Quello che manca

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La squadra sta lentamente prendendo forma. Da Krunic a Bennacer, da Leao a Hernandez, i prossimi acquisti del Milan non sono ancora stati tutti ufficializzati, ma poco ci manca, a leggere i bene informati. Al 27 luglio e ormai con alle spalle un paio di mesi di mercato della coppia Maldini-Boban, possiamo in qualche modo – per quanto parzialmente – giudicare ciò che abbiamo visto. Seguendo le indicazioni di Singer, il duo ha cercato di acquistare giocatori che fossero prima di tutto giovani, di modo da costruire una rosa in grado di crescere insieme nel tempo. Theo Hernandez e Bennacer classe 1997, Krunic classe 1993, Rafael Leao classe 1999, Duarte classe 1996, Correa classe 1995. Età media molto bassa per i giocatori che già sono stati contrattualizzati dal Milan e per quelli che lo saranno (o che dovrebbero esserlo) in futuro. Il tutto tenendo in considerazione che la nostra rosa è già discretamente giovane (pensate a Kessiè, Romagnoli, Calhanoglu, Conti, Caldara e Donnarumma).

Il secondo punto di contatto tra tutti i profili finora sondati da Boban e Maldini è il talento. Soprattutto guardando a centrocampo, sta nascendo una squadra con una cifra tecnica molto alta, che punta al palleggio come tattica conservativa e alla velocità di pensiero e di azione come principale arma per offendere. Un asse mediano con – potenzialmente – Kessiè, Bennacer, Calhanoglu (o Bonaventura) e Suso (o chi per lui) è un buon punto d’inizio, a livello di gestione del pallone. Terzo e ultimo punto incoraggiante di questo mercato 2019 è infine la sensazione che nessuno degli acquisti finora chiusi sia stato in qualche modo “imposto” all’allenatore. Come dicevamo ormai qualche settimana fa, è di importanza capitale che i nuovi arrivi vengano approvati da Giampaolo, e così pare. Chiunque sia arrivato finora (e chi, speriamo, arriverà di qui a fine mercato) è fatto e finito per giocare nel Milan dell’ex tecnico della Samp. Una rottura rispetto al passato che finalmente ci siamo lasciati alle spalle, oltre che un implicito attestato di stima verso il mister.

Ci manca però ancora qualcosa, e di molto importante. Facendo un esempio di formazione titolare, ciò in cui siamo carenti vi balzerà immediatamente all’occhio. Donnarumma (99); Calabria (96), Caldara (94), Romagnoli (95), Hernandez (97); Kessiè (96), Bennacer (96), Calhanoglu (94); Suso (93); Leao? (99), Piatek (95). Esperienza. Ecco di cosa avremmo grande bisogno nella formazione titolare rossonera. Certo, guardando poi alla panchina troviamo Biglia e Bonaventura, Musacchio e Reina, ma credo ci servirebbe almeno un elemento in grado di serrare i ranghi nei momenti più difficili, di guidare dei giovincelli (il più vecchio in quell’11 sarebbe il 26enne Suso) nei big match, di insegnare loro il significato dell’espressione “sangue freddo”. Nel giro di pochi anni siamo passati dall’avere una squadra molto vecchia ad averne una molto giovane: da tantissimi punti di vista si tratta di un upgrade, ma non dimentichiamo che il troppo stroppia anche quando a essere troppo è qualcosa di positivo. Credo che per completare la rosa Maldini e Boban dovrebbero cercare di aggiungere uno o due tasselli di questo tipo alla squadra, costanti, continui, delle rocce su cui contare nei momenti di mareggiata che arriveranno (mettiamoli e metteteli in preventivo). L’identikit del vecchietto ideale? Non saprei… magari avete qualche idea voi: condividetela con noi. Quale over 30 prendereste?

Fab

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Ho questo ricordo, il primo sul Milan. Io che ad appena sette anni volevo vedere la finale di Atene, tra Milan e Barcellona… ma essendo piccolo dovevo andare a letto presto per la scuola. Allora mio padre, severo, mi permise di vedere la partita, ma solo il primo tempo. Finiti i primi 45 minuti, i miei genitori mi misero a letto, ma poco dopo sgattaiolai fuori dalle coperte e mi nascosi dietro la porta che dava sul salone. Al gol del Genio però non riuscii a trattenere la mia gioia… fortunatamente mio padre, interista, fu molto sportivo e mi lasciò concludere la visione di quella partita perfetta.