
Degli Azzurri di Mancini mi piace il fatto che non finiscano di stupire e di imparare, che siano sempre pronti ad aiutarsi, che siano una squadra che non si arrende. Soprattutto, che conoscano i propri limiti e che provino a superarli insieme, con la forza del gruppo. Da un certo punto di vista nemmeno la Nazionale del 2006 mi sembrava così unita; quella di Lippi aveva invece dalla sua la classe degli interpreti, dei Pirlo e dei Totti, dei Cannavaro e dei Del Piero, e in più la grande anima di Rino Gattuso. Questa di Mancini somiglia invece più all’Italia di Conte, ma con interpreti senza dubbio migliori. In questo l’Inghilterra ci somiglia, e molto. La Nazionale dei Leoni è da che mondo è mondo quella più sfigata, quella che mai riesce ad arrivare in fondo a una competizione, che si squaglia sul più bello. Con Southgate si è invece coesa, è ritornata a giocare semplice, ordinatamente, ma al contempo con una filosofia di gioco un po’ meno britannica, più ragionata e meno d’impeto. Il 4231 degli inglesi sarà formato da Pickford in porta, in difesa Walker (che sostituisce l’infortunato Alexander-Arnold, che ha saltato di netto i campionati europei), Stones, Maguire e Shaw, a centrocampo Rice e Phillips davanti alla difesa e Kane unica punta sorretta da Sterling e dai giovanissimi Mount e Saka. Probabilmente out per un problema al ginocchio Foden, il talentuosissimo trequartista del City, ma non un fattore in questi Europei. Piuttosto a essere un fattore è stata la fase difensiva dei bianchi, la migliore della competizione, così come la freschezza dei suoi interpreti, ragazzi pronti a rischiare e senza paura o timori reverenziali. Wembley sarà un’ulteriore scossa per loro, ma potenzialmente anche un palcoscenico opprimente, come solo i luoghi in cui si fa la storia sanno essere.
Per gli Azzurri formazione titolare, lo sfortunato Spinazzola escluso. Emerson non ha sfigurato contro la Spagna, ma “Spina” è stato certamente più continuo e pericoloso del collega che lo ha sostituito. Si parla di terzini perché proprio il presidio delle fasce sarà uno dei fattori del match. Sollecitatissimi Barella e Verratti per gli Azzurri, sempre pronti ad aiutare i colleghi difensori laterali durante le sicuramente decise sovrapposizioni e scorribande delle ali inglesi. D’altro canto Chiesa e Insigne potranno essere i pedoni che metteranno a freno proprio le velleità offensive dei laterali avversari con la loro semplice presenza: come dire, andate pure avanti, poi però se prendete un contropiede all’italiana non vi stupite. A centrocampo servirà invece tutto il sangue freddo di Jorginho per evitare il pressing di Rice e Phillips, ma anche qui c’è il piano B, e porta il nome di Leonardo Bonucci, pronto a sostituire il metronomo del Chelsea in fase di impostazione. Infine Immobile, che come Kane avrà il compito di tenere in allarme una retroguardia forte e difficile da penetrare: mi aspetto una prestazione di grande sacrificio per entrambi, ma naturalmente con la possibilità di piazzare la zampata decisiva in ogni momento.
Comunque finisca stasera lo dico da subito, forte e chiaro: sono orgoglioso di questa Nazionale e del lavoro che è stato fatto. Sono felice di tifare un’Italia con una prospettiva, con un futuro, che nei prossimi tre anni giocherà due altre competizioni major (Mondiali 2022 e di nuovo Europei 2024) con la possibilità di se non aprire un ciclo, almeno giocare per farlo. E’ stato un mese intenso, gratificante e difficile, ma che ha sancito una grande crescita. E se andrà male, pazienza, proveremo a rifarci nonostante la cocente delusione, rialzandoci come abbiamo fatto e stiamo facendo anche in situazioni ben più gravi. Stasera mi godrò questi ragazzi che mi hanno fatto emozionare e gioire, con addossa una maglia che mi ricorda casa, al contrario di quella rossonera che mi evoca sfrenata passione. Servono entrambe le cose, nella vita: casa e passione, in tutti e due i casi concetti che ispirano l’amore. E io amo la Nazionale, e continuerò a farlo sempre.
Fab
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