Pagelle a caso di una stagione da 8 (a caso)

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Non mi interessa neanche vedere cosa succederà domani contro il Verona. Questa stagione è stata anche fin troppo lunga e logorante. Perdonate i miei eventuali deliri nelle pagelle. integrate dove volete. Mi raccomando però, rimanete sempre nei parametri.

Maignan 8 – Grazie di esistere. Poco da dire, un leader, un fenomeno, speriamo di averlo sempre integro. Patrimonio UNESCO.

Dest 3,5 – Aiutame a dì “inutile”. Il mezzo punto in più perchè non è venuto qui da solo in scooter, anzi l’hanno pure pagato per tutti sti mesi. Per lui conio un nuovo aggettivo, Constantiano.

Adli 10 – Perchè il nemico del mio nemico è mio amico, quindi ti stimo Yacine, purtroppo essendo tu musulmano, con PepdiParma a.k.a. PadrePioli, non ci sarebbe mai stata storia. Inossidabile.

Theo 6,5 – Arrivato stracotto post Mondiale ha sempre dimostrato di essere uno dei pochi calciatori di valore di questa squadra. Certo imparasse anche a fare il centrocampista, sarebbe perfetto, così Pep gli troverebbe un altro ruolo. Top player.

Osti 0 – Come l’osso buco, essendo lui un macellaio mancato. Li ha sterminati quasi tutti, nemmeno John Matrix in Commando ne ha eliminati tanti. Uomo in missione.

Origi 4 – La leggenda di Anfield è evidentemente una leggenda metropolitana che a leggerla risulta più una legenda che una leggenda. Pare che Origi nel dialetto dei Samburu del Kenya voglia dire… Pacco.

Vasquez 1 – C’è gente che non lo conosce nemmeno a Milanello. Probabilmente nemmeno la famiglia sa che è partito dalla Colombia, sarà un mito da raccontare ai bambini tipo Kayser Sauzee “se non fai il bravo, Devis Vasquez ti porta via”. Leggendario.

Tonali 6,5 – Ha tenuto spesso in piedi la baracca da solo. Milanista vero, aveva già decodificato l’annata dopo Atalanta-Milan di fine agosto. Illuminato.

Giroud 8 – Ma uno a 37 anni che ti tiene in piedi in campionato e Champions, dopo un Mondiale giocato bene a dicembre, cosa gli vuoi dire? Oliviero, se solo avessi 10 anni in meno…ah no, stupido io, non giocheresti da noi. Coperta di Linus (cit.)

De Katelaere 3 – Aiutati che Ibra ti aiuta. Si fosse chiamato Carlo De Catelli sarebbe già finito a fare panchina alla Giana. Non c’è una sola cosa alla quale aggrapparsi. Meteora.

Palle da fermo contro 2,5 – Una sentenza, per gli altri. Percentuale di potenziale pericolo, o peggio, di gol avversario, simile alle eventuali elezioni libere nord coreane. Come sia possibile non aver trovato un rimedio in tutta le gestione sportiva di Pep è misterioso quanto la costruzione delle piramidi. Colabrodo.

Palle da fermo a favore 1 – Come il livello di nostra pericolosità. Facciamo paura come la fa una mosca ad un elefante. Impotenti.

Tatarusanu 5,5 – In un momento della stagione era il responsabile di tutto, buco dell’ozono, guerra nel Golfo del 90/91, il finale di Lost e la caccia alle balene. Rimane un portiere decisamente scarso ma non certo l’origine della clamorosa debacle di gennaio. Parafulmine.

Leao 9 – A volte si pensa agli schemi, al pressing, alle sovrapposizioni. Noi abbiamo una solo credo “Palla a Leao e speriamo sia in giornata”. Devastante per gran parte della stagione. La sua firma è più attesa di un intercity in stazione centrale. Forte.

Tomori 5 – A volte sembra il bullo della scuola che vuole fare il grosso ma quando trova qualcuno più forte o sveglio di lui, abbassa le orecchie. Rimane sempre pericoloso quanto deciso. La poca concorrenza forse lo fa stare troppo tranquillo? Da ricalibrare.

Rebic 0,5 – Le sue ultime tracce risalgono al 13 agosto 2022. Stanno registrando una docuserie per Netflix per ripercorrere gli ultimi spostamenti prima della scomparsa. Atteggiamento rivedibile. Problematico.

Thiaw 6 – Sul ragazzo ci si può lavorare, la lungimirante programmazione del tridente Maldini-Massara-Pioli lo ha inserito e scoperto in prima squadra come Kalulu. Puramente a caso. Teutonico.

Ibra 9 – A Milano si dice “San Giuan fa minga ingann”, una volta scomparso dai radar di Milanello è cominciata la “Svacco Era”, sempre più artefice dello scorso scudetto. Se non è Divino lui, chi dovrebbe esserlo? È riuscito anche a far credere a PepdiParma di essere un buon allenatore. Immortale.

Stadioni 8 – La costanza con la quale parla di uno stadio che non sarà mai realizzato, in qualsiasi occasione, è commovente. Ormai anche a casa quando parla con la servitù, usa solo una parola “Mi porti un piatto di stadio, per favore”, “Stasera mi coricherei dopo una bella tisana allo stadio”. Disco rotto.

Florenzi 5 – Core de nonna è in corsa per il prepensionamento, fragile come un cristallo di Boemia, in mano ad Osti non poteva che finire la sua carriera sul lungo mare di Ostia, senza Aurelià però. Cagionevole.

Pino 4.5 – Se ci fosse un bestemmierometro, con lui si raggiungerebbero livelli mai visti dal genere umano. Pensi che faccia A e fa B, sbagliando. Quando deve fare B, fa A, sbagliando. Maledetto il Belgio e chi l’ha scoperto. Calamità.

Krunic 6 – L’impegno del ragazzo è fuori discussione, fa mille ruoli, non fa mai polemica, si impegna e ci prova sempre. Però…cazzo è BravoRade, ci sarà un motivo se non ci sono file fuori da Casa Milan per ingaggiarlo. Diligente.

Furlani 6 – Parla poco ma quando parla proferisce alla lettera il vangelo secondo Aivan “sostenibilità sempre e comunque”. Manco fossero soldi suoi… Braccino.

PepdiParma 4,5 – Brava persona, tutti lo dicono, quindi sarà vero. Peccato però che bisogna saper allenare e non fare da confessore. Una serie infinita di vaccate che lo avrebbero dovuto già vedere in altri lidi da tempo, ma è legato a doppio filo con la pagella successiva. Brava persona.

Maldini 4,5 – Tutto sto casino dopo la festa per lo scudetto, autonomia e liberazione ma poi di fatto quando vinci è un miracolo e quando perdi, servono investimenti. Guarda che i soldi l’anno scorso in mano te li hanno dati ma se compri uno che fino all’anno prima giocava a backgammon, diventa dura rinforzare la squadra. Tenere e sostenere Pep sarà la sua fine, uniti nella gioia e nel dolore. Testardo.

Messias 5 – La prova provata che le fiabe non sempre finiscono bene. Una volta i frigoriferi li scaricava, adesso li ha al posto dei piedi. Un giorno racconterà ai suoi nipoti di aver giocato una semifinale di Champions. Requiem.

Pobega 6 – Tommasone meritava più spazio ma non è un segreto che l’allenatore non lo vedeva proprio. Qualche sana vergata data agli avversari, ha segnato più dello scolaro belga. Sottovalutato.

Diaz 6 – Mezzo voto in più perchè gioca a calcio con i più grandi quando lui dovrebbe essere nei giovanissimi. Ci prova ma spesso fa la fine dei moscerini d’estate sul parabrezza di una Corvette. Il riscatto eventuale sarebbe la conferma che lo sport al quale partecipiamo non è calcio. Lillipuzziano.

Bakayoko 8 – Solo girare per Milano con il centrino rosa in testa merita di rimanere al Milan a vita. Appare come la Madonna una volta l’anno, non fa miracoli ma danni. Modaiolo.

Moncada 6 – Anche lui va in difficoltà se non gli comprano l’aggiornamento del software “Fifa Belgese 23”, un uomo d’altri tempi prestato al calcio. Arriva dal futuro, a giugno ci segnalerà qualche talento nato nel 2025. Visionario.

Cardinale 10 – Trovare un presidente che non abbia la minima idea di cosa faccia la sua squadra di calcio è raro. Il più grande miracolo è stato quello di vederlo in faccia qualche volta ma alla prima uscita pubblica senza testo pre-accordato, non mi sorprenderei se esordisse con il lodo Biglia “Forza Lazio”. Idolo.

FORZA MILAN

Johnson

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"...In questo momento l'arbitro dà il segnale di chiusura dell'incontro, vi lasciamo immaginare fra la gioia dei giocatori della formazione rossonera che si stanno abbracciando..." la voce di Enrico Ameri chiude la radiocronaca dal San Paolo di Napoli. Napoli-Milan 2-3, 1 maggio 1988. Per me, il lungo viaggio è cominciato da lì, sempre e solo con il Milan nel cuore.