Riporti e reportini, giornalisti d’assalto degni del buon Capitan Ventosa riportano a galla il nulla, stagisti con la riga da una parte per coprire la calvizie scarabocchiano il quadernetto vomitando due frasi giusto per evitare di consegnare il foglio in bianco.
Aria fritta e rifritta, roba trita e ritrita, da anni, per l’occasione ributtata fuori per colpire chissà cosa o forse, molto più probabile, chissà chi…
Elliott è il solo e unico proprietario dell’AC Milan di Milano sette volte campione d’Europa. Uno e non trino e men che meno bino, chi vuol intendere intenda a meno che non sia troppo indaffarato su Tik Tok.
Non vi fate abbindolare da queste sparate pseudogiornalistiche, godetevi la nostra squadra, i nostri ragazzi, lassù, davanti a tutti, in cima alla salita, col vento in faccia.
Napoli ha detto, Napoli ha risposto, Napoli ha sentenziato: lo diciamo ai soloni dell’etere, sceriffi sputasentenze senza arte né parte, questionavano sulla tenuta della nostra squadra, loro, qualche giudice “ballerino” invece, predicava lo straccio del patentino se il Milan avesse vinto a Napoli. Prego continuare a disquisire di Tango argentino o paso doble con Guillermo Mariotto…
Ebbene il Milan ha vinto, ha convinto, ha fatto la voce grossa, come nel 2010 e come dieci anni fa allora allenatore in campo, stavolta li, in trincea in panchina, c’era Daniele Bonera da Brescia, non ha avuto bisogno di auricolari, non ha avuto bisogno di aiuti né consigli, perché Daniele Bonera è un allenatore fatto e finito, e detto tra noi, senza che nessuno si offenda o si impermalosisca ha anche più esperienza di qualche suo concittadino più sponsorizzato.
Si è infortunato Zlatan mamma come si fa, mamma ho paura, mamma aiutami. Zlatan è immenso, enorme, ….ma c’è vita sul pianeta Milan anche senza di lui. C’è vita eccome, lo dimostrano le nove partite nove senza Ibra, sei vittorie e tre pareggi. Ciò dimostra come la nostra squadra sia matura, maschia, maggiorenne, una squadra che non va più presa per mano, non va più accompagnata a scuola perché se no Oddio c è il lupo cattivo che paura che abbiamo, anche Zlatan sa di aver plasmato una creatura che ora si presenta alla cattedra dei più preparati, scafati, appuntiti professori di buzzo buono, con la testa ritta, col petto in fuori.
Si avvicina il Natale e si sa a Napoli c’è aria di festa nonostante tutto, che le danze abbiano inizio, poco importa se le tarantelle siano mediatiche invece che ritmate, qualche “surdato nnamurato” del Presidentissimo De Laurentiis, ha fatto il suo personalissimo cinepanettone blaterando contro l’arbitro Valeri per non aver espulso Ibrahimovic. Ma ve la ricordate la manata di Politano a Frank Kessie nel primo tempo o no? Oppure la facciamo passare in cavalleria così. Non è perché adesso il Milan è primo in classifica e siamo diventati all’improvviso brutti e cattivi e gli altri tutti alti biondi e con gli occhi azzurri!! Quando si vince si festeggia e quando si perde si sta in silenzio diceva qualcuno che di vittorie se ne intendeva….
Era il settembre 2001 ed i rossoneri si presentavano a Minsk, in Bielorussia, stadio Dinamo National Olympic Stadium, dove si giocava Bate Borisov-Milan valido per il primo turno di Europa League. L’allora amministratore delegato Adriano Galliani era in tribuna vip e dopo i primi quarantacinque minuti di gioco restò di stucco davanti all’eleganza, la padronanza dei movimenti, la gamba arquata marchio dei fuoriclasse di Vitali Kutuzov, spense, lo possiamo dire sappiamo e ne siamo certi che non se ne avrà a male, il suo Nokia 3200 e posó la sua vodka Belays Rus, si diresse negli spogliatoi e in quei quindici minuti fece un offerta al Bate, firmò Kutuzov e regalò ai tifosi rossoneri fior fiore di attaccante. Ecco: Jens Petter Hauge da Bodø ricorda quel giocatore e Paolo Maldini, coadiuvato dall’onnipresente, instancabile, infaticabile Frederic Massara, quella fresca serata di settembre fece esattamente quello che fece Adriano Galliani: partita, firma sul contratto e qualificazione al turno successivo.
C’è un legame tra quel pomeriggio bielorusso e quella serata settembrina di un paio di mesi fa: a parlare, raccontare, narrare di Milan, c’eravamo noi. Non esistono radio, non esistono blog, siti, sitarelli o sitastri, la comunicazione ufficiale del Milan eravamo e saremo solo NOI. Gauro Puma
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