenza, le conoscenze e le competenze. Dove “propria squadra” sarà per la prima volta in senso proprio. Se mi consentite il gioco di parole.
Il Milan diventerà il mio Milan. Il nostro Milan.
Passiamo all’azione, passiamo alle azioni.
Pier
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